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Ddl diffamazione: Siddi, slitta lo sciopero dei giornalisti ma non la protesta

Il segretario della Fnsi: ''Una parte del mondo politico non tollera e non ha mai tollerato la liberta' della stampa'' 

di Redazione

ROMA, 24 Nov (ASCA) - ''Il bavaglio non ci intimidisce. Non ci lasciamo intimidire. Slitta lo sciopero ma non la protesta. Non lasceremo che la propaganda, perche' e' pura propaganda, metta i giornalisti da una parte e i direttori dall'altra. Qui c'e' un mondo politico che ha perso la bussola e vorrebbe imbavagliare la stampa con una legge dai caratteri palesemente incostituzionali: questo e' il colpo di coda di una politica allo sbando, priva di idee e piena di rancori''. Parole del segretario della Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana), Franco Siddi, che in una intervista al 'Giorno' spiega ancora una volta le ragioni della reazione della categoria al testo del ddl diffamazione all'esame del Senato: ''Un gravissimo attacco a tutti i giornalisti italiani''. D - Perche' questo accanimento contro la stampa?. SIDDI - ''C'e' una parte del mondo politico italiano che non tollera, che non ha mai tollerato la liberta' della stampa. Troppe volte i giornalisti si sono trovati a confliggere con il potere e con settori parlamentari. Assistiamo ora a una sotta di regolamento di conti grazie a una legge sulla cui tecnicalita' il governo stesso ha espresso forti critiche''. D - E poi, cosi', sparisce la figura del direttore responsabile?. SIDDI - ''Ma certo. E' una delle contraddizioni palesi del provvedimento. La Fnsi ha sempre ribadito la sua linea di intransigenza a tutela dei diritti all'informazione e alla dignita' delle persone. Misure concrete ed efficaci come la rettifica documentata e riparatrice e il Giuri' per la liberta' e l'informazione non sono state nemmeno prese in considerazione perche' c'e' una patte della politica che vuole far valere poteri di comando e controllo che non le appartengono''. D - Ma puo' bastare uno sciopero per opporsi a tutto questo?. SIDDI - ''Certamente no. Occorre ribadire che lo sciopero, per noi, rappresenta solo uno strumento, un micidiale strumento cui ricorrere in casi estremi, Ma restiamo comunque disponibili, come abbiamo del resto sempre dimostrato, al confronto sui fatti, sulle proposte concrete. In ogni caso non esiteremo a usare tutti gli strumenti a nostra disposizione e se la legge dovesse essere approvata nei termini attuali, che consideriamo inaccettabili, ci appelleremo al Presidente della Repubblica. D'altra parte il Quirinale non potra' promulgarla: per gli evidenti vizi di incostituzionalita'''. D - La stampa ritrovera' la sua unita'?. SIDDI - ''Trovo incredibile il gesto del Giornale e di Libero e di quei colleghi che si sono sottratti a una chiamata che riguarda in prima persona tutti i giornalisti italiani, quando messa in causa la stessa liberta' di stampa. La presa di posizione di quelle testate non diminuisce ma rafforza le ragioni della battaglia che e' sui principi: l'autonomia del giornalismo nella ricerca di verita'. Denunciamo il personalismo di chi crede di essere il microfono di Dio. Mi dispiace per Sallusti, ma non e' il suo vittimismo narcisista che puo' far cambiare le cose''.



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