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Monti: Oltre destra e sinistra. Pronto a 'salire in politica'

Annuncio del presidente del Consiglio nella conferenza stampa di fine anno: ''Non mi schiero con nessuno ma se richiesto valutero' l'indicazione a premier.

 

di Redazione

ROMA, 23 Dic. (ASCA) - Mario Monti per ora saluta. Lascia da premier dimissionario, per via di quelle ''parole che pesano'' pronunciate in Aula da Angelino Alfano, segretario del Pdl, incaricato di avviare la crisi di governo. Lascia Palazzo Chigi, quindi, al momento in maniera definitiva. Poi, qualora alcune forze politiche - pronte a seguire alla lettera le disposizioni previste dall'ormai nota agenda Monti, presto disponibile su internet -, gli chiedano di ricandidarsi a presidente del Consiglio e a scendere di nuovo in campo per proseguire il percorso di riforme avviate negli ultimi 13 mesi (meglio, 'salire'' in politica, visto il rilievo e la dignita' dei ruoli istituzionali), valutera'. Nel frattempo, l'ancora capo dell'esecutivo, che dice di non schierarsi a priori con nessuno, liberatosi di incombenze e scadenze parlamentari (''le elezioni saranno gestite con assoluta imparzialita''', assicura), scopre gradualmente le carte, a seguire nella mezz'ora di trasmissione dell'Annunziata, su Rai3. Nella conferenza stampa che, oltre al bilancio di fine anno, sembra offrire un anticipo di campagna elettorale - non soltanto per i continui e diretti affondi nei confronti di Silvio Berlusconi - annuncia: ''Pur di non dissipare i sacrifici fatti'' finora dagli italiani, e ''non certo per convenienza personale'', qualora gli venga prospettato di guidare un potenziale nuovo centro progressista, non certo alternativo per definizione a quelle categorie di destra e sinistra non piu' attuali, sarebbe pronto a valutare l'ipotesi. ''Negli ultimi tempi si e' molto parlato di agenda Monti - attacca nel tradizionale incontro con la stampa organizzato dall'Ordine dei giornalisti -. Abbiamo prodotto un documento che sara' presto disponibile. Si chiama 'Cambiare l'Italia, riformare l'Europa. Agenda per un impegno comune'. E' un primo contributo per una riflessione aperta''. Aperta a tutti, tiene a precisare, quindi ''erga omnes''. In ogni caso, ''non saro' candidato a un particolare collegio in quanto sono senatore a vita. Se una o piu' forze politiche, con credibile adesione alla mia agenda o a una migliore che anch'io trovi convincente, manifestassero il proposito di candidarmi a presidente del Consiglio valuterei la cosa. A nessuno si puo' impedire di fare questo e, se permette, a nessuno diverso da me si puo' dare la decisione se eventualmente io sarei disponibile o no. A priori direi si' che e' cosa diversa dal dare il nome ad altri per liberi utilizzi''. E se una ''scomposizione del quadro politico'' fosse necessaria, con la conseguente fine del bipolarismo, ''per dare una massa critica a chi vuole il cambiamento, allora ben venga''. ''Abbiamo visto che ci sono cespugli di volonta' riformista al centro, a sinistra e a destra - aggiunge -, ma la geografia parlamentare rende loro difficile erogare uno sforzo congiunto verso un asse che passa attraverso le parole di volonta' di cambiamento ed Europa. Piu' che a destra e a sinistra, il cambiamento e' l'Europa. Ecco perche' la nostra agenda non e' indirizzata al centro, non alla destra o alla sinistra, ma e' erga omnes. Chiunque trovi un minimo interesse la consideri, penso che di fronte a queste sfide ci vogliano coalizioni ampie''. ''Vorrei - continua Monti - che partiti e forze sociali si schierassero con le idee e spero che la nostra agenda possa contribuire a dare concretezza al dibattito. Mi auguro che le idee possano essere condivise da una maggioranza in Parlamento e comunque contribuiscano a suscitare nel dibattito elettorale dei prossimi mesi energie nuove''. Fatta piu' o meno chiarezza sui suoi prossimi passi, Monti rivendica la bonta' del suo operato, al netto di frenate e limitazioni imposte da una maggioranza eterogenea e dalle resistenze manifestate dall'amministrazione pubblica nel suo complesso. Ma tant'e': ''In un anno, con il concorso del Parlamento, posso dire che quella emergenza finanziaria e' stata superata e gli italiani possono di nuovo essere cittadini d'Europa a testa alta''. ''Oggi e' facile dimenticare la drammaticita' di quei momenti'', e lo scorso anno, ricorda, ''nelle mie prime uscite europee da premier, verso la fine di novembre, la situazione dell'Italia era cosi' precaria che eravamo, forse a torto, circondati da diffidenza. Mi sono trovato in una situazione che mi ha fatto venire in mente le parole di Alcide De Gasperi: 'Prendo la parola in questo consesso mondiale e sento che tutto, tranne la vostra cortesia, e' contro di me''. Come con De Gasperi nel' 46, sottolinea Monti, anche oggi ''l'emergenza e' superata. Siamo usciti a testa alta dalla pericolosa strettoia senza accettare gli aiuti che pure ci venivano autorevolmente suggeriti nei primi mesi di vita del nostro governo. Siamo, sono sempre stato convinto che l'Italia potesse farcela da sola. E il destino di altri paesi che non ce l'hanno fatta da soli mi induce a ritenere che fosse la strada giusta''. Il premier lancia poi diverse stoccate a Berlusconi, oggi leader di un Pdl che ha accelerato la chiusura anticipata della legislatura: ''Sento il dovere di dire una parola di gratitudine e di sbigottimento al tempo stesso nei confronti del mio predecessore, Silvio Berlusconi. Gratitudine per una cordialita' reciproca che risale nel tempo, ma, anche per il rapporto schietto che abbiamo avuto in questo anno: devo dire che talora faccio fatica a seguire la linearita' del pensiero''. Come dire, non si puo' prima appoggiare, poi denigrare, nel giro di poche ore, l'azione dell'esecutivo, annunciando infine di aver chiesto proprio a Monti di guidare il fronte dei moderati alle prossime elezioni. ''Ieri Berlusconi l'ha definita un disastro, nei giorni prima ho letto dichiarazioni invece lusinghiere. Rimane un quadro di comprensione mentale che a me sfugge - spiega Monti - e che non poteva costituire base per l'accettazione di una proposta peraltro generosa come quella di prendere la leadership dei moderati''. E ancora, sempre sull'ex premier: ''Certo se uno dice in Italia 'sono stato protagonista dei Consigli europei perche' tutti mi guardavano per sentire l'ultima parola', e' normale che gli italiani ci credano. Qui non e' questione di essere sprovveduti, ci credono perche' non hanno i racconti degli altri e tutti in Europa sanno che questo non e' mai stato vero, in nessuna occasione. Cosi' come a Oslo per la cerimonia del Nobel all'Ue, si e' conversato con i capi di governo e io ho detto 'sapete che in Italia vengo accusato di essere succube della signora Merkel''?'. Sono scoppiati tutti a ridere: la signora Merkel, Barroso, Von Rompuy e gli altri perche' sono visto come uno dei pochi che - adesso c'e' Hollande, prima Sarkozy di meno - al Consiglio europeo si permette di articolare punti di vista diversi e qualche volta questo lascia traccia nelle decisioni''. Sul fronte economico Monti afferma che se nell'immediato futuro si dovesse togliere l'Imu, ''chi verra' a governare un anno dopo dovra' rimettere un'Imu doppia''. Noi, rimarca, non abbiamo aumentato le tasse e messo l'Imu'' per fare ''una politica anticiclica, ma per farci sopravvivere in condizioni di emergenza''. In ogni caso, ammette, ''sul controllo della spesa pubblica certamente va fatto di piu', anche di quello che abbiamo fatto noi'', mentre sulla ''riforma del lavoro e l'accordo sulla produttivita''', Monti critica la Cgil, definendola ''una componente sindacale, che non vuole evolvere'' e che cosi' facendo ''danneggia i lavorati italiani''. Da Monti poi una frecciata anche al leader di Sel Nichi Vendola, definito dal professore un ''conservatore sotto molto profili'' perche' non riconosce che ''nell'agenda Monti c'e' molto pink e molto green''. Convinto infine che sia meglio ''fare leggi ad nationem che ad personam'', Monti traccia infine un programma in 5 punti per quanto riguarda il settore giustizia: ''Occorre un rafforzamento della disciplina del falso in bilancio, un ampliamento della disciplina sul voto di scambio, un trattamento in materia di prescrizione, una disciplina sulle intercettazioni e una piu' robusta disciplina sul conflitto d'interessi''. Un modo per rimarcare sempre piu', qualora ce ne fosse bisogno - analizzano i soliti maligni - le distanze con il suo predecessore.



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