Spazio pubblicità disponibile

Ultim'Ora

Election day, sondaggio: la "Lista Monti" vale l'8,5%

Secondo l'Istituto Swg: sarebbe il quarto partito dopo Pd, M5S e Pdl. Ieri il premier al Colle per la data delle elezioni 

di Redazione

ROMA, 16 Nov. (TMNEWS) - La cosiddetta "Lista Monti" vale l'8,5 percento dei consensi elettorali. E' quanto emerge da un sondaggio realizzato dall'Istituto Swg in esclusiva per Agorà, su Rai Tre. "Un'ipotetica lista con il nome del presidente del Consiglio - spiega Roberto Weber, presidente dell'Swg - sarebbe il quarto partito". Infatti, tenendo conto di una lista Monti, nelle intenzioni di voto il Pd resterebbe il primo partito con il 25 percento; al secondo posto il Movimento 5 Stelle con il 18,5 percento; terzo il Pdl con il 14,8 percento. Intanto ieri Monti ha discusso con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, prima con una telefonata e poi faccia a faccia, la data delle elezioni. Il premier ha provato a mediare sulla data e ha cercato di capire quali margini ci siano per garantire al governo una conclusione "serena" della sua attività, senza accelerazioni improvvise che rischiano di compromettere il lavoro fatto. Ma per ora non si è arrivati a conclusioni definitive, tanto che difficilmente oggi il Consiglio dei ministri farà più che discutere della questione. Mentre si rafforza l'ipotesi di una mediazione sul voto "accorpato" a marzo. Il capo dello Stato del tema ha detto di non voler parlare, ma ha sottolineato come "non si può giocare con il rischio fallimento dello Stato". Un appunto che in molti leggono come un richiamo a non fare scherzi sulla legge di stabilità. E del resto, anche nel colloquio con Monti si sarebbe convenuto che prima di ogni ipotesi di voto il governo dovrà avere concluso i provvedimenti economici ancora in ballo. E poi che si arrivi ad una riforma della legge elettorale, non fosse altro che per rispettare la sentenza della Consulta sulla soglia per il premio di maggioranza. E poi resta la volontà di Napolitano di non essere lui a nominare il futuro governo. Concetti che Monti avrebbe ripetuto ai suoi interlocutori della maggioranza, cercando di capire come arrivare ad una soluzione che tenga insieme le diverse esigenze. Dopo di che, il colloquio con Napolitano. Al termine del quale dal Quirinale fanno sapere che "si sta ragionando sulla situazione". Ovvero "cosa c'è da fare, come lo si fa, in quanto tempo". Frase che fonti parlamentari leggono come una disponibilità del Colle a valutare appunto l'election day a marzo, visto che fino a mercoledì la linea era invece quella di ribadire la nota del 3 novembre, quando il capo dello Stato fece sapere che "negli ambienti del Quirinale non si coglie il senso del parlare a vuoto di elezioni anticipate non essendone presentate le condizioni e non emergendo motivazioni plausibili".



Nessun commento