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Libri. Il nuovo libro di Gratteri e: la 'ndrangheta e l'omertà

Gratttieri e Nicassio. (foto) ndr.

di Michele Loconsole

FOGGIA, 20 NOV. - "La libertà comincia con un monosillabo: sì o no" diceva Octavio Paz; è quanto hanno ricordato ieri sera alla libreria Ubik di Foggia Nicola Gratteri, magistrato tra i più esposti nella lotta contro la ‘ndrangheta, e Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali, tra i massimi esperti di ‘ndrangheta del mondo, che hanno presentato il loro ultimo libro "Dire e non dire", evocativo dell'omertà che ci circonda sin dalla copertina che raffigura le tre classiche iconografie del "non sento", "non parlo", "non vedo". Sono passati cinque anni dalla strage di Duisburg, quando sei persone tutte originarie della Calabria furono uccise nella cittadina tedesca il 15 agosto 2007; tale episodio fece conoscere a tutto il mondo il fenomeno 'Ndrangheta, da allora non più circoscritto alla sola Italia. L'omertà e il clima di paura sono gli ingredienti che hanno permesso alla 'ndrangheta di proliferare non solo nel Mezzogiorno d'Italia, bensì soprattutto al Nord e ora in tutta Europa fino all'America Latina. Difatti Gratteri racconta che la maggior parte dei latitanti vivono comodamente all'estero, poiché qui nessuno li cerca; «Molto spesso l'Unione europea si interessa di tante norme che regolano i rapporti tra stati ma non giungiamo ad un accordo riguardo alla criminalità» asserisce il magistrato calabrese, che allude nella fattispecie al fatto che in altri paesi, a differenza dell'Italia, non vige il "ritardo d'arresto" (ovvero la possibilità di non arrestare un corriere di cocaina pur di arrivare al carico e al mandante, che è ciò che interessa di più). Nel libro di Gratteri-Nicaso si esaminano anche quelli che sono i codici di questa associazione segreta: «Abbiamo recuperato un glossario che le cosiddette 'farfalle' utilizzavano per comunicare; si tratta di un linguaggio criptico, talvolta sostituito da suoni» spiega Nicosi. Ad oggi la 'Ndrangheta è l'associazione mafiosa più accreditata in Sudamerica, specie nello spaccio di cocaina, grazie alla grande liquidità di denaro che questa procura; ma cosa assai più grave è che rispetto a cinquant'anni fa la mafia è la principale erogatrice di denaro nel settore edilizio, e talvolta –non teme di dirlo il magistrato- anche nella politica: lì dove le banche non vogliono fare prestiti intervengono le associazioni mafiose, «vogliamo ignorarle perché i soldi delle mafie servono a tutti» è il duro commento di Gratteri, che continua: «Quando si parla di criminalità organizzata, non si può declinare il compito alle sole forze dell'ordine, è necessaria bensì la cooperazione di tutti. Oggi vedo una maggiore mobilitazione della società ma manca ancora un coinvolgimento della classe politica. Forse perché viviamo in un Paese in cui le mafie procurano voti?». 



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