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Ilva/ Istanza dissequestro impianti Taranto: "Senza si chiude"


Se permanesse sequestro si arriverebbe a chiusura polo produttivo
 

di Redazione

ROMA, 21 nov. (TMNEWS) - "Se il sequestro preventivo dovesse permanere, pur a fronte del mutato quadro autorizzatorio e delle sottese valutazioni, compiute dalle Autorità tassativamente competenti, l'ovvia insostenibilità economico-finanziaria delle novellate condizioni di esercizio - e della finalità d'eccellenza e di unicità nel contesto europeo, che le anima - condurrebbe inevitabilmente alla definitiva cessazione dell'attività produttiva ed alla chiusura del polo produttivo". E' questo lo scenario proposto senza mezzi termini dal presidente dell'Ilva Bruno Ferrante e dal legale Marco De Luca nella richiesta di dissequestro consegnata ieri ed ora al vaglio dei vertici della procura ionica. Nell'istanza, il legale ed il presidente dell'Ilva scrivono chiaramente che "il nuovo quadro autorizzativo (la revisione dell'Aia da parte del ministero per l'Ambiente che prevede nuove e più incisive prescrizioni per il siderurgico n.d.r.) postula interventi ed investimenti, anche nel breve termine, per valori che comportano il ricorso al credito, ciò che risulta impossibile in costanza di provvedimenti limitativi della proprietà e della gestione dello stabilimento". In altre parole, scrivono ancora Ferrante ed il legale dell'Ilva, "o cessa il vincolo cautelare reale posto sull'area a caldo dello stabilimento Ilva di Taranto, o l'ottemperanza all'incisivo piano di interventi di adeguamento e il rispetto dei nuovi limiti di emissioni diviene - da subito - economicamente insostenibile".



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