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Conclave: nera la prima fumata Delusione tra i fedeli a S. Pietro

La fumata nera a San. Pietro. (foto)

di Redazione

CdV, 13 Mar. (AGI) - Nessuno dei cardinali ha ricevuto ieri sera nella prima votazione del Conclave i 77 voti necessari; cosi' alle 19,41 dal comignolo della Sistina e' arrivata l'attesa fumata nera. Il fatto che siano stati rispettati i pronostici della vigilia significa che, probabilmente, nell'urna i 115 elettori si sono divisi tra piu' candidati, per pesare la forza elettorale di ciascuno. Le previsioni erano queste: voti per l'italiano Angelo Scola, il brasiliano Odilo Scherer, lo statunitense Timothy Dolan e un curiale indicato dal cardinale Bertone, forse lo spagnolo Santos Abril y Castello. La folla, nella quale era presente anche l'ex premier Romano Prodi, era accorsa numerosa, ed e' rimasta delusa. "E' l'amore che spinge i Pastori della Chiesa a svolgere la loro missione di servizio agli uomini d'ogni tempo, dal servizio caritativo piu' immediato fino al servizio piu' alto, quello di offrire agli uomini la luce del Vangelo e la forza della grazia. Preghiamo perche' il futuro Papa possa continuare quest'incessante opera a livello mondiale", aveva detto il cardinale decano Angelo Sodano ai fedeli presenti nella Basilica di San Pietro per la messa "Pro Eligendo Pontifice" da lui presieduta. Durante il rito, Sodano aveva espresso gratitudine a Benedetto XVI per il suo "illuminato Pontificato" e citato anche Giovanni Paolo II, Papa della "Dives in misericordia" e Paolo VI ricordato per la "Popolorum Progressio". E aveva aggiunto: "oggi vogliamo implorare dal Signore che attraverso la sollecitudine pastorale dei Padri Cardinali voglia presto concedere un altro Buon Pastore alla sua Santa Chiesa". Nel pomeriggio, poi i cardinali sono entrati in processione nella Sistina, dove hanno prestato giuramento: uno alla volta hanno pronunciato la formula di rito, "Spondeo, voveo ac iuro" cioe' "Prometto, mi obbligo e giuro", e alcuni cardinali erano visibilmente emozionati, come il brasiliano Joao Braz d'Aviz, prefetto della Congregazione dei religiosi e l'italiano Fernando Filoni, prefetto di Propaganda Fide. Altri hanno letto invece la formula con maggiore sicurezza, come ha fatto l'italiano Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, qualcuno infine e' apparso in difficolta' per ragioni di salute, come il prefetto emerito di Propaganda, l'indiano Ivan Dias. Sembravano piuttosto affaticati anche due capi dicastero in carica, il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, Jean Louis Tauran, malato di Parkinson, e il prefetto per le Chiese Orientali, Leonardo Sandri, italo-argentino, che appare afono, forse per un raffreddore, ma colpisce che a soffrirne sia proprio colui che alla fine del Pontificato Wojtylano era la voce del Papa, in quanto come sostituto della Segreteria di Stato era incaricato sostituire Giovanni Paolo II che gia' ammalato non poteva leggere da solo quei testi. Per altri infine le difficolta' nel giuramento sono state esclusivamente linguistiche, in qualche incertezza sono incappati anche due "papabili", l'italiano Angelo Scola e lo statunitense Timothy Dolan. Hanno letto con sicurezza invece sia il cappuccino di Boston Sean O'Malley, che il presidente dei vescovi europei Peter Erdo. Molto compresi nella solennita' del momento infine il filippino Luis Antonio Tagle, il canadese Marc Ouellet e l'italiano Angelo Bagnasco. Mentre si attendeva la prima votazione, infine, a piazza San Pietro hanno fatto irruzione due esponenti del gruppo ucraino Femen: a seno nudo, hanno gridato 'No more Pope', lanciando fumogeni rosa, una sorta di 'parodia' della fumata del comignolo della Sistina.



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