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Mali: rifugiati e sfollati in fuga dagli scontri militari

di Redazione

BARI, 16 Gen. - In seguito agli scontri avvenuti lo scorso fine settimana nelle zone di Konna, Lere e Gao, nella parte settentrionale della regione del Mali centrale, tra l’Esercito maliano (che si avvale del sostegno della Francia) ed i gruppi islamisti collegati ad Al-Qaida, nuove ondate di civili in fuga si stanno dirigendo sia verso altre zone del Mali che verso i paesi confinanti. In Niger, gli operatori dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) riferiscono che, tra l’11 ed il 12 gennaio, 450 rifugiati maliani sono arrivati nell’ovest del paese e, più precisamente, al campo profughi di Mangaize (a nord di Ouallam), nelle cittadine di Banibangou e di Tillabery e nella zona di Tillia. I rifugiati hanno riferito agli operatori dell’UNHCR di essere fuggiti a causa dell’intervento militare in corso, dell’assenza di mezzi di sussistenza e di servizi di base e dell’imposizione della Sharia, la legge islamica. In Burkina Faso, i maliani giunti nei campi profughi del nord e del nord-est (compresi quelli di Damba e di Mentao) ed a Bobo Dioulasso sono 309. In Mauritania, 471 Malian refugees are reported to have arrived at the Fassala reception center near the Malian border. They will later be transported further away from the border to the Mbera camp which is already hosting some 54,000 Malian refugees who were displaced in 2012. Ninety percent of the new arrivals are women and children, from the Lere area in Mali. UNHCR has updated its contingency planning in case of new major potential influxes to neighbouring countries and new displacements in Mali, and we are ready to respond with assistance as needed. In Mauritania, le fonti riferiscono che 471 rifugiati maliani sarebbero arrivati nel centro d’accoglienza di Fassala, vicino al confine con il Mali. Nei prossimi giorni verranno trasferiti al campo profughi di Mbera, più distante dal confine, che ospita già circa 54mila rifugiati maliani fuggiti dal paese nel 2012. Il 90 percento dei nuovi arrivati è composto da donne e bambini provenienti dalla zona di Lere. L’UNHCR ha aggiornato i piani d’emergenza per far fronte ad eventuali nuovi afflussi massicci nei paesi limitrofi ed ad eventuali nuovi movimenti di civili in fuga all’interno del Mali. L’Agenzia è pronta ad intervenire per fornire assistenza a seconda delle necessità. All’interno del Mali, le informazioni sulla situazione degli sfollati sono meno precise. La Commissione sugli Spostamenti di Popolazione in Mali (Commission Mouvement de Population), organizzazione partner dell’UNHCR, riferisce – sulla base di notizie provenienti da fonti dall’attendibilità variabile [N.B.: l’UNHCR aggiornerà i dati mano a mano che riceve informazioni più attendibili] – che 648 persone provenienti dalle regioni settentrionali siano giunte nella capitale Bamako tra il 10 ed il 13 gennaio, mentre 360 sarebbero arrivate a Segou ed altre 226, in fuga dalla regione di Timbuctu, a Mopti. A nord di Mopti, nella cittadina di Konna, circa 5mila persone (pari alla metà della popolazione della città) sarebbero fuggite e sarebbero ora ospitate dalla comunità locale sulla sponda opposta del fiume Niger. La situazione a Mopti, invece, si sarebbe calmata. Al momento, le condizioni di sicurezza non rendono possibile l’accesso alle nuove zone interessate dai movimenti di sfollati nel nord del paese. La scorsa settimana, alcuni abitanti di Mopti e della vicina cittadina di Sevare sono fuggiti a Bamako passando per Segou (che, a sua volta, ospita 30mila sfollati interni). A Bamako, dove hanno trovato rifugio circa 50mila sfollati interni, molti di essi fanno fatica a sbarcare il lunario. Ultimamente, Il personale dell’UNHCR ha incontrato alcune famiglie di sfollati che fanno fatica a pagare l’affitto mensile. Molte famiglie vivono in piccole stanze in pessime condizioni, senza elettricità e senza fonti dirette di approvvigionamento d’acqua, dove generalmente non vi è spazio a sufficienza per tutti i membri della famiglia. C’è un enorme bisogno di denaro, alimenti e ripari. L’UNHCR sta lavorando con le organizzazioni partner per dare il via ad attività generatrici di reddito che possano rendere meno grave la situazione di queste persone. Nel frattempo, l’UNHCR continua a fornire assistenza - sotto forma di acqua potabile, servizi igienico-sanitari, cure mediche ed istruzione - ai rifugiati accolti nei campi profughi del Burkina Faso, del Niger e della Mauritania. In Burkina Faso, l’UNHCR ha trasferito quasi 5mila rifugiati maliani dagli insediamenti di Ferrerio e di Gandafabou, vicini al confine con il Mali, al campo profughi di Goudebou (vicino alla cittadina di Dori), la cui distanza maggiore dalla frontiera lo rende più sicuro. Nel corso delle prossime settimane, altri 13.500 rifugiati che si trovano in insediamenti vicini al confine dovrebbero essere trasferiti in campi profughi più sicuri. In Niger, proseguono le attività di registrazione di “livello 2” dei singoli rifugiati, che permetteranno di migliorare l’attendibilità dei dati e delle informazioni sui bisogni dei rifugiati in possesso dell’UNHCR. L’UNHCR ha bisogno di fondi per poter affrontare la crisi in Mali: l’Agenzia ha ricevuto solo il 63 percento, pari a 77,4 milioni di dollari USD, dei 123 milioni di dollari richiesti per fornire assistenza ai rifugiati ed agli sfollati nel corso del 2012. L’UNHCR prevede che avrà bisogno di altri 195,6 milioni di dollari per poter garantire l’assistenza necessaria nel 2013. A fine 2012, i rifugiati maliani ospitati nei paesi della regione erano 144.500, di cui 54.100 accolti in Mauritania, 50mila in Niger, 38.800 in Burkina Faso e 1.500 in Algeria. Piccoli gruppi di rifugiati - rispettivamente 26 e 20 persone - si trovano in Guinea ed in Togo. Stando alle stime della Commissione maliana sugli Spostamenti di Popolazione, gli sfollati interni in Mali, nel cui computo rientrano sia le persone costrette a fuggire nel corso del 2012 che quelle scappate la scorsa settimana, sarebbero 228.918. Gli sfollati interni sono accolti per lo più a Bamako, Segou, Kayes, Koulikoro, Sikasso e Mopti.



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