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Un’arte che va a ruba quella di Matteo La Torre

Le opere del m° Matteo La Torre

di Nico Baratta

MONTE SANT'ANGELO (FG) - Come anticipato nel comunicato stampa “I ladri fanno visita a casa del noto scultore Matteo La Torre” pubblicato sul portale www.newsgargano.com, la casa-bottega del noto scultore e artigiano 74enne di Monte Sant’Angelo, Matteo La Torre, il giorno 5 gennaio è stata “visitata senza invito” dai ladri. Ingenti sono stati i danni per la refurtiva sottratta, non solo al maestro La Torre, bensì alla comunità di Monte e, lasciatecelo dire, ala patrimonio artistico e culturale del nostro Paese. «Io non mi sento più di appartenere al vostro paese –ha commentato sui facebook il figlio Antonio- perché quello che è successo è di una gravità enorme rubare le opere di un artista che ama tantissimo il suo paese. Se si arriva a rubare opere d'arte, Monte S. Angelo è messo proprio male». Un commento duro, che non lascia risposte poiché dice una verità che da tempo si conosceva. Tuttavia, noi della redazione, e dopo aver ascoltato molti concittadini di Monte, una risposta ce l’abbiamo: la criminalità è dappertutto, s’infiltra, è spesso latente e subdola laddove le amicizie sembrano consolidate. Questo perché, secondo molti, chi ha rubato le opere del maestro Matteo La Torre conosceva bene il valore del patrimonio artistico conservato nella casa-bottega. Difatti la refurtiva era composta da sculture, altorilievi, bassorilievi, monumenti in pietra ed altre opere, frutto di anni e di sacrifici, di duro lavoro e soprattutto tanta passione e amore dello scultore montanaro. Matteo La Torre, uomo di cultura, di storia, proveniente da una famiglia eccellente del centro garganico, da sempre è stata un’icona della Montagna del Sole, un riferimento per tanti artisti, storici, pellegrini e turisti. Etichettato come “Scultore di arte rara” dal famoso critico d’arte Vittorio Sgarbi, il maestro La Torre racchiude nella sua arte l’antico mestiere di modellare la pietra, di renderla viva. Al maestro fu dedicato anche un libro “Manufatti, graffiti e opere di Matteo La Torre” scritto dallo storico di Monte, Giuseppe De Padova. Finanche S.S. Giovanni Paolo II, ora beato, riconobbe la sua arte “unica”, un’arte capace di modellare i rioni medievali di Monte conferendogli bellezza, storicità, cultura. Un dono del Papa ricambiato con quello del maestro donandogli una croce di pietra durante l’udienza del 15 novembre 2000. Noi della redazione siamo vicini al dolore del Maestro la Torre, poiché di dolore si parla in quanto il furto dei prodotti della sua arte sono comparabili alla perdita di cose molto care. Con questo messaggio esortiamo a viva voce le autorità competenti a moltiplicare gli sforzi per catturare i meschini ladri e recuperare la refurtiva. Nel contempo domandiamo all’amministrazione comunale come vorrà intervenire per evitare altri scempi di questo genere. La sicurezza è materia delle Forze dell’Ordine, ma anche di chi ci governa mettendo in pratica strumenti deterrenti per i furti. Bisogna vigilare, semmai aumentando l’attenzione e i mezzi a disposizione. Monte sant’Angelo, già attanagliato dalle dolenti note di faide, non può essere quell’ennesimo paese dove la criminalità colpisce anche chi con l’arte e la cultura la promuove. Un paese che nel suo interno ha beni culturali patrimonio dell’Unesco, che è visitato da migliaia di pellegrini e turisti di tutti i paesi del mondo, non può accettare simili affronti e simili vergognosi atti. Ricordiamo che il maestro Matteo La Torre è l’ultimo “Scultore di arte rara” di Monte Sant’Angelo: preserviamolo. Non permettiamo che la sua arte e quella di Monte vada “a ruba”.


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