Rimpatriati beni archeologici pugliesi trafugati e rivenduti in Germania
di Alba Subrizio
BARI - Sei crateri a campana a figure rosse, un
askos e una pelike a figure rosse, un’olla acroma, un kantharos a vernice nera,
tre antefisse, venti monete ed alcuni frammenti in metallo, tutti risalenti al
III- IV sec. a.C. sono i beni archeologici rinvenuti pochi giorni fa dai carabinieri
del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari, supportati dalla Sezione
Operazioni del Comando CC TPC Roma, ed in collaborazione con il Servizio Interpol.
I reperti, dal valore di circa 300 mila euro, erano stati trafugati in Puglia ed
erano arrivati in Germania. Il ricettatore si è rivelato un cittadino tedesco
già coinvolto in traffici internazionali di reperti archeologici in Spagna, Lussemburgo
e Germania, trafugando materiale prezioso mediante scavi clandestini effettuati
tra Puglia e Basilicata. Il recupero è avvenuto grazie alla preziosa
collaborazione della Germania in seguito ad una rogatoria internazionale emessa
dalla Procura della Repubblica di Bari. In tali circostanze è stato anche
restituito un cratere a volute a figure rosse, risalente al IV sec. a.C, rubato ad un privato cittadino della provincia
di Foggia nel 1998 e finito, questa volta, in un museo tedesco nel 2004, che,
appresa la provenienza illecita, ha fornito la massima collaborazione per il
rimpatrio. Grazie alla cooperazione tra le forze dell'ordine il patrimonio sarÃ
restituito alla Soprintendenza per i Beni Archeologici. Una delle poche vicende
risoltesi positivamente, sebbene quella dello scavo clandestino, e conseguente
trafugamento di materiale archeologico, sia per la Puglia acora una piaga da
debellare.
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