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L’ 11 settembre degli italiani nelle Torri. Il docufilm

L'incidente alle torri gemelle. (foto) ndr.

di Nico Baratta

FOGGIA - Attacco all’occidente o un occidente che si è sferrato un attacco? Il grande interrogativo che molte persone ancora si pongono dopo oltre dieci anni dal crollo delle Twin Towers. Certo, l’attacco alle Torri Gemelle è senza dubbio opera di Al-Qāida ("la base"), ma la mente, seppur ufficializzata e che rispondeva a quella di Osama Bin Laden (lo sceicco del terrore), pare ancora essere un enigma. C’è chi sostiene che l’attacco è solo di matrice islamica terroristica (Al-Qāida) a fronte del grande odio dell'islam estremo e terroristico verso i paesi occidentali (e perciò verso gli Stati Uniti d'America, nemica perenne per potenza industriale e bellica), chi invece è stato frutto di un complotto interno per convalidare una guerra al solo scopo economico. La seconda ipotesi pare labile e cruenta, pensando alle migliaia di vittime rimaste uccise nel World Trade Center, anche se la storia spesso ci ha insegnato che per ottenere grandi profitti il sacrificio umano passa in secondo ordine. Un potere legato al petrolio, alle infrastrutture, alla ricostruzione di grandi opere pubbliche che, guarda caso, son state appaltate a molte imprese statunitensi. Oggi, però, non sto ad analizzare le cause della più grande catastrofe della storia contemporanea americana. Il mio piccolo e umile articolo è solo a ricordo di 4 persone italiane sopravvissute a quella tragedia. Raccontata per la prima volta e senza filtri attraverso le sole parole di quei sopravvissuti, le telecamere di una nota emittente americana, History Channel, in occasione dei 10 anni dal tremendo attacco alle Torri Gemelle, ha prodotto un documentario. Lucio Caputo, Francesco Ambruoso, Gina Lippis e Ruggero De Rossi in una lunga intervista, spesso accompagnata da immagini e voci rauche, hanno fatto rivivere ai telespettatori quei tremendi e orrendi minuti, interminabili, di una normale giornata di lavoro trasformata in incubo mortale. Dettagli che mai avevamo ascoltato, sensazioni e aspetti che solo chi vissuto in prima persona e da potenziale vittima poteva raccontarci. L’appuntamento è su alcuni canali Tv che l’11 settembre trasmetteranno il “docufilm” prodotto da History Channel. Clicca Qui per osservare il trailer. Lucio Caputo E’ uno degli uomini più in vista nella comunità italiana di NY. È presidente di molte associazioni italo americane e di alcune istituzioni commerciali come l’Italian Wine & Food Institute. Gran parte della sua vita è trascorsa all’interno delle torri dove conservava tutti i suoi oggetti personali, i suoi ricordi, le cose più care. L’11 settembre si trovava come sempre al 78° piano della Torre Nord e quel giorno ha perduto persone e memorie carissime. È riuscito a salvarsi grazie al suo sangue freddo e ad una buona forma fisica. Trenta secondi dopo essere uscito il grattacielo è crollato alle sue spalle. Francesco Ambruoso Oriundo di famiglia pugliese, mantiene forti legami con l’Italia; si laurea in America in economia e il 10 settembre 2001 inizia il tirocinio presso la Morgan Stanley, al 61° piano della torre sud del WTC. Quando l’aereo colpisce la torre sente come un terremoto. È riuscito a fuggire dalla torre e dopo molte ore a tornare a casa dai suoi genitori nel Connecticut, portando con se un collega californiano. Quel giorno non ha perduto amici o ricordi, ma l’attentato ha segnato la fine della sua vita da ragazzo. È la prima volta che racconta la sua storia in pubblico. Gina Lippis Originaria dell’Abruzzo emigrata a NY negli anni 80 lavorava da tempo per una società di brokeraggio, al 46° piano della torre nord; dopo l’esplosione è scappata con i suoi colleghi e si è salvata scendendo le scale aggrappata alla cintura del suo capo; quando l’ha lasciata, per la forza con cui la stringeva, il braccio le faceva male. Le scene che le si paravano davanti agli occhi l’hanno talmente scioccata che è uscita dalle torri in stato catatonico e confusionale e tutt’oggi soffre di forti sensi di colpa per essere sopravvissuta. Ruggero De Rossi Laureato a Roma in Economia, ha un passato da grande sportivo, il settimanale americano Barron's l'ha definito un genio dei bonds. Era il responsabile di uno dei maggiori fondi di investimento obbligazionario e lavorava al 34° piano della Torre Sud del WTC. De Rossi quella mattina si era attardato per scrivere una lettera a suo figlio a Milano. Giunto al WTC con 15 minuti di ritardo, nel momento in cui il primo aereo colpiva la torre è riuscito a mettersi in fuga essendo in quel momento nella hall, ma uscire dalla torre non è stato semplice. Molti corpi cadevano giù dalle torri nella piazza e i detriti di aereo e cemento colpivano quelli che tentavano la fuga. Ha impiegato più di 4 ore a tornare a casa. In quella fuga infinita, sotto shock, ha visto crollare le torri. Giunto finalmente a casa nell’Upper East Side era già consapevole che da quel giorno in poi tutta la sua vita sarebbe cambiata.




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