Berlusconi svolta, ma è ancora summit senza decisioni
Cav ipotizza 'evento' a novembre. Ma anche area ex FI ribolle
di Redazione
ROMA (TMNEWS) - Tensioni, poi rassicurazioni. A Palazzo Grazioli - ieri sera - è andato in scena l'ennesimo summit monco. Manca infatti la soluzione, l'idea per rilanciare il Pdl, il 'quid'. Già la platea della riunione, allargata ad almeno una quindicina tra dirigenti ed ex ministri, lasciava intendere che difficilmente svolte segrete sarebbero maturate nell'incontro con Silvio Berlusconi. Immancabile, si è anche materializzata la nuova versione dello stato dei rapporti tra il Cavaliere e Montezemolo, fornita ancora una volta da Berlusconi che ha sintetizzato così: "Luca voleva accordarsi con noi, poi ha capito che alleandosi con me l'avrebbero massacrato e ci sarebbe stata una campagna mediatica per indebolirlo". Le premesse per una riunione complicata, quelle c'erano tutte. Gli ex An divisi al loro interno sulla ricetta per la svolta - scissione pilotata, rottura traumatica, permanenza nel Pdl - sono apparsi subito indeboliti dalla reazione un po' stizzita che Berlusconi ha riservato loro. "Noi vogliamo che voi restiate - ha detto - poi però decidete voi il meglio". Ecco allora che, dopo un confronto sull'opportunità di restare nel Popolo della libertà, la soluzione (l'ennesima, temporanea soluzione a tempo) è stata proposta dallo stesso Silvio: "Voglio rilanciare il partito. Aspettiamo le novità sulla legge elettorale e le primarie del Pd, poi a novembre organizziamo qualcosa per segnare la nuova fase". Non è chiaro se si tratti di un semplice restyling del Pdl, di un nuovo partito o di altro ancora, quel che è certo è che tutti hanno annuito soddisfatti. Senza credere però davvero che Berlusconi abbia deciso il da farsi. Per un gruppo dirigente che passa da un vertice all'altro senza avere chiara la prospettiva futura, c'è un massa enorme di peones in profonda agitazione. Oltre agli ex An, che temono di venire decimati in termini di seggi parlamentari, c'è una componente nostalgica dello 'spirito del '94' che arranca e si interroga. In molti giurano che Berlusconi abbia in serbo una mossa rivoluzionaria, una novità choc capace di cambiare il corso delle cose. Altri, più semplicemente, sperano che al momento della stesura delle liste il Cav possa privilegiare i parlamentari di estrazione azzurra. Per ora, l'ex premier si dedica a una mostra, visitando in pieno centro a Roma in serata la Biennale di Antiquariato a Palazzo Venezia. C'è chi, nell'area FI, sta valutando l'opportunità di organizzare a breve iniziative che possano essere battezzate da Berlusconi per chiudere di fatto il Pdl. E c'è chi invece, già malpancista negli ultimi mesi del governo di Silvio, ragiona a voce alta su imminenti strappi. Deputati di lungo corso come Isabella Bertolini, scajoliani, senatori pisaniani, 'eretici' vari e qualche deputato di estrazione socialista progettano di abbandonare il partito. In direzione grande centro, sembra. Anche se, per ora, le risposte avute da Udc e dintorni non sembrano rassicurare più di tanto.
di Redazione
ROMA (TMNEWS) - Tensioni, poi rassicurazioni. A Palazzo Grazioli - ieri sera - è andato in scena l'ennesimo summit monco. Manca infatti la soluzione, l'idea per rilanciare il Pdl, il 'quid'. Già la platea della riunione, allargata ad almeno una quindicina tra dirigenti ed ex ministri, lasciava intendere che difficilmente svolte segrete sarebbero maturate nell'incontro con Silvio Berlusconi. Immancabile, si è anche materializzata la nuova versione dello stato dei rapporti tra il Cavaliere e Montezemolo, fornita ancora una volta da Berlusconi che ha sintetizzato così: "Luca voleva accordarsi con noi, poi ha capito che alleandosi con me l'avrebbero massacrato e ci sarebbe stata una campagna mediatica per indebolirlo". Le premesse per una riunione complicata, quelle c'erano tutte. Gli ex An divisi al loro interno sulla ricetta per la svolta - scissione pilotata, rottura traumatica, permanenza nel Pdl - sono apparsi subito indeboliti dalla reazione un po' stizzita che Berlusconi ha riservato loro. "Noi vogliamo che voi restiate - ha detto - poi però decidete voi il meglio". Ecco allora che, dopo un confronto sull'opportunità di restare nel Popolo della libertà, la soluzione (l'ennesima, temporanea soluzione a tempo) è stata proposta dallo stesso Silvio: "Voglio rilanciare il partito. Aspettiamo le novità sulla legge elettorale e le primarie del Pd, poi a novembre organizziamo qualcosa per segnare la nuova fase". Non è chiaro se si tratti di un semplice restyling del Pdl, di un nuovo partito o di altro ancora, quel che è certo è che tutti hanno annuito soddisfatti. Senza credere però davvero che Berlusconi abbia deciso il da farsi. Per un gruppo dirigente che passa da un vertice all'altro senza avere chiara la prospettiva futura, c'è un massa enorme di peones in profonda agitazione. Oltre agli ex An, che temono di venire decimati in termini di seggi parlamentari, c'è una componente nostalgica dello 'spirito del '94' che arranca e si interroga. In molti giurano che Berlusconi abbia in serbo una mossa rivoluzionaria, una novità choc capace di cambiare il corso delle cose. Altri, più semplicemente, sperano che al momento della stesura delle liste il Cav possa privilegiare i parlamentari di estrazione azzurra. Per ora, l'ex premier si dedica a una mostra, visitando in pieno centro a Roma in serata la Biennale di Antiquariato a Palazzo Venezia. C'è chi, nell'area FI, sta valutando l'opportunità di organizzare a breve iniziative che possano essere battezzate da Berlusconi per chiudere di fatto il Pdl. E c'è chi invece, già malpancista negli ultimi mesi del governo di Silvio, ragiona a voce alta su imminenti strappi. Deputati di lungo corso come Isabella Bertolini, scajoliani, senatori pisaniani, 'eretici' vari e qualche deputato di estrazione socialista progettano di abbandonare il partito. In direzione grande centro, sembra. Anche se, per ora, le risposte avute da Udc e dintorni non sembrano rassicurare più di tanto.
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