“No Triv Day”, Manfredonia 6 ottobre 2012: è solo l’inizio
di Redazione
FOGGIA - E’ stata una giornata effervescente quella del 6 ottobre 2012. Iniziata col tepore pomeridiano di una giornata primaverile, pur essendo in autunno, i circa 30° C non hanno fiaccato le migliaia di persone che a Manfredonia si sono riversate in strada per manifestare contro le trivellazioni nel Mare Adriatico. Si stima che a Manfredonia c’erano circa 5.000 persone, e scusate se è poco (dati delle Forze dell’Ordine). Decine di sigle, tra associazioni, comitati, sindacati, istituzioni e partiti politici, si sono date appuntamento all’inizio di Via Scaloria, in piena periferia della città sipontina. Da li è partito quel corteo che per ben 3 ore ha “urlato pacificamente” contro la scellerata decisione di perforare il mare delle Isole Tremiti. Un Governo poco attento all’ambiente con un ministro double-face, Corrado Clini, che autorizza le prospezioni per la ricerca di idrocarburi a poche miglia marine da un’area protetta, il Parco Nazionale del Gargano. L’arcipelago delle “diomedee” da sempre è un’area con un eco sistema labile, che vive grazie alla cura e attenzione di chi lo vive, noi popolo della Capitanata, del Molise, dell’Abruzzo, insomma del Mare Adriatico. Un mare già tormentato dai continui flussi commerciali di navi senza scrupoli che abbandonano i loro rifiuti, un mare chiuso come se fosse un lago salato. Clini bouble-face poiché chiude l’ILVA per presunto disastro ambientale, mettendo in piazza migliaia di lavoratori e perciò famiglie, e poi da il via libera alle prospezione dei fondali al largo delle Isole Tremiti con il metodo “Air Gun”, metodo che spiaggia e poi uccide la fauna marina. ILVA chiusa, decisione condivisibile sul piano ambientale ma non ben ponderata, a mio avviso, sulle scelte occupazionali. Se la linea di Clini dev’essere quella di tutelare l’ambiente e preservare la salute della popolazione, non capisco come faccia a dare il via libera per trivellare i fondali del Mare Adriatico in cerca di petrolio. Un petrolio di pessima qualità (quanto detto dagli specialisti) con royalties che offendono il territorio e che, francamente, non sappiamo che farcene, noi della Capitanata e della Regione Puglia. Petrolio significa tesoro, guadagno. Il nostro tesoro, quello delle terre lambite dal Mare Adriatico, si chiama turismo, eco sostenibilità, patrimonio artistico, faunistico e floreale, enogastronomico. C’erano tutti a Manfredonia: la Regione Puglia con a capo il Presidente del Consiglio Regionale, Onofrio Introna (persona gradevolissima e sempre in prima linea con i fatti), il Comune della città ospitante, Manfredonia, con il Sindaco Angelo Riccardi, quello del comune capoluogo di provincia, Foggia, con il Sindaco Gianni Mongelli, l’On. Antonio Pepe per la Provincia di Foggia, Stefano Pecorella, Presidente del Parco Nazionale del Gargano, Michele Emilano, Sindaco di Bari, a testimoniare la sua ferrea volontà nel difendere l’Adriatico. C’erano anche molti esponenti politici regionali, provinciali e comunali, sindaci di tutta la Capitanata, e finanche quelli del Molise e dell’Abruzzo, consci che il Mare Adriatico è bene comune della collettività lungo le sue coste. Ma soprattutto c’erano loro, la popolazione, gente comune che non vuole il petrolio nel loro azzurro mare. Gente libera e riunita in associazioni e comitati come i No Triv, Legambiente, Fondo Ambiente Italiano, Qualità della Vita, e tanti altri che citarli occuperebbero pagine di questo mio modesto articolo, scusandomi per non averlo fatto. Una manifestazione che ha avuto come riferimento apicale e soprattutto carismatico, l’amico Raffaele Vigilante e il suo staff che ha lavorato alacremente, e sta continuando a farlo. Gente comune che si è riunita e, tra difficoltà e amore per il territorio, ha organizzato una manifestazione che nella sua compostezza e pacifica rimostranza son certo che assorderà i poteri forti di un Governo distratto, riverberando oltre oceano cori anti petrolio e smuovendo anime migrate ma sempre attente alla loro terra e al loro mare. Peccato che all’appello sono mancate due presenze importanti e di sicura amplificazione al problema: la delegazione del Comune di Tremiti e il WWF. Infatti il responsabile del WWF Puglia, Matteo Orsino, ha detto che «Le istituzioni non devono scendere in piazza a protestare, devono produrre atti concreti. Ecco perché il WWF Puglia sabato non ha partecipato alla manifestazione contro le trivellazioni svolta a Manfredonia. Riteniamo - prosegue Orsino - che ci sia un'ingerenza delle istituzioni in una manifestazione di protesta che deve essere esclusiva dei cittadini e delle associazioni. I politici non devono manifestare, devono avanzare proposte concrete per risolvere la questione della ricerca di idrocarburi al largo delle Isole Tremiti in maniera radicale». Personalmente Orsino non ha tutti i torti vista la massiccia partecipazione di eletti dal popolo. Ma è pur vero che i nostro politici sono quelli che ci rappresentano (o dovrebbero farlo in alcuni casi), e perciò hanno il compito di dialogare con il Governo affinché le nostre istanze raggiungano le stanze importanti di Montecitorio. Contrariamente non vivremmo in uno stato democratico, dove è la politica ad amministrare la cosa pubblica. Punti di vista … Madrina d’eccezione è stata la show girl Vladimir Luxuria, foggiana D.O.C., che ha bocciato con fermezza la ricerca di petrolio al largo delle Tremiti «Sono rimasta molto colpita – ha affermato Luxuria - quando ho sentito come un ministro dell’ambiente ha risposto all’interrogazioni delle persone che chiedevano di essere protette per quello che poteva e può accadere su queste coste. E quando ho sentito la risposta che in realtà non c’è niente da preoccuparsi perché le piattaforme petrolifere non sono un pericolo, mi è venuta la dermatite desquamante, perché detto da un ministro dell’ambiente mi sembra davvero un paradosso». Durante il suo intervento la “madrina” ha ricordato la tragedia di due anni fa al largo di News Orleans quando si riversarono nelle acque circa 780 milioni di greggio che causarono la moria di fauna, flora, spendendo milioni di dollari per bonificare l’area distrutta dalla British Petrolium. «Ai ministri che stanno a Roma dobbiamo dire –ha proseguito Luxuria- che l’ambiente non è casa loro, non è proprietà privata. Noi dobbiamo preservare il nostro ambiente e riconsegnare alle generazioni future il paesaggio come c’è stato dato. In nome di un profitto incerto, immediato, non si può distruggere un ambiente. Noi il petrolio ce l’abbiamo già si chiama bellezza, si chiama turismo, si chiama mare e si chiama paesaggio, e questa è una risorsa inesauribile. Per cui –ha terminato Vladimir- giù le mani dall’Adriatico. Le trivelle ficcatevele da un’altra parte. Utilizzerò tutti i mezzi a mia disposizione, anche le interviste su network nazionali per continuare a parlare di questa cosa e sono disposta a mettermi dinanzi le macchine che costruiranno queste trivelle». Tuttavia una battaglia è stata già vinta: con la vittoria del ricorso al T.A.R. del Lazio per 'Vizi di forma', il Tribunale Amministrativo ha accolto il ricorso della Rete di associazioni contro la ricerca di idrocarburi nel mare Adriatico presentato qualche mese nei confronti della multinazionale irlandese Petroceltic. Ma è solo una battaglia tra le numerose che comporranno la “guerra al No Petrolio”, allo “stupro delle Tremiti”. E siamo solo all’inizio. Una guerra che sarà dura, atroce sul profilo amministrativo, perfino subdola visti i meccanismi che la politica attuale mette in campo. Ma noi della Capitanata non abbiamo paura. La gente del Gargano, dei Monti Dauni, del Tavoliere, della Puglia, del Molise e dell’Abruzzo, e speriamo delle altre regioni italiane lambite dal Mare Adriatico, comprese quelle della costa balcanica, è dura a morire e vender cara la pelle. No alle trivelle nel Mare Adriatico. No al Petrolio nel Mare Adriatico.
FOGGIA - E’ stata una giornata effervescente quella del 6 ottobre 2012. Iniziata col tepore pomeridiano di una giornata primaverile, pur essendo in autunno, i circa 30° C non hanno fiaccato le migliaia di persone che a Manfredonia si sono riversate in strada per manifestare contro le trivellazioni nel Mare Adriatico. Si stima che a Manfredonia c’erano circa 5.000 persone, e scusate se è poco (dati delle Forze dell’Ordine). Decine di sigle, tra associazioni, comitati, sindacati, istituzioni e partiti politici, si sono date appuntamento all’inizio di Via Scaloria, in piena periferia della città sipontina. Da li è partito quel corteo che per ben 3 ore ha “urlato pacificamente” contro la scellerata decisione di perforare il mare delle Isole Tremiti. Un Governo poco attento all’ambiente con un ministro double-face, Corrado Clini, che autorizza le prospezioni per la ricerca di idrocarburi a poche miglia marine da un’area protetta, il Parco Nazionale del Gargano. L’arcipelago delle “diomedee” da sempre è un’area con un eco sistema labile, che vive grazie alla cura e attenzione di chi lo vive, noi popolo della Capitanata, del Molise, dell’Abruzzo, insomma del Mare Adriatico. Un mare già tormentato dai continui flussi commerciali di navi senza scrupoli che abbandonano i loro rifiuti, un mare chiuso come se fosse un lago salato. Clini bouble-face poiché chiude l’ILVA per presunto disastro ambientale, mettendo in piazza migliaia di lavoratori e perciò famiglie, e poi da il via libera alle prospezione dei fondali al largo delle Isole Tremiti con il metodo “Air Gun”, metodo che spiaggia e poi uccide la fauna marina. ILVA chiusa, decisione condivisibile sul piano ambientale ma non ben ponderata, a mio avviso, sulle scelte occupazionali. Se la linea di Clini dev’essere quella di tutelare l’ambiente e preservare la salute della popolazione, non capisco come faccia a dare il via libera per trivellare i fondali del Mare Adriatico in cerca di petrolio. Un petrolio di pessima qualità (quanto detto dagli specialisti) con royalties che offendono il territorio e che, francamente, non sappiamo che farcene, noi della Capitanata e della Regione Puglia. Petrolio significa tesoro, guadagno. Il nostro tesoro, quello delle terre lambite dal Mare Adriatico, si chiama turismo, eco sostenibilità, patrimonio artistico, faunistico e floreale, enogastronomico. C’erano tutti a Manfredonia: la Regione Puglia con a capo il Presidente del Consiglio Regionale, Onofrio Introna (persona gradevolissima e sempre in prima linea con i fatti), il Comune della città ospitante, Manfredonia, con il Sindaco Angelo Riccardi, quello del comune capoluogo di provincia, Foggia, con il Sindaco Gianni Mongelli, l’On. Antonio Pepe per la Provincia di Foggia, Stefano Pecorella, Presidente del Parco Nazionale del Gargano, Michele Emilano, Sindaco di Bari, a testimoniare la sua ferrea volontà nel difendere l’Adriatico. C’erano anche molti esponenti politici regionali, provinciali e comunali, sindaci di tutta la Capitanata, e finanche quelli del Molise e dell’Abruzzo, consci che il Mare Adriatico è bene comune della collettività lungo le sue coste. Ma soprattutto c’erano loro, la popolazione, gente comune che non vuole il petrolio nel loro azzurro mare. Gente libera e riunita in associazioni e comitati come i No Triv, Legambiente, Fondo Ambiente Italiano, Qualità della Vita, e tanti altri che citarli occuperebbero pagine di questo mio modesto articolo, scusandomi per non averlo fatto. Una manifestazione che ha avuto come riferimento apicale e soprattutto carismatico, l’amico Raffaele Vigilante e il suo staff che ha lavorato alacremente, e sta continuando a farlo. Gente comune che si è riunita e, tra difficoltà e amore per il territorio, ha organizzato una manifestazione che nella sua compostezza e pacifica rimostranza son certo che assorderà i poteri forti di un Governo distratto, riverberando oltre oceano cori anti petrolio e smuovendo anime migrate ma sempre attente alla loro terra e al loro mare. Peccato che all’appello sono mancate due presenze importanti e di sicura amplificazione al problema: la delegazione del Comune di Tremiti e il WWF. Infatti il responsabile del WWF Puglia, Matteo Orsino, ha detto che «Le istituzioni non devono scendere in piazza a protestare, devono produrre atti concreti. Ecco perché il WWF Puglia sabato non ha partecipato alla manifestazione contro le trivellazioni svolta a Manfredonia. Riteniamo - prosegue Orsino - che ci sia un'ingerenza delle istituzioni in una manifestazione di protesta che deve essere esclusiva dei cittadini e delle associazioni. I politici non devono manifestare, devono avanzare proposte concrete per risolvere la questione della ricerca di idrocarburi al largo delle Isole Tremiti in maniera radicale». Personalmente Orsino non ha tutti i torti vista la massiccia partecipazione di eletti dal popolo. Ma è pur vero che i nostro politici sono quelli che ci rappresentano (o dovrebbero farlo in alcuni casi), e perciò hanno il compito di dialogare con il Governo affinché le nostre istanze raggiungano le stanze importanti di Montecitorio. Contrariamente non vivremmo in uno stato democratico, dove è la politica ad amministrare la cosa pubblica. Punti di vista … Madrina d’eccezione è stata la show girl Vladimir Luxuria, foggiana D.O.C., che ha bocciato con fermezza la ricerca di petrolio al largo delle Tremiti «Sono rimasta molto colpita – ha affermato Luxuria - quando ho sentito come un ministro dell’ambiente ha risposto all’interrogazioni delle persone che chiedevano di essere protette per quello che poteva e può accadere su queste coste. E quando ho sentito la risposta che in realtà non c’è niente da preoccuparsi perché le piattaforme petrolifere non sono un pericolo, mi è venuta la dermatite desquamante, perché detto da un ministro dell’ambiente mi sembra davvero un paradosso». Durante il suo intervento la “madrina” ha ricordato la tragedia di due anni fa al largo di News Orleans quando si riversarono nelle acque circa 780 milioni di greggio che causarono la moria di fauna, flora, spendendo milioni di dollari per bonificare l’area distrutta dalla British Petrolium. «Ai ministri che stanno a Roma dobbiamo dire –ha proseguito Luxuria- che l’ambiente non è casa loro, non è proprietà privata. Noi dobbiamo preservare il nostro ambiente e riconsegnare alle generazioni future il paesaggio come c’è stato dato. In nome di un profitto incerto, immediato, non si può distruggere un ambiente. Noi il petrolio ce l’abbiamo già si chiama bellezza, si chiama turismo, si chiama mare e si chiama paesaggio, e questa è una risorsa inesauribile. Per cui –ha terminato Vladimir- giù le mani dall’Adriatico. Le trivelle ficcatevele da un’altra parte. Utilizzerò tutti i mezzi a mia disposizione, anche le interviste su network nazionali per continuare a parlare di questa cosa e sono disposta a mettermi dinanzi le macchine che costruiranno queste trivelle». Tuttavia una battaglia è stata già vinta: con la vittoria del ricorso al T.A.R. del Lazio per 'Vizi di forma', il Tribunale Amministrativo ha accolto il ricorso della Rete di associazioni contro la ricerca di idrocarburi nel mare Adriatico presentato qualche mese nei confronti della multinazionale irlandese Petroceltic. Ma è solo una battaglia tra le numerose che comporranno la “guerra al No Petrolio”, allo “stupro delle Tremiti”. E siamo solo all’inizio. Una guerra che sarà dura, atroce sul profilo amministrativo, perfino subdola visti i meccanismi che la politica attuale mette in campo. Ma noi della Capitanata non abbiamo paura. La gente del Gargano, dei Monti Dauni, del Tavoliere, della Puglia, del Molise e dell’Abruzzo, e speriamo delle altre regioni italiane lambite dal Mare Adriatico, comprese quelle della costa balcanica, è dura a morire e vender cara la pelle. No alle trivelle nel Mare Adriatico. No al Petrolio nel Mare Adriatico.
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