Monti: "meno tasse sul lavoro". Berlusconi: "non è credibile"
di Redazione
ROMA, 2 Gen. (AGI) - E' scontro tra Mario Monti e Silvio Berlusconi. Il Professore in mattinata, dai microfoni di Radio Anch'io, annuncia che in caso di vittoria sara' diminuita la pressione fiscale sul lavoro. Nel pomeriggio, ospite degli studi di SkyTg24, arriva la replica al 'vetriolo' del Cavaliere: "Quello che dice non ha piu' credibilita'". E' un botta e risposta a distanza, ma che aumenta la tensione tra l'attuale presidente del Consiglio e l'ex premier.
Monti rivela: "Berlusconi mi confonde sul piano logico. In queste settimane ha oscillato su diverse posizioni, usando anche armi improprie, come quando mi ha accusato di non occuparmi di famiglia, ma in altri momenti mi ha generosamente offerto di guidare i moderati, e in quel caso sarei stato un leaderone e non un leaderino. Spero che gli elettori siano meno confusi di me". Quanto alla proposta del fondatore del Pdl di istituire una commissione d'inchiesta che faccia luce sui motivi che hanno determinato la caduta del suo governo, Monti taglia corto: "La trovo una idea interessante, stravagante, tardiva. Ben venga". Il premier si concentra poi sul programma, e annuncia che le prime misure, qualora fosse nuovamente alla guida del Paese, saranno a favore della "riduzione della tassazione che grava sul lavoro e sulle imprese e parallelamente ridurre la spesa". Poi, insiste sulla necessita' di "togliere privilegi alla casta" e confessa di "essere molto ottimista: il tunnel non ci crollera' sulla testa" e "so bene cio' che andra' fatto per uscire dalla crisi". Ma il Cavaliere non e' l'unico a finire nel mirino del Professore: "D'ora in poi l'obiettivo sara' la crescita.
Bisognerebbe coalizzare chi e' per le riforme e non per la conservazione - afferma - La sfida e' tra chi vuole cambiare il Paese e chi, come Vendola o Fassina, e' a protezione delle rendite e si oppone al cambiamento". Vendola non ci sta e lancia l'affondo al premier: "C'e' un antico riflesso autoritario nelle sue parole". Monti risponde anche a Bersani, che nei giorni scorsi gli ha piu' volte chiesto di fare chiarezza: "Dove sto? Io sto con le riforme". Nel dibattito politico interviene anche Casini che, in un'intervista, mette in chiaro: "La vera sfida e' tra la sinistra e l'area della responsabilita', tra Bersani-Vendola e Mario Monti. E poi avverte il leader del Pd: "Sara' premier solo se avra' la maggioranza sia alla Camera che al Senato".
Dopo alcune ore e' la volta di Berlusconi che, seppure indichi nel partito "che viene dall'ideologia comunista" e nel suo leader il vero avversario da battere alle elezioni, spara a zero contro il Professore: "E' diventato un politico, e' entrato nel teatrino, quindi fa delle promesse da politico", a proposito della promessa di abbassare le tasse. Del resto, osserva Berlusconi, Monti "non ha mantenuto la parola. Era stato messo a guida di un governo tecnico con una promessa: aveva detto che non avrebbe approfittato della promozione a senatore a vita, lo aveva promesso al Presidente Napolitano e a tutti gli italiani, e ora ce lo troviamo li a fare il leader di una coalizione con dei compagni di viaggio che li raccomando...". Il Cavaliere risponde a distanza all'accusa mossagli dal presidente del Consiglio di avere un'atteggiamento non lineare: "Un'affermazione del tutto superficiale". Al contrario, sostiene, "c'e' un'assoluta linearita' nel mio comportamento", ricordando di essere dovuto tornare in campo perche' "Monti non ha accettato di federare i moderati". E conclude: con il governo dei tecnici si e' innescata "una spirale recessiva molto pericolosa".
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