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Fiat Panda 4x4 Twin Air, le nostre impressioni

di Redazione

BARI, 23 Gen. (AUTOMOBILISMO) - Sotto la spinta di una forte evoluzione ritorna la Panda 4x4. Ovviamente, scaturisce dall’ultima generazione dell’utilitaria di casa Fiat e, ancora più della precedente, si presenta con una personalità assai versatile. Insomma, la nuova Panda 4x4 è realmente un ideale anello di congiunzione fra il mondo delle strade asfaltate e quello del fuoristrada. E’ stata definita una mini-Suv. E non è un eccesso, poiché ha connotazioni che intrigano chi ama quel genere di vetture tanto per l’aspetto sfizioso quanto per la capacità di muoversi in maniera disinvolta nelle situazioni off-road non estreme nelle quali s’avvantaggia delle dimensioni compatte, del peso contenuto che la rende facilmente gestibile, di pneumatici di serie M+S, di un’altezza da terra che cresce di quasi 5 cm rispetto a quella delle consanguinee e, persino, di angoli caratteristici – attacco 21°, dosso 20°, uscita 36° - che le evitano di “inciampare” sulle irregolarità del fondo. Naturalmente, al pari delle progenitrici ammalierà soprattutto chi abita o frequenta abitualmente le zone montane dove i modelli precedenti hanno raccolto grande successo. Lo testimonia anche il fatto che in quelle regioni sono ancora in circolazione tantissimi esemplari della prima generazione, paradossali rivali di quella della seconda serie che è andata in pensione in questi giorni a dispetto del fatto che fosse un modello più comodo, versatile grazie alla carrozzeria a 5 porte e adeguata anche ai trasferimenti autostradali per le prestazioni e il confort che offriva. Fattori che la nuova Panda 4x4, nonostante l’indole “off-roadistica” tracciata in precedenza, ripropone in maniera ancora più marcata sebbene non abbia rinunciato alla caratterizzazione estetica che la rende immediatamente riconoscibile. E che va al di là del fatto che abbia una statura superiore a quella delle altre Panda. Infatti, nei lineamenti caratterizzati da superfici morbide e arrotondate, che richiamano quelli della seconda generazione con l’imprinting generale e stilemi inconfondibili come il terzo finestrino laterale piuttosto che la fanaleria posteriore a sviluppo verticale, spiccano le caratteristiche protezioni laterali e le slitte (anteriore e posteriore) destinate a proteggere il sottoscocca che connotano le vesti in stile cross-country. Nell’abitacolo, invece, allestito sulla falsariga delle Panda di livello più alto, la personalizzazione si riduce, in sostanza, alla presenza del tasto che innesta l’ELD (Electronic Locking Differential) che sino a 50 all’ora influisce sulla rapidità di risposta della trazione integrale e sulla gestione di ogni singola ruota, frenando quella che slitta di più per ripartire la motricità sulle altre. In sostanza, quindi, non muta l’atmosfera simpatica dell’abitacolo - posteriormente non un punto di riferimento a livello di spazio per i passeggeri di statura più alta - generata dallo stile dell’arredamento, dalla plancia che davanti al passeggero propone un ampio marsupio portaoggetti che ricorda quello presente nell’abitacolo della capostipite della famiglia Panda, dalle azzeccate combinazioni cromatiche e dall’impatto visivo generato dalla finitura, a dispetto del fatto che i rivestimenti plastici non siano morbidi al tatto. Il quadro è completato sia dalla capacità del bagagliaio, che rientra nei parametri del settore – sia dalla completezza dell’equipaggiamento che non trascende da nulla che riguardi sicurezza e confort. D’altronde la Panda 4x4 si pone al vertice della gamma anche a livello di listino.



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