Concordia: De Falco "Non sono un eroe"; Schettino "non fu colpa mia"
di Redazione
Firenze, 13 Gen. (AGI) - Nel giorno del ricordo del naufragio che dodici mesi fa causo' 32 morti, di cui 2 ancora non ritrovati, e' stata riposizionata in mare la porzione dello scoglio delle Scole che squarcio' per 70 metri la fiancata della Costa Concordia. Alla cerimonia per ricordare quel 13 gennaio del 2012 hanno partecipato molti familiari delle vittime e numerosi abitanti del Giglio. Tra le tante autorita', anche il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini. All'atto della posa, nel silenzio irreale, 32 volte, come il numero delle vittime, hanno riecheggiato i suoni delle sirene per ricordare la tragedia. Poco dopo, nella Chiesa dei Santi Lorenzo e Mamiliano al Porto, e' stata celebrata la Messa di suffragio officiata dall'arcivescovo di Sovana, Pitigliano e Orbetello, monsignor Gugliemo Borghetti, con la partecipazione del coro di Isola del Giglio. L'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Sergio Ortelli e la comunita' hanno commemorato le vittime e conferito le onorificenze ai corpi del soccorso organizzato.
DE FALCO, NON MI SENTO EROE HO FATTO SOLO MIO DOVERE
"Non mi sento un eroe, ho fatto solo il mio dovere". Lo afferma il comandante Gregorio De Falco, della Capitaneria di Porto di Livorno ai microfoni di Sky Tg24. "Sono scomparso per questi 365 giorni proprio perche' c'e' stata un'eco eccessiva, a mio modo di vedere. Mi sono sottratto in rispetto delle vittime", aggiunge. Oggi de Falco ha assistito alla messa sull'isola del Giglio in ricordo del naufragio in cui persero la vita 32 persone.
CONCORDIA: SCHETTINO, NON ERA 'INCHINO' MA PASSAGGIO PIANIFICATO
"Avevo indicato una rotta che passava a circa mezzo miglio dalla costa del Giglio, circa 600 metri...in realta' non eravamo alla distanza minima ma la nave stava puntando verso gli scogli". E' uno dei passaggi dell'intervista rilasciata da Francesco Schettino a 'L'Arena', il programma di 'Domenica In' condotto da massimo Giletti, nel giorno dell'anniversario del naufragio della Costa Concordia davanti all'Isola del Giglio. Ripercorrendo quanto accaduto quella notte poco prima davanti dell'impatto davanti alle coste del Giglio, Schettino spiega che "non era un inchino" ma "un passaggio vicino all'isola, pianificato con la Costa. La scelta sulla pratica dell'inchino e' lasciata al comandante e io non ho mai chiesto l'autorizzazione". "Parlai di blackout perche' c'era da gestire il panico". E' uno dei passaggi dell'intervista rilasciata da Francesco Schettino a 'L'Arena', il programma di 'Domenica In' condotto da Massimo Giletti, nel giorno dell'anniversario del naufragio all'Isola del Giglio.
"Ho cercato di non aggravare la situazione - aggiunge - volevo che i passeggeri fossero tutti contati e messi sulle scialuppe". Poco prima che la Costa Concordia andasse a speronare gli scogli delle Scole, davanti all'Isola del Giglio, il comandante Francesco Schettino guardando dal finestrone dalla plancia di comando vide che "c'era la montagna di fronte, andavamo dritti verso la montagna". E' uno dei passaggi dell'intervista rilasciata da Francesco Schettino a 'L'Arena', il programma di 'Domenica In' condotto da Massimo Giletti, nel giorno dell'anniversario del naufragio, aggiungendo: "Chi e' preposto al radar doveva dire che c'era la terra di fronte". "Durante il mio interrogatorio io ho detto - aggiunge Schettino - se noi viravamo a destra non prendevamo nulla... io ero convinto che un team di persone che osservano il radar, se vedono che la nave sta sbattendo in uno scoglio, devono dirlo". "Chi e' preposto a quel ruolo, che osservano il radar - ribadisce Schettino - dovevano dire che di fronte avevamo la terra". Invece "mi fu detto che se passavamo dritti noi passavamo bene. Cosi' - conclude - mi sono autoincolpato perche' questa informazione e' stata raccolta da un team di persone preposte a quel ruolo".
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