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Bagnasco: con corruzione cresce l'indignazione dei cittadini

di Redazione
ROMA (ASCA) - ''Dispiace molto che anche dalle Regioni stia emergendo un reticolo di corruttele e di scandali, inducendo a pensare che il sospirato decentramento dello Stato in non pochi casi coincide con una zavorra inaccettabile''. Lo ha detto il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione con cui ha aperto i lavori del Consiglio Permanente dei vescovi. ''Che l'immoralita' e il malaffare siano al centro come in periferia non e' una consolazione - ha aggiunto l'arcivescovo di Genova -, ma un motivo di rafforzata indignazione, che la classe politica continua a sottovalutare. Ed e' motivo di disagio e di rabbia per gli onesti''. ''Possibile - ha concluso Bagnasco - che l'arruolamento nelle file della politica sia ormai cosi' degradato? Si parla di austerita' e di tagli, eppure continuamente si scopre che ovunque si annidano cespiti di spesa assurdi e incontrollati''. I partiti, ha detto ancora Bagnasco, non possono rimandare tutte le scelte al ''passaggio taumaturgico'' ma devono ''prepararsi seriamente'' all'appuntamento con le urne impegnandosi per un loro ''rinnovamento reale e intelligente'' e irrobustendosi con ''soggetti non chiacchierati''. ''Le elezioni - ha ricordato il porporato - non sono un passaggio taumaturgico, ma vincolo democraticamente insuperabile, e quindi qualificante e decisivo. Per questo bisogna prepararsi seriamente, non con operazioni di semplice cosmesi, bensi' portando risultati concreti per il Paese e un rinnovamento reale e intelligente delle formazioni politiche e il loro irrobustirsi con soggetti non chiacchierati''. Per Bagnasco, ''lo spettro dell'astensione circola e rischia di apparire a troppi come la ''lezione' da assestare a chi non vuole capire. In questo senso la competizione resta aperta, e sara' bene che la politica non bruci alcun ponte dietro a se'. Presunzione e personalismi, strumentalita' e isterie vanno lasciati da parte''. Secondo il presidente dei vescovi italiani, ''la politica e' necessaria e, in se', e' arte nobile''. Ma proprio per questo ''non si puo' sottovalutare il sentimento ostile che va covando nella cittadinanza'', un atteggiamento non ''momentaneo e solo umorale'', ne' ''correggibile grazie a consuete mosse ad effetto''. ''La politica - ha concluso -, come dedizione fino al sacrificio per il bene comune, richiede non solo buona volonta', ma capacita' di visione, competenza, e quella coerenza personale che rende presentabili agli occhi della Nazione e del mondo''.



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