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Palazzinari e finanze: indagato il loro fertile sottobosco

di Nico Baratta

FOGGIA - Foggia doveva essere una «città giardino», come ha detto il Capo della Procura di Foggia il dott. Vincenzo Russo, al quale va tutto il nostro sostegno a proseguire nelle sue giuste e legali azioni, con l’auspicio di rimandare ancora per una volta la sua prossima destinazione. O forse Foggia doveva essere una «piccola Montecarlo» come affermato da alte cariche istituzionali locali. Ed invece la nostra cara amata città è diventata, ahinoi, il sottobosco di scambi di favore tra palazzinari a scapito della collettività. Non è che la notizia abbia suscitato scalpore, visti i continui “Do Ut Des” che la “fabbrica del cemento abbellita con un tenue verde maculato” pratica da decenni nel nostro Belpaese. Il clamore è aver portato a galla, senza filtri esterni o comunicati preventivi messi in atto da chi presagiva possibili indicazioni, l’illegale pratica burocratica che alcuni nostri palazzinari e amministratori pubblici avrebbero applicato per aggiudicarsi dapprima i terreni e poi i soldi per la realizzazione delle loro opere. Tutto ciò va a merito di chi ha condotto le indagini. La Guardia di Finanza di Foggia, con il suo Nucleo di Polizia Tributaria, dopo accurate indagini, ha scoperto illeciti finanziari tra agenzie finanziarie e costruttori, con l’ingenuità di amministratori pubblici definiti, per ora, “distratti”; a tal riguardo ci riserviamo di mantenere toni nel rispetto della legge e della non ancora provata partecipazione della Cosa Pubblica, dalla quale attendiamo smentite nel bene delle persone implicate e della comunità che rappresentano nella loro funzione pubblica. Staremo a vedere! Per ora le indagini dicono (a sunto di quanto già è stato ampiamente detto e scritto con caratteri cubitali) che sono state sequestrate polizze fideiussorie per un valore di 73 milioni di euro e terreni estesi su 700 mila mq e oltre: il tutto per un valore complessivo che rasenta i 200 milioni di euro. «Abusivismo finanziario nel settore delle costruzioni e dei cantieri edili» a voce degli inquirenti, che sarebbero stati avviati con i progetti PRUSST (programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio) e dei PIRP (programmi integrati di riqualificazione delle periferie), non solo dell’attuale amministrazione comunale, bensì delle precedenti. Un amaro in bocca per i ceti sociali meno abbienti (fin troppo amaro…dopo l’attuale scoperta) che da tempo attendevano la tanto desiderata casa popolare e che ora potrebbero vedersela svanire per ovvie ragioni di controlli, che dilaterebbero esponenzialmente i tempi di “giusta consegna”. Da porre in evidenza che solo a Foggia i mq occupati abusivamente per abitazioni sono innumerevoli; tra questi vi sono le abitazioni di proprietà dello IACP che risulterebbero 150, poi vi sono i mq di proprietà del Comune capoluogo dauno e locali vari adibiti ad altri usi, spesso associativi. Dalle indagini è emerso che a rilasciare le polizze contrassegnate dagli inquirenti come “fasulle”, sarebbe stata una società inglese, la Vikay Financial Service ltd, società non autorizzata a svolgere attività finanziaria in Italia, che non ha una sede in Italia, e che a capo vi sarebbe amministratore barese, Felice Di Gennaro. Le aree sequestrate dalla magistratura sono tutte inserite nell'ambito dei programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio, come precedentemente illustrato: l’area Croci Nord, quella di via Bari, di Foggia2 (porta d’ingresso della zona industriale ASI di Foggia, e qui la dice lunga per i tanto auspicabili investimenti messi in campo), l’area destinata alla costruzione del Parco della Cultura e dello Sport (quella dove tempo fa si discusse se il progetto in essere aveva invaso terreni archeologicamente protetti o ricchi di testimonianze neolitiche non ancora portate alla luce), ed infine l’area in zona Ordona Sud. Nomi eccellenti nel campo delle costruzioni edili di Foggia, i soliti noti tanto per intenderci, manipolatori del bene collettivo e i soliti che decidono se cementificare un’area e perciò “guidare” lo sviluppo locale e porre veti sulle attese di un Comune che stila graduatorie abitative senza poi darne prosecuzione in base alle necessità della popolazione locale. Graduatorie fatte e rifatte negli anni come se volessero attendere la rivalutazione di situazioni finanziarie degli aventi diritto per poi negargliele a fronte di richieste soggettive. Ci permettiamo di “suggerire”, secondo il nostro modesto modo di interpretare le necessità pubbliche e collettive, che una casa popolare la si da in base al reddito e nucleo familiare e sue necessità legate alla salute dei componenti, insomma per il suo stato sociale abbiente, per poi toglierla a favore di chi ne ha diritto dopo accurate valutazioni economiche – familiari – sociali – sanitarie migliorate. Ed invece, e non solo a Foggia, si assiste alla solita gara d’appalto “fai da te” o ad abitazioni concesse ma non fruibili poiché son state occupate illegalmente o vendute da falsi aventi diritto a chi attendeva da anni un tetto. Occupate illegalmente, come detto: a tal proposito si vedano i molteplici casi di Borgo Mezzanone dove l’intimidazione di pochi detta legge sull’intera area abitativa del borgo. Il Comune di Foggia e le autorità competenti dell’area indicata conoscono bene i problemi di tante famiglie che anni fa gli furono assegnate case, per poi vedersele togliere, con mobilia annessa, da personaggi della mala, approfittando dell’assenza temporanea di 12 ore (il tempo di lavorare e mandare i figlia a scuola, tanto per intenderci) del beneficiario. Una situazione che destò poca attenzione poiché la mala del luogo è più forte di chi dovrebbe debellarla (a detta di chi doveva intervenire) e che incute paura e destabilizzazione sociale. Ma i nomi scritti sulle carte della magistratura sono anche di persone che a Foggia avevano una reputazione finora immacolata e credibilità al di sopra delle parti, come quello del Dirigente dell’Urbanistica del Comune di Foggia che riteneva idonee le polizze presentate dai costruttori, purtroppo senza che nessuno avesse fatto i controlli del caso. Ingenuità, come detto? Vedremo e speriamo che sia così (fino a prova contaria…). Gente che, in parte, credevamo onesta e che ora risulta indagata. E che fino a sentenza finale non possiamo e dobbiamo etichettare, solo “attenzionare”, purtroppo. Ma quella parte che noi credevano “onesta” ora è sinonimo di presumibile truffa. E in mezzo a questa probabile truffa, il popolo foggiano ne paga le spese e con esso chi, durante gli anni trascorsi, ha cercato di investire nel nostro territorio incontrando “ominicchi imprenditori e scaltri politici approfittatori” ancora in carica, e scontrandosi con pratiche fasulle e killer per la nostra Foggia. Fa bene la magistratura inquirente a scoprire tombe risapute e indagare su tombaroli conosciuti e presunti tali. Forse da qui la rinascita di Foggia avrà un inizio, sempre se il popolo foggiano avrà il coraggio di cambiar le carte in tavola delegando persone nuove per amministrare e gestire la Cosa Pubblica.



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