- Al via la settimana della moda con Angelo Marani

M. Costa. (foto)

di Massimo Costa

MILANO, 20 Feb. - Apre i battenti la settimana della moda con oltre 120 collezioni dedicate all'autunno/inverno 2013/2014. Al Castello Sforzesco è Angelo Marani, lo stilista emiliano ritornato nel calendario ufficiale della Camera nazionale della moda dopo alcuni anni di esilio, ad aprire le danze che proseguiranno fino a martedì 26 febbraio: Marani veste una donna senza età fresca ed elegante, proponendo una collezione di grande vestibilità che apre al bianco, al viola e alla morbidezza ampia e vaporosa come cifra stilistica. Le notizie sulle sfilate non coprono del tutto i rumors sulla moda, intesa come sistema, della cui necessità di rinnovamento si fa paladino l'amministratore delegato di Prada - Patrizio Bertelli - che sulla stampa dice a chiare lettere " la moda italiana si svegli", invitando il settore ad una maggiore coesione per riportare gli stranieri alle passerelle milanesi. Identico sentimento quello espresso alcune settimane or sono da Donatella Versace, la quale sottolineava l'appiattimento del capoluogo lombardo rispetto a Londra, Parigi e New York. In realtà già da qualche tempo Camera moda sta preparando una strategia di forte rinnovamento, in grado di dare all' organizzazione degli stilisti italiani una maggiore snellezza ed efficacia di intervento. Si adombra l'ipotesi di una nuova figura di amministratore delegato che affiancherà il presidente, il cui ruolo non sarebbe più operativo come oggi ma di mera rappresentanza. Altro aspetto di cui si parla è l'innalzamento dei contributi associativi per consentire, insieme alle sponsorizzazioni esterne, una ampia disponibilità di budget per affrontare adeguate iniziative di comunicazione e di sviluppo organizzativo. Non vi è dubbio che negli ultimi anni Milano ha perduto posizioni rispetto ad altre capitali del fashion, Londra e Parigi in primis. Purtroppo occorre anche considerare che, da San Paolo a Seul, il numero di fashion week in cerca di un posto al sole ormai si spreca. Milano non può giocarsi, senza tentare un rilancio, una leadership che fino a pochi anni fa veniva data per immarcescibile e che, tradotta in numeri, significa 60 miliardi di euro di fatturato.