Politica. Berlusconi. Aprirò a Bersani se il Pd 'cede' il Colle
Silvio Berlusconi. (foto) |
di Redazione
ROMA, 26 Mar. (AGI) - E' vero che fidarsi e' bene, ma non fidarsi e' meglio. Dunque, la parola d'ordine e' prudenza, aspettiamo le prossime 48 ore. Silvio Berlusconi vuole vedere le carte, non accetta un accordo a scatola chiusa e ai suoi detta una linea rigida: nessuna concessione al Pd. Anche se, in casa Pdl, dopo l'incontro con Bersani c'e' chi azzarda e parla di caute aperture. I termini della trattativa sono gli stessi da giorni: il prossimo inquilino del Quirinale deve essere di centrodestra. E secondo gli ultimi boatos, sarebbe stato fatto anche un nome. Se il Pd - e' la linea - dovesse accettare la richiesta del Pdl (e oggi il segretario Angelino Alfano, assieme ai capigruppo, raccontando al partito del colloquio svoltosi nella sala del Cavaliere avrebbe riferito che la porta non e' del tutto chiusa) allora il partito di via dell'Umilta' sarebbe pronto a sostenere la nascita del governo Bersani o di un altro esponente democratico. Se ci danno il Colle, e' il ragionamento, siamo pronti a dare l'appoggio anche a un governo monocolore del Pd. Del resto, e' dal giorno dopo delle elezioni che Silvio Berlusconi ha posto sul tavolo la questione del post-Napolitano. Certo, l'ex premier ha anche sempre rivendicato la compartecipazione del Pdl nel futuro governo, ma il Cavaliere sarebbe anche disposto a lasciare il cerino in mano al leader democratico - prego, si accomodi, si sieda a palazzo Chigi e vediamo cosa e' in grado di fare, e' il ragionamento - purche' il prossimo Capo dello Stato non sia di sinistra, anzi provenga proprio dall'area di centrodestra e rappresenti una garanzia per il partito e per il suo leader, facendo anche da scudo a un eventuale nuovo inasprimento dell'offensiva giudiziaria. Dopo settimane di 'contatti' e di scambi di rose di nomi, oggi il Pd avrebbe, riferiscono da via dell'Umilta', lasciato intendere che se il Pdl favorisse la nascita del governo a guida Bersani loro non avrebbero nulla a che 'pretendere' sul successore di Napolitano. Fin qui la 'trattativa' odierna. E non mancheranno nuovi contatti - c'e' chi parla di un nuovo incontro Alfano-Bersani al massimo giovedi' mattina, chi di un appuntamento telefonico - ma l'obiettivo del Cavaliere, informato costantemente da Alfano e Brunetta sugli ultimi sviluppi, e' incassare un accordo di ferro con Bersani. Non basta, viene specificato, una semplice promessa, non bastano assicurazioni verbali: serve un impegno preciso, magari con Napolitano stesso che faccia da garante (nel Pdl si arriva a parlare di 'patto dal notaio'). E si', perche' anche l'attuale Presidente della Repubblica rientrerebbe nel 'piano'. Nel Pdl, infatti, si ragiona su come assicurarsi che non ci siano trabocchetti: la strada piu' fattibile, viene spiegato, e' quella delle dimissioni anticipate di Napolitano, cosi' da rendere quasi contemporanee le due partite, governo e Colle. Bersani, spiegano fonti pidielline, ci starebbe ragionando, promettendo una risposta tra 48 ore. Tanto piu' dopo l'incontro con Scelta Civica: l'Udc infatti avrebbe parlato, durante il colloquio, di appoggio esterno, qualora anche il Pdl fosse coinvolto nella partita. E anche in via dell'Umilta' vengono usate le stesse parole: appoggio esterno, nessuna preclusione - come ha ribadito lo stesso Alfano - su nomi e persone. Il tutto, pero', ha scandito l'ex premier con i suoi, deve avvenire alla luce del sole: no a giochini sottobanco, nessuna uscita dall'aula per non intralciare la strada di Bersani. Il patto, di ferro, deve essere esplicitato e trasparente. Altrimenti, salta tutto, avrebbe avvertito il Cavaliere, forte dei nuovi sondaggi che danno il Pdl in crescita di tre punti rispetto a fine febbraio, mentre il Pd perde consensi ogni settimana. Da qui la linea ribadita dal segretario: Quirinale al centrodestra, coinvolgimento del Pdl nel governo o al voto. In realta', Berlusconi tiene in caldo anche il piano 'B', ovvero governo istituzionale. Ora, dunque, sta a Bersani scegliere se andarsi a suicidare - e' la sintesi tracciata da Berlusconi, oggi impegnato a Milano in incontri con i suoi legali per tentare un accordo sulla causa di separazione da Veronica - o se accettare il nostro aiuto e cedere sul Colle.
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