Bari. Un nuovo piano del lavoro per cambiare l’Italia. De Padova interroga la Camusso
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[L'intervento di Vittorio de Padova durante il convegno] |
di Nico Baratta
BARI, 21 Gen. - Venerdì 18 gennaio, a Bari, presso il Centro Congressi Hotel Parco dei Principi di Palese, il segretario generale della CGIL, Susanna Camusso, è intervenuta all’assemblea regionale della CGIL Puglia per discutere sulle prospettive che il lavoro potrebbe avere in futuro e sulla sua valenza per cambiare il paese Italia. All’appuntamento c’era anche Giovanni Forte, segretario generale CGIL Puglia e molti rappresentanti delle sigle sindacali e RSU aziendali delle realtà lavorative presenti in Puglia.
Molti gli interventi dei vari rappresentanti sindacali delle diverse aziende dislocate sul territorio pugliese, e tutti con richieste precise ma unite nell’unico fine, richiesta di lavoro.
Per la zona della provincia di Foggia, in particolare dell’area industriale di Manfredonia, è intervenuto Vittorio de Padova, delegato sindacale della Filctem CGIL Foggia presso la Manfredonia Vetro gruppo Sangalli. Il suo intervento è stato energico nelle parole, deciso nei fatti, esponendo numeri significativi che fanno ben comprendere la crisi che da qualche anno sta attanagliando l’intera area sipontina. In sintesi de Padova ha detto che il territorio dopo la chiusura dell’Enichem di Manfredonia ha creduto e investito nello strumento del contratto d’area varato dall’allora governo Prodi dimostrando un’indubbia e capacità d’investimento che ha consentito alla grave crisi occupazionale avuta in quegl’ani, superando il numero degli occupanti che l’Enichem aveva in essere, circa 1.500 unità lavorative. Uno degli investimento, è stato per l’appunto lo stabilimento della Manfredonia Vetro. Nel 2002 la Sangalli Vetro a Manfredonia si è insediato nell’area sipontina investendo su alcune tipologie di vetro, ultimo tra tutti il vetro magnetronico, un manufatto impiegato nell’edilizia per il risparmio energetico, segno tangibile del suo interessamento a mantenere occupazione investendo nella ricerca. Ma bisogna anche dire che oggi lo stabilimento ha tre realtà operative con circa 300 operai che non conoscono ancora il futuro sul loro impiego, e sono tutti lavoratori locali. Purtroppo, a distanza di dieci anni, il contratto d’area presenta 41 aziende attive con 1.002 lavoratori di cui 947 a tempo indeterminato e 373 in cassa integrazione, e che rispetto a dicembre 2011 ci sono 255 occupati in meno, dove circa 600 su 1500 hanno grosse difficoltà occupazionali. Con ciò la Sangalli ha dimostrato attenzione per l’occupazione locale, nonostante avesse intorno a essa altre aziende che non sono riuscite e superare la crisi lavorativa, avvallata da quella economica, e che non sono riuscite a investire come il contratto stabiliva. Uno dei motivi che ha indotto molte aziende ad abbandonare il contratto, oltre al solito “mordi e fuggi” con investimenti pubblici, sono le condizioni fatiscenti e non ultimate di alcune infrastrutture presenti nell’area industriale, rese obsolete anche per ritardi burocratici di amministrazioni dormienti. Un esempio tra tutti e il binario ferroviario, costruito per aumentare i carichi e ridurre i tempi, che termina a soli 200 metri dal capannone della Manfredonia Vetro, un binario che non entra dentro all’azienda, come previsto, e che è li da dieci anni dall’inizio dei lavori. Altra infrastruttura dimenticata è il porto che oramai e diventato una spesa e non più un’opportunità di lavoro e sviluppo. Vittorio de Padova, inoltre e seguendo la linea indicata dalla Camusso afferma che l’obiettivo primario per far crescere il territorio è quello di cercare lavoro e non solo difenderlo e ciò lo si può fare con una piattaforma programmatica provinciale aperta che fornisca servizi e mezzi all’agroalimentare della provincia di Foggia. Una piattaforma che abbracci altre realtà industriali come quella dell’area di San Nicola di Melfi dove tutt’oggi paga un prezzo altissimo di manodopera ; basti pensare che la Fiat di Melfi sarà interessata dalla Cassa Integrazione Straordinaria dal 11 febbraio 2013 al 31 dicembre 2004 per ristrutturazione aziendale, così come affermato dal suo “capo” Marchionne. A tal riguardo, de Padova conclude affermando che il sindacato vuole e dev’esser da sprone per intercettare nuove possibilità di sviluppo e lavoro, per nuovi insediamenti lavorativi stabili e non per quelli che purtroppo da anni si susseguono senza risultati . Con tale politica del lavoro, de Padova ricorda che così facendo si potrebbero perdere altri 500 posti di lavoro., mentre l’area industriale sipontina potrebbe morire. «La Capitanata vuole un nuovo piano dello sviluppo del lavoro , e per far ciò c’è bisogno di tutti , del sindacato, dei lavoratori e della politica».
Con quest’ultima affermazione Vittorio de Padova ha chiesto formalmente alla Camusso l’apertura di un tavolo nazionale per trovare soluzioni, ricordando che due anni si affrontò lo stesso problema ma senza ottenere risultati, anzi la disoccupazione è aumentata con chiusure di stabilimenti.
[Nella sezione TV il video dell'intervento]
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