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"Da militari, andiamo avanti" Maro' per l'India con garanzia

I due marò italiani in partenza per l'India. (foto)

di Redazione

ROMA, 22 Mar. (AGI) - Partiti nella notte a bordo di un aereo militare da Brindisi, i due maro' Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono in viaggio verso New Delhi. Con loro, il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, che dall'inizio ha seguito la vicenda. I due fucilieri alloggeranno nell'ambasciata italiana a New Delhi. E intanto il governo indiano esulta per quello che considera un successo diplomatico: "La diplomazia continua a lavorare quando tutti gli altri pensano che tutto sia andato perduto", ha detto il ministro degli Esteri, Salman Kurshid, nella sua prima reazione all'annuncio italiano. A New Delhi, l'esecutivo non esista a parlare di vero e proprio successo: "Il governo e la Corte Suprema insieme hanno spinto l'Italia a prendere la decisione; e' una vittoria diplomatica", ha esultato il ministro dell'Interno, RPN Singh. E poi, tramite Twitter, ha aggiunto: "La ferma posizione dell'India, articolata dal premier e da Sonia Gandhi, ha funzionato: l'Italia sta rimandando indietro i due maro' perche' siano processati in India". Il ministro degli Esteri Kurshid ha aggiunto che i due maro' saranno processati secondo le leggi indiane e che il diritto locale non subira' alcun 'aggiustamento': le sue parole arrivano dopo che la Farnesina ha assicurato di aver ricevuto garanzie dal governo indiano che i due militari non rischiano la pena di morte. "La legge rimane com'e': non cambia nulla per quanto riguarda la legge e il mio intendimento non puo' cambiarla". Il governo ha comunque anticipato che, nel pomeriggio ora locale, riferira' in Parlamento per "condividire -come ha spiegato Kurshid- gli sviluppi avvenuti" con il legislativo. 

MEDIA INDIA, POTREBBERO SCONTARE PRIGIONE IN ITALIA 

I due maro', se condannati, potrebbero scontare la pena detentiva in Italia: lo scrive uno dei piu' autorevoli mezzi di comunicazione indiana, Cnn-Ibn, che dall'inizio segue con grande attenzione il caso. I due fucilieri del battaglione San Marco, che sono accompagnati dal sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura, sono in queste ore in volo verso New Delhi e, una volta atterrati, saranno direttamente trasferiti nell'ambasciata italiana dove attenderanno il giudizio del Tribunale Speciale, cui la Corte Suprema ha affidato il caso. Il procuratore generale, Ge Vahanvati ha infatti assicurato che i due non saranno arrestati al loro arrivo in India. Il governo italiano ha inoltre ottenuto la garanzia che i due militari non rischiano la pena di morte. 

SUL VOLO PER NEW DELHI, "SIAMO MILITARI, ANDIAMO AVANTI" 

"Siamo militari, noi andiamo avanti e andremo avanti": con queste parole, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, che stanno rientrando in India per affrontare il processo per la morte di due pescatori locali, sintetizzano il loro stato d'animo. Lo ha riferito a Radio24 il sottosegretario agli Esteri, Staffan de Mistura, che e' con loro sull'aereo militare in volo verso New Delhi. "Io li conosco molto bene", ha raccontato il diplomatico italiano, "sono l'orgoglio del migliore comportamento che un militare puo' avere: dignita', chiarezza del loro ruolo e del loro comportamento, adeguarsi all'interesse e all'immagine dell'Italia e del loro corpo, quello dei Maro'. Le loro famiglie sono state straordinarie perche' hanno dovuto accettare per l'ennesima volta una delusione. Ma sono militari e anche in volo mi hanno ricordato: 'Siamo militari, noi andiamo avanti e andremo avanti'. 

TERZI; "NON LI MANDIAMO ALLO SBARAGLIO, NON MI DIMETTO" 

Con il ritorno in India i due maro' non stanno andando "allo sbaraglio, incontro a un destino ignoto", perche' "la situazione si sta normalizzando" e il governo italiano ha ottenuto la garanzia da New Delhi che non verra' applicata la pena di morte: parola del ministro degli Esteri, Giulio Terzi, che in un'intervista a Repubblica ha anche escluso proprie dimissioni. "Non ne vedo il motivo", ha affermato. Il titolare della Farnesina ha negato analogie con il ritorno a Cartagine di Attilio Regolo, il console romano caduto prigioniero durante le guerre puniche che, rispedito a Roma per indurre il Senato ad accettare la pace, volle tornare a Cartagine dove ando' incontro al martirio. "Erano condizioni diverse, vigeva il diritto romano e Cartagine non lo applicava. Noi ci muoviamo nell'ambito di leggi internazionali che devono essere rispettate e confidiamo che cio' avvenga". Terzi promette ancora l'impegno a tutto campo del governo e assicura che lo sforzo "non finisce qui": "In tutti i casi vogliamo riportare i nostri due fucilieri a casa".



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