Libri. Il nuovo libro di Gratteri e: la 'ndrangheta e l'omertà
FOGGIA, 20 NOV. - "La libertà
comincia con un monosillabo: sì o no" diceva Octavio Paz; è quanto hanno ricordato
ieri sera alla libreria Ubik di Foggia Nicola Gratteri, magistrato tra i più
esposti nella lotta contro la ‘ndrangheta, e Antonio Nicaso, storico delle
organizzazioni criminali, tra i massimi esperti di ‘ndrangheta del mondo, che
hanno presentato il loro ultimo libro "Dire e non dire", evocativo
dell'omertà che ci circonda sin dalla copertina che raffigura le tre classiche
iconografie del "non sento", "non parlo", "non
vedo". Sono passati cinque anni dalla strage di Duisburg, quando sei
persone tutte originarie della Calabria furono uccise nella cittadina tedesca
il 15 agosto 2007; tale episodio fece conoscere a tutto il mondo il fenomeno
'Ndrangheta, da allora non più circoscritto alla sola Italia. L'omertà e il
clima di paura sono gli ingredienti che hanno permesso alla 'ndrangheta di
proliferare non solo nel Mezzogiorno d'Italia, bensì soprattutto al Nord e ora
in tutta Europa fino all'America Latina. Difatti Gratteri racconta che la
maggior parte dei latitanti vivono comodamente all'estero, poiché qui nessuno
li cerca; «Molto spesso l'Unione europea si interessa di tante norme che
regolano i rapporti tra stati ma non giungiamo ad un accordo riguardo alla
criminalità» asserisce il magistrato calabrese, che allude nella fattispecie al
fatto che in altri paesi, a differenza dell'Italia, non vige il "ritardo
d'arresto" (ovvero la possibilità di non arrestare un corriere di cocaina
pur di arrivare al carico e al mandante, che è ciò che interessa di più). Nel
libro di Gratteri-Nicaso si esaminano anche quelli che sono i codici di questa
associazione segreta: «Abbiamo recuperato un glossario che le cosiddette
'farfalle' utilizzavano per comunicare; si tratta di un linguaggio criptico,
talvolta sostituito da suoni» spiega Nicosi. Ad oggi la 'Ndrangheta è
l'associazione mafiosa più accreditata in Sudamerica, specie nello spaccio di
cocaina, grazie alla grande liquidità di denaro che questa procura; ma cosa
assai più grave è che rispetto a cinquant'anni fa la mafia è la principale
erogatrice di denaro nel settore edilizio, e talvolta –non teme di dirlo il
magistrato- anche nella politica: lì dove le banche non vogliono fare prestiti
intervengono le associazioni mafiose, «vogliamo ignorarle perché i soldi delle
mafie servono a tutti» è il duro commento di Gratteri, che continua: «Quando si
parla di criminalità organizzata, non si può declinare il compito alle sole
forze dell'ordine, è necessaria bensì la cooperazione di tutti. Oggi vedo una
maggiore mobilitazione della società ma manca ancora un coinvolgimento della
classe politica. Forse perché viviamo in un Paese in cui le mafie procurano voti?».
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