L. elettorale. Ancora un rinvio. Per il Pd mediazione possibile
Mercoledì nuova seduta. Calderoli:Vogliono solo tenersi il Porcellum
di Redazione
ROMA (TMNEWS) - Ancora un rinvio sulla legge elettorale in commissione Affari Costituzionali al Senato: a chiederlo ieri è stato il Pd che, dopo una riunione al partito, ha deciso di uscire dall'angolo, di tentare l'intesa con il Pdl, per arrivare a un testo dei relatori Enzo Bianco e Lucio Malan da adottare mercoledì prossimo con una "maggioranza seria", come ha spiegato Anna Finocchiaro, e non risicata come rischiava di essere quella che stavano raccogliendo le bozze del senatore leghista Roberto Calderoli. Con il timore sempre presente del possibile blitz a Palazzo Madama da parte della vecchia maggioranza Pdl-Lega e la convinzione che una mediazione condotta proprio dall'autore del famigerato Porcellum, che tutti - almeno a parole - dicono di voler modificare, susciti non pochi dubbi e perplessità al Quirinale, i democratici hanno deciso un cambio di passo. Tanto che in apertura di seduta di Commissione al Senato Luigi Zanda ha proposto che il voto per l'adozione del testo base slittasse alla prossima settimana "dal momento che tuttora vi sono questioni irrisolte e che però si intravede la possibilità di una mediazione". L'apertura dei democratici è stata immediatamente raccolta dal Pdl che con Gaetano Quagliariello ha dichiarato "la disponibilità a esperire ogni tentativo per individuare di comune accordo il testo base". Bianco ha spiegato che "i relatori potranno presentare una proposta di testo unificato per la seduta di mercoledì 10 ottobre" in mancanza del quale, ha chiarito il presidente della Commissione, Carlo Vizzini, "si potrà considerare le iniziative legislative già acquisite, votare su quelle che saranno indicate dai relatori e, in caso di esito negativo, sulle altre eventualmente indicate dai Gruppi parlamentari o da singoli senatori". Per Calderoli il rinvio è l'ennesima dimostrazione che Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani vogliono mantenere in vita il Porcellum che, stando ai sondaggi, porterebbe a una vittoria della coalizione Pd-Sel. In effetti nessuno, né tra i democratici né nel Pdl, è pronto a scommettere che questo ennesimo tentativo di intesa porti a un testo condiviso. E anche il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, mercoledì in una riunione di gruppo, ha espresso più di una perplessità sul fatto che davvero si arrivi a una riforma e soprattutto a una riforma con le preferenze. Tuttavia, in ambienti democratici, si ragiona - sempre nell'ambito di un sistema proporzionale con correzione maggioritaria - sul 'concedere' un premio alla coalizione più basso, tra il 10 e il 15%, e una parte dei rappresentanti eletti con le preferenze. Finocchiaro si dice "cautamente ottimista" ma per ora passi avanti sui nodi che da mesi dividono Pd e Pdl non ce ne sono. Tanto che, interpellata sul merito della riforma, la presidente dei senatori del Pd tace: "Se dicessi qualcosa sarebbe unilaterale".
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ROMA (TMNEWS) - Ancora un rinvio sulla legge elettorale in commissione Affari Costituzionali al Senato: a chiederlo ieri è stato il Pd che, dopo una riunione al partito, ha deciso di uscire dall'angolo, di tentare l'intesa con il Pdl, per arrivare a un testo dei relatori Enzo Bianco e Lucio Malan da adottare mercoledì prossimo con una "maggioranza seria", come ha spiegato Anna Finocchiaro, e non risicata come rischiava di essere quella che stavano raccogliendo le bozze del senatore leghista Roberto Calderoli. Con il timore sempre presente del possibile blitz a Palazzo Madama da parte della vecchia maggioranza Pdl-Lega e la convinzione che una mediazione condotta proprio dall'autore del famigerato Porcellum, che tutti - almeno a parole - dicono di voler modificare, susciti non pochi dubbi e perplessità al Quirinale, i democratici hanno deciso un cambio di passo. Tanto che in apertura di seduta di Commissione al Senato Luigi Zanda ha proposto che il voto per l'adozione del testo base slittasse alla prossima settimana "dal momento che tuttora vi sono questioni irrisolte e che però si intravede la possibilità di una mediazione". L'apertura dei democratici è stata immediatamente raccolta dal Pdl che con Gaetano Quagliariello ha dichiarato "la disponibilità a esperire ogni tentativo per individuare di comune accordo il testo base". Bianco ha spiegato che "i relatori potranno presentare una proposta di testo unificato per la seduta di mercoledì 10 ottobre" in mancanza del quale, ha chiarito il presidente della Commissione, Carlo Vizzini, "si potrà considerare le iniziative legislative già acquisite, votare su quelle che saranno indicate dai relatori e, in caso di esito negativo, sulle altre eventualmente indicate dai Gruppi parlamentari o da singoli senatori". Per Calderoli il rinvio è l'ennesima dimostrazione che Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani vogliono mantenere in vita il Porcellum che, stando ai sondaggi, porterebbe a una vittoria della coalizione Pd-Sel. In effetti nessuno, né tra i democratici né nel Pdl, è pronto a scommettere che questo ennesimo tentativo di intesa porti a un testo condiviso. E anche il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, mercoledì in una riunione di gruppo, ha espresso più di una perplessità sul fatto che davvero si arrivi a una riforma e soprattutto a una riforma con le preferenze. Tuttavia, in ambienti democratici, si ragiona - sempre nell'ambito di un sistema proporzionale con correzione maggioritaria - sul 'concedere' un premio alla coalizione più basso, tra il 10 e il 15%, e una parte dei rappresentanti eletti con le preferenze. Finocchiaro si dice "cautamente ottimista" ma per ora passi avanti sui nodi che da mesi dividono Pd e Pdl non ce ne sono. Tanto che, interpellata sul merito della riforma, la presidente dei senatori del Pd tace: "Se dicessi qualcosa sarebbe unilaterale".
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