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Diritti a Sud: nuova linfa ed energia allo Sportello degli avvocati di strada di Foggia.

Avvocati di Strada a Foggia (foto)

di Flora Bozza

FOGGIA, 19 Feb. - Mentre l’anno 2012 declinava i suoi ultimi giorni, lo sportello foggiano degli Avvocati di strada riprendeva con nuovo slancio e vigore la sua attività. Nato l’otto aprile del 2005 in collaborazione con l’associazione di volontariato dedita alla cura e all’assistenza morale e materiale dei poveri e degli emarginati, Fratelli della Stazione, ha funzionato fin’ora a fasi alterne per le innumerevoli difficoltà che si è trovato negli anni ad affrontare. “Ero solo e lavoravo, spesso, in modo amatoriale per la precarietà in cui ero costretto ad operare.” Così ha esordito l’avv. Massimiliano Arena, unico legale dello sportello fino a qualche mese fa ed ora coordinatore dello stesso, nella conferenza stampa di presentazione del progetto, Diritti a Sud, sponsorizzato dalla Fondazione per il Sud, che sarà realizzato nell’anno in corso dall’Associazione Avvocato di Strada Onlus. Durante l’incontro con i giornalisti, tenutosi presso l’Help Center, angusta stanzetta quasi all’interno della stazione ferroviaria del capoluogo dauno, dove da più di dieci anni prestano la loro opera di aiuto, dal martedì al venerdì, i Fratelli della Stazione; Massimiliano Arena, prima, ed i nuovi volontari, poi, hanno descritto la natura, gli scopi, le finalità della loro missione e le forme concrete in cui lavorerà lo Sportello degli avvocati di strada. Idea base del progetto, Diritti al Sud, e fondamento dell’attività dei giovani legali che prestano gratuitamente il loro servizio alla grande fetta cittadina degli indigenti, è la crescita dell’offerta di beneficenza degli sportelli. “La nostra utenza è per l’80% straniera, quasi tutta non comunitaria. La restante parte è italiana. Il fenomeno delle nuove povertà è in netto aumento: divorzi, separazioni, fallimenti aziendali sono alcune delle cause principali di queste nuove, dolorose e drammatiche iatture. La gravissima crisi economica sta flagellando, poi, tutto il territorio impedendo quasi di sollevare la testa.” Così Massimiliano Arena ha tracciato brevemente le caratteristiche precipue di quanti ricorrono all’aiuto dei giovani avvocati volontari. A Foggia coma a Bari, a Catania, a Lecce, a Taranto, a Palermo e a Salerno. Tutte le città sopramenzionate, infatti, sono legate tra loro mediante una rete solidale legale, ed il progetto mira proprio a promuovere e sostenere efficacemente gli sportelli meridionali dell’associazione. La Fondazione per il Sud ha messo a disposizione 15mila euro per ogni realtà territoriale. Una larga fetta di questi soldi sarà spesa per garantire la regolarizzazione di un volontario il quale lavorerà per tutto l’anno in una delle segreterie degli sportelli. Poiché molti utenti non hanno reperibilità c’è l’assoluta necessità che siano aperte quotidianamente. Le segreterie, tra l’altro, faranno da filtro tra gli avvocati volontari ed i poveri e serviranno, quindi, anche a regolarizzare il traffico degli appuntamenti. Prima lo sportello foggiano, ad esempio, era aperto solo il lunedì e Massimiliano Arena doveva gestire tutto il carico di lavoro. Adesso, invece, ogni legale in base alla propria specializzazione professionale garantirà aiuto, sostegno ai bisognosi. “Lo sportello agirà sempre come forma di orientamento e sostegno per gli utenti” ha chiosato l’avvocato Arena, prima di lasciare la parola ai giovani volontari che lo affiancheranno in quest’avventura solidale. Antonella Lombardi, avvocato da quasi quattro anni si occupa di diritto di famiglia e minorile; Chiara Campagna, civilista; Potito Marucci lavora nell’ambito penale ed ha conseguito il titolo da alcuni anni; Claudio de Martino, giuslavorista e dottore di ricerca in diritto del lavoro della facoltà di giurisprudenza dell’ateneo barese. Roberta Cardilli che ha sostenuto lo scorso dicembre gli scritti dell’esame di stato, di formazione civilista ma molto interessata al diritto dell’immigrazione; Karen Viola laureanda in giurisprudenza sta lavorando per la tesi di laurea ad una ricerca sul reato di clandestinità. Questi i nomi dei giovani o dei futuri avvocati che stanno affiancando Massimiliano Arena. In base alle loro specializzazioni professionali ed accademiche aiuteranno quanti avranno bisogno della loro assistenza. Dal restituire dignità anagrafica a chi o l’ha persa o non l’ha mai avuta perché immigrato e, come ha spiegato Potito Marucci, “non possedendola è impossibile ricorrere al patrocinio gratuito” o “ricorrere ai trattamenti previdenziali” come ha invece ricordato Massimiliano Arena, al far ottenere lo status di rifugiato politico. Dalle questioni legali legate alle numerose multe e contravvenzioni che spesso collezionano i poveri per le cause più varie: abuso di alcool per sconfiggere il freddo o sosta con l’autoveicolo, cioè con la casa su ruote di molti nuovi indigenti, in luoghi dove non è possibile. Alle questioni riguardanti i diritti specifici della persona. Tutti i volontari sono concordi nel considerare quest’esperienza non solo arricchente per la propria crescita spirituale ma anche per il proseguio della loro attività lavorativa. Il confronto quotidiano con casi complessi ed articolati, la possibilità di portare avanti da soli, dall’inizio alla fine, interi procedimenti giudiziari seppur esclusivamente in forma di orientamento e sostegno e la necessità di aggiornarsi continuamente per poter essere in grado di dare risposte complete ed esaustive sono, ovviamente, palestre fondamentali per la formazione di un avvocato. Oltre allo scontro quotidiano con la difficilissima situazione reale in cui versa il sistema giudiziario nella penisola italiana. “Lavorare qui mi permette di passare dalla fredda teoria libresca alla conoscenza delle reali dinamiche del mondo del lavoro.” Così Karen Viola. “Siamo ancora all’inizio della nostra avventura ed abbiamo tanto da imparare, noi metteremo al servizio di chi ne ha bisogno la nostra formazione ed il nostro entusiasmo. Cercando di creare un ponte tra la vera attività lavorativa e questa di servizio ma estremamente formativa.” Così Roberta Cardilli.



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