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Israele sospende piani attacco via terra. Ore cruciali per tregua

Ban Ki-moon: tutti cessino il fuoco. Attesa Hillary Clinton al Cairo. Nella notte tra lunedì e martedì ancora raid 

di Redazione

ROMA -  Gerusalemme, 20 nov. (TMNews) - Si moltiplicano i segnali di un possibile cessate il fuoco nella Striscia di Gaza; oggi arriveranno in Israele sia il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, che il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. Intanto il governo israeliano ha "sospeso provvisoriamente" ogni pianificazione per un'offensiva terrestre sulla Striscia, in modo da dare tempo alla mediazione egiziana in corso: lo hanno reso noto fonti dell'esecutivo dello Stato ebraico. I raid aerei però sono continuati questa notte e il bilancio di vittime palestinesi conta 109 morti dall'inizio dell'offensiva. Il leader politico di Hamas Khaled Meshal e il capo della Jihad Islamica Ramadan Abdullah Shalah si incontreranno questa mattina con il ministro dell'Intelligence egiziana, Raafat Shehata, per definire gli ultimi dettagli dell'accordo di cessate il fuoco con Israele nella Striscia di Gaza. Stando a quanto riferisce il quotidiano israeliano Haaretz, se i due leader accetteranno l'accordo consegnato all'Egitto da Israele, verrà dichiarato il cessate il fuoco. Secondo fonti egiziane, l'accordo prevede due fasi: dopo l'applicazione del cessate il fuoco, le parti tornerebbero infatti a discutere sui valichi di Gaza e sulla revoca del blocco imposto da Israele alla Striscia. Sono quindi ore decisive: la tregua è vicina e potrebbe arrivare già oggi, a condizione che Israele dia prova di maggiore flessibilità, hanno detto fonti egiziane al quotidiano israeliano Haaretz. "Tutte le parti in causa devono cessare immediatamente il fuoco" nella Striscia di Gaza, ha dichiarato dal canto suo il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, in visita al Cairo. E, intanto, Hillary Clinton è attesa in Israele per sostenere i negoziati in corso per far cessare le ostilità. Come il segretario dell'Onu, anche Clinton andrà in visita a Ramallah, centro dell'Autorità nazionale palestinese riconosciuta a livello internazionale. "C'è un 50% di probabilità tra un cessate il fuoco e un ampliamento delle operazioni", ha detto al quotidiano una fonte israeliana. Secondo Haaretz, sia Netanyahu che il ministro della Difesa Ehud Barak sarebbero riluttanti a lanciare l'offensiva di terra, convinti che dovrebbe essere avviata solo se Hamas respingesse ogni negoziato e che avrebbe comunque solo benefici militari limitati. L'operazione avrebbe, di contro, pesanti ripercussioni a livello diplomatico, sia nei rapporti con Paesi come Egitto e Giordania, sia per l'immagine di Israele nel mondo. Lo stesso presidente israeliano Shimon Peres ha dichiarato che "smettere di combattere è la scelta migliore per tutti noi". Intanto i raid sulla Striscia di Gaza continuano e le vittime dall'inizio dell'offensiva sono 109 e 900 feriti, solo dalla parte palestinese. A questi si aggiungono tre morti israeliani. Gli Stati Uniti non autorizzeranno una dichiarazione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sul conflitto nella Striscia di Gaza che possa minare gli sforzi in atto per arrivare a un cessate il fuoco, ha dichiarato l'Ambasciatore Usa al Palazzo di vetro, Susan Rice. Al termine di una giornata di colloqui tra i 15 Paesi membri del Consiglio, la Russia ha annunciato che, se non verrà approvata entro martedì mattina la dichiarazione proposta dai Paesi arabi per sollecitare la fine delle ostilità tra Hamas e Israele, premerà perchè si voti una vera risoluzione per il cessate il fuoco. Iniziativa che spingerebbe Washington a porre il veto. Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania hanno criticato la dichiarazione presentata dai Paesi arabi perchè non si fa riferimento al lancio di razzi contro Israele dalla Striscia di Gaza.



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