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Ddl stabilità. Pd chiede tre correzioni, il Governo tratta

di Redazione

ROMA (TMNEWS) - All'ora di pranzo sarà oggi Pier Luigi Bersani a parlare direttamente con il presidente del Consiglio del Ddl stabilità, ma secondo alcune indiscrezioni dal fronte Pd il Governo avrebbe già mostrato concretamente disponibilità all'ascolto sul ddl stabilità. Al di là del botta e risposta di ieri tra Bersani e il ministro dell'Economia Vittorio Grilli, il confronto è aperto e un deputato Pd che si occupa di questi temi assicura: "Il Governo non sembra intenzionato a fare un braccio di ferro, l'importante è che i saldi restino invariati...". E su tre punti Bersani chiederà correzioni: scuola, esodati e fisco. Di questo ieri hanno parlato anche i parlamentari democratici in diverse riunioni, presenti Stefano Fassina, Francesco Boccia e diversi altri deputati. Sulla scuola, racconta uno dei partecipanti ai colloqui, bisogna semplicemente "tornare indietro, non spetta alla legge di stabilità il riordino degli orari della scuola". Per quanto riguarda il fisco, "la questione delle detrazioni è la più rilevante: la franchigia, il tetto e la retroattività... Per toglierle bisogna trovare le risorse necessarie, ed è più urgente questo che non l'Irpef". Non solo, ma "se non fai la riduzione Irpef hai anche le risorse per evitare l'aumento dell'Iva". Ora Bersani ha pubblicamente detto che a lui "non risulta" che il 99% degli italiani sia beneficiato dalle norme pensate dal Governo, come invece assicura Grilli. Ma, appunto, secondo fonti parlamentari del Pd "anche il governo pare si renda conto che gli interessa la quadratura dei saldi e il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013". E se il Pd ottenesse queste correzioni, il sì alla manovra sarebbe garantito. Anche perché pure Bersani non ha certo come obiettivo quello di far saltare il ddl stabilità.



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