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Sud Sudan: nuovo campo per rifugiati nello stato di Unity

di Redazione

BARI, 23 Gen. - Sorgerà nelle prossime settimane un nuovo campo dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) nello stato sud-sudanese di Unity. La nuova struttura contribuirà a migliorare la gestione di nuovi afflussi di rifugiati sudanesi e ad alleggerire la situazione dell’esistente insediamento di Yida, dove i servizi fondamentali sono sotto estrema pressione. In collaborazione con il governo sud-sudanese, l’Agenzia ha deciso di ubicare il nuovo campo ad Ajuong, un’area boscosa, su un suolo di terra rossa, con un buon terreno, disponibilità di acqua e abbondante spazio. Ajuong si trova nella contea frontaliera di Pariang, ma le autorità nazionali hanno garantito che si tratta di una località sicura. I leader delle comunità di rifugiati e gli operatori dell’UNHCR hanno lavorato a stretto contatto per verificare la sostenibilità del nuovo sito e - dopo una visita esplorativa - alcuni rifugiati ne hanno stabilito l’adeguatezza. Le caratteristiche del terreno - il cosiddetto “black cotton soil” - lo rendono adatto all’agricoltura, attività che i rifugiati potrebbero praticare. Le comunità locali hanno reagito favorevolmente alla proposta. Oltre ad Ajuong - che potrà accogliere 20mila rifugiati - l’UNHCR ha in programma di aprire altri campi nello stato di Unity, nel nord del Sud Sudan, che potrebbero complessivamente ospitare circa 110mila rifugiati. Ad Ajuong - che si prevede potrà cominciare a ricevere rifugiati ai primi di marzo - la priorità sarà assegnata ai nuovi arrivati dalla regione sudanese di South Kordofan. Oltre ad accogliere i nuovi rifugiati, l’UNHCR auspica di potervi trasferire molti rifugiati che vivono in altri campi del paese, visto che il nuovo sito godrà di condizioni ambientali più sicure e più adatte per l’autosostentamento e l’assistenza. Yida attualmente con 61mila persone è il più grande insediamento del Sud Sudan. I gravi problemi che presenta sono soprattutto di carattere igienico sanitario e derivano principalmente dal fatto che per i 6 mesi della stagione delle piogge resta completamente isolato. L’anno scorso il Programma Alimentare Mondiale (PAM/WFP) ha dovuto trasportarvi in aereo 2.500 tonnellate di cibo - con costi molto alti - e l’UNHCR migliaia di tonnellate di aiuti di prima necessità come secchi, teli di plastica e medicine. La vicinanza di Yida alla contesa area di frontiera con il Sudan pone inoltre problemi di sicurezza che mettono a rischio l’incolumità dei rifugiati e il carattere civile del sito. Attualmente ogni giorno circa 300 rifugiati arrivano in Sud Sudan. La situazione resta fluida e fino a 60mila nuovi rifugiati potrebbero raggiungere il paese nei prossimi 5 o 6 mesi, durante la stagione asciutta.



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