Rita Levi Montalcini ci ha lasciato. Una perdita incolmabile
di Nico Baratta
FOGGIA, 30 Dic. - Centotre anni. Una vita vissuta all’insegna della scienza rincorrendo la vita nella sua essenziale virtù.
Rita Levi Montalcini si è spenta da poco nella sua casa romana, in via di Villa Massimo. Nata a Torino il 22 aprile 1909, da padre ingegnere e matematico e da madre pittrice, nel 1986 fu insignita del Premio Nobel per la medicina per la scoperta e identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa, senatrice a vita dal 2001 per volere dell’allora Presidente Carlo Azeglio Ciampi, la Montalcini era da alcuni giorni “ricoverata in casa”, in compagnia dei suoi cari. All’improvviso il peggioramento che ha obbligato i suoi familiari a ricorrere al 118 che ha constatato, purtroppo, il decesso.
Prima donna ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze, la scienziata si è sempre distinta per la sua disponibilità e grande senso sociale verso i più bisognosi.
Messaggi di cordoglio sono giunti da tutto il mondo, convergendo su unici valori inalienabili per il bene dell’umanità : “donna dai grandi valori umani”, “persona di cultura e spirito di ricerca”, “donna forte nello spirito e nella sostanza”, “donna appassionata e innamorata del suo lavoro, delle genti meno abbienti, degli ammalati”, “donna di grande fibra e passione umana e civile”.
La dipartita di Rita Levi Montalcini , per l’Italia e l’umanità , è stata una perdita incolmabile che con il suo sorriso comunicava felicità . «Ho un'intelligenza mediocre. Il mio solo merito è l'impegno» continuava a ripetere a tutti noi. «Non cancellate il futuro dei giovani ricercatori» il messaggio che da anni lanciava ovunque parlava.
Centore anni vissuti in pieno, sempre in primo piano per il prossimo. La giovinezza gli era già stata ostile: iscritta all'università contro il volere del padre perché donna, e dopo le leggi razziali, il regime fascista la espulse dall'ateneo. Ma non mollò al punto da costruirsi un laboratorio personale e durante la 2^ Guerra Mondiale aiutando i partigiani feriti. Nella sua vita da politica la Montalcini dovette subire offese pesanti da parlamentari : gli insulti di Storace alla vigilia del voto della Finanziaria del 2007 fondamentale per la sopravvivenza del governo Prodi «Le porteremo a casa le stampelle», quelli di Roberto Castelli «uno spreco e un mercimonio» i finanziamenti all'European Brain Research Institute da lei diretto, e quelli che nell’agosto del 2011 con l'uscita di Umberto Bossi: «Scilipoti? Meglio lui di quella scienziata». Ma Rita Levi Montalcini replicava sempre «Non sto neanche a sentirli» e sempre senza perdere il suo dolce sorriso.
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