Spazio pubblicità disponibile

Ultim'Ora

L'inno di Mameli sarà insegnato a scuola, la Lega protesta

Ok dal Senato anche alla Giornata dell'unità nazionale il 17 marzo, ddl è legge. Salvini: allora si faccia anche in sedi Equitalia 


di Redazione

ROMA, 8 Nov. (TMNEWS) - La Lega insorge contro il ddl approvato oggi in Senato che rende obbligatorio l'inno di Mameli nelle scuole. Con 208 voti a favore, 14 contrari e 2 astenuti, l'aula ha dato il via libera definitivo alla legge che istituisce la nuova festività della Giornata dell'unità nazionale, il 17 marzo, e prevede l'insegnamento del testo di Mameli. Dure le reazioni del Carroccio all'ok incassato dal provvedimento. "Gli schiavi di Roma hanno gioito oggi per l'approvazione fraudolenta dei disegni di legge sul l'insegnamento dell'inno di Mameli e della seconda festa dell'unità d'Italia. Seconda perché già c'è quella del IV novembre, appunto, festa dell'unità nazionale e delle forze armate" ha attaccato il senatore della Lega Paolo Franco". "Evidentemente non bastava la cipria per quest'Italia sconquassata - ha proseguito - ma ci voleva anche il lifting, inutile, retorico e che in più offende la gente oppressa dalle tasse e dalle leggi di questo stato borbonico". Matteo Salvini, europarlamentare della Lega Nord e segretario della Lega Lombarda, ha proposto "la diffusione quotidiana anche in tutte le sedi dell'Agenzia delle Entrate e di Equitalia: siam pronti alla morte, Italia chiamò" ha scritto su Facebook. "Effettivamente era una delle emergenze per il Paese, era proprio quello di cui la gente sentiva il bisogno", ha poi ironizzato l'esponente del Carroccio. "Mi sa proprio che il povero Salvini si sia bevuto troppa acqua del Po. Non si spiega altrimenti come possa continuare a farneticare insieme ai suoi amici con le corna in testa di inesistenti Padanie e denigrare il Tricolore", ha commentato Riccardo De Corato, vice presidente del Consiglio Comunale di Milano e parlamentare del Pdl. "Quando si canta, purché non sia stonato, per me va sempre bene" ha invece scherzato Roberto Maroni.



Nessun commento