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Siria: Brahimi chiede un "cambio vero" a Damasco

di Redazione

ROMA, 27 Dic. (AGI) - Dopo 21 mesi di guerra civile, 45.000 morti e l'impiego di armi chimiche da parte del regime, l'inviato di Onu e Lega Araba, Lakhdar Brahimi, ha chiesto "un cambiamento reale" in Siria. Lo ha fatto al termine di una missione di cinque giorni nel Paese e una girandola di incontri a Damasco, tra cui quello con il presidente Bashar al-Assad. Brashimi ha auspicato la creazione di un governo di transizione con pieni poteri per traghettare il Paese fino a nuove elezioni. In linea con quanto ribadito anche oggi dall'opposizione siriana, il governo francese ha precisato che Assad, avendo "la responsabilita' di 45mila vittime del conflitto, non puo' far parte della transizione politica nel Paese". Brahimi pero' non si e' pronunciato sulla sorte di Assad in questo contesto. Intanto Mosca ha smentito l'esistenza di un accordo con gli Usa su un governo di transizione che preveda anche la partecipazione del presidente che in questo modo porterebbe a termine il suo mandato fino al 2014. Nelle ultime settimane, l'inviato speciale di Onu e Lega Araba sulla Siria, ha lavorato intensamente con Mosca e Washington per cercare di concretizzare l'accordo raggiunto a Ginevra la scorsa estate che chiedeva il dialogo tra il regime e l'opposizione. In attesa di recarsi sabato a Mosca, Brahimi non ha precisato quali siano le misure necessarie, limitandosi a dire che "il cambiamento necessario non e' cosmetico ne' superficiale". Il popolo siriana aspira "a un cambiamento reale e tutti sanno cosa questo significhi", ha aggiunto, "deve essere creato un governo con pieni poteri" che resti "in carica per un periodo transitorio". A Mosca sono in corso colloqui tra la diplomazia russa e una delegazione del governo di Damasco, guidata dal vice ministro degli Esteri siriano, Faisal Muqdad. L'intensificarsi dello sforzo diplomatico del Cremlino si inquadra in un nuovo atteggiamento verso l'alleato Assad. Nella conferenza stampa dello scorso 20 dicembre a Mosca, il presidente Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia non e' preoccupata per la sorte del leader siriano, ma del futuro del Paese e capisce che "sono richiesti cambiamenti" in un contesto che vede "una famiglia al potere da 40 anni". L'uso delle armi chimiche da parte del regime siriano e' stato il tema al centro di un incontro segreto tra il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, e re Abdullah II di Giordania.



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