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Foggia, così piccola ma paurosamente grande per disagio sociale, disattenzione istituzionale e microcriminalità

Rubare i tombini delle fogne è l’ennesima azione di un disagio sociale che ha messo in ginocchio una città un tempo fiorente 

di Nico Baratta 

FOGGIA, 18 Gen. - Sicuramente questo è anche il frutto di una semina politica poco attenta al sociale e di una classe dirigente, sia politica, sia imprenditoriale, che egoisticamente e puntualmente si ritrova al bar guardando con la coda dell'occhio chi mendica o osserva vetrine mai valicabili. Si ruba tutto e dappertutto. E’ una lotta tra poveri poiché i ricchi non la accusano, forse l’alimentano per la loro avida superiorità istituzionale, politica, sociale, fregandosene dei più deboli. Siamo in troppi? Che vadano via loro! Le istituzioni dicono che sono vicine a noi denunciando la mancanza di mezzi e di strumenti. E ciò le induce a latitare laddove necessita maggiore attenzione. Le forze dell’ordine dicono che sorvegliano ed invece si sorvegliano, facendo spesso comunella nei bar. Lo dico a malincuore, ma basta farsi un giro durante la notte per assistere a questo luogo comune, mentre i cittadini telefonano ai numeri dei loro centralini con la richiesta di un giro d’ispezione, che poi risulta mai avvenuto. Una telefonata inutile giacché auto, ruote di auto, appartamenti, box, borsette, collane, etc… sono furti che si sono centuplicati in meno di un anno. Il disagio sociale aumenta e con esso la povertà. Il tutto durante la quotidianità pericolosamente “attenzionata” da una criminalità spesso non organizzata che produce malessere e spesso vittime figlie della paura di sbagliare. Quella organizzata, la malavita, mira a mete più alte, a bocconcini più succulenti e che ha grasso che cola sotto gli occhi di tutti. Foggia sta pagando un prezzo che i nostri figli ci presenteranno nel momento in cui chiederanno lavoro, sicurezza e istruzione. E noi non sapremo rispondergli perché siamo figli di una società partitocratica che ha solo badata a se stessa, ingurgitando avidamente tutto ciò che poteva infischiandosene del futuro e del prossimo. Tutto questo deve cambiare e con esso chi ci rappresenta in politica e nell'imprenditoria e chi la esprime nei piani alti, che nel nostro piccolo sono camere consiliari, stanze istituzionali e assemblee associative di parte. Pensiamoci prima di affidarci a chi con slogan accalappia le nostre menti e diamo visibilità e fiducia a chi con fatti denuncia l’omissione e l’omertà di molti.


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