Spazio pubblicità disponibile

Ultim'Ora

Siria. Strage all'universita' di Damasco, regime accusa "terroristi"

Immagini dell'Università di Damasco. (foto)

di Redazione

ROMA, 28 Mar. (AGI) - Nuova strage nel conflitto siriano: almeno due colpi di mortaio si sono abbattuti in pieno giorno sull'Universita' di Damasco, colpendo la mensa della facolta' di Architettura affollata di studenti, nel quartiere nord-occidentale di Baramkeh. Sarebbero almeno 15 gli studenti uccisi e otto i feriti, secondo i media di stato siriani. Non e' possibile al momento una verifica indipendente della notizia. La televisione statale ha attribuito il bombardamento a "terroristi", espressione comunemente usata dal regime di Bashar al-Assad per indicare i ribelli. L'attacco e l'esistenza di "numerose vittime" sono stati confermati anche da fonti dell'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, organizzazione dell'opposizione in esilio con sede in Gran Bretagna. Intanto nuovi combattimenti tra ribelli e forze regolari sono scoppiati all'alba nel sobborgo di Qaboon, alla periferia nord-orientale della capitale, bombardato ieri a due riprese dai caccia governativi. Scontri si segnalano inoltre nel quartiere sud-occidentale di Qadam, e lungo l'arteria che collega quello meridionale di Yarmuk alla localita'-satellite di al-Hajar al-Aswat, nella provincia adiacente di Rif Dimashq. Mezzi corazzati lealisti in azione anche a Daraya, una decina di chilometri a ovest della citta'. La strage all'Universita' sembra confermare quanto affermato da Ahmad al-Khatib, portavoce della Commissione Generale della Rivoluzione Siriana, una rete di attivisti locali: "A Damasco le ostilita' vanno lentamente intensificandosi", ha riferito Khatib. "Negli ultimi giorni si e' combattuto di frequente anche intorno a piazza degli Abassidi, una delle principali della capitale". Una nuova difficile paginma del dramma umanitario sarebbe stata scritta nel campo profughi turco di Suleiman Shah, meno di un chilometro a nord della frontiera tra i due Paesi. In seguito a una violenta protesta, 500-600 profughi sarebbero stati espulsi dopo essere stati identificati attraverso le riprese delle telecamere di sorveglianza. Le indiscrezioni sono state tuttavia immediatamente smentite dal ministero degli Esteri di Ankara: si tratterebbe invece di non piu' di 50-60 persone rientrate volontariamente nel proprio Paese la notte scorsa, senza alcuna costrizione. L'Unhcr, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha comunque espresso "profonda preoccupazione" per la notizia, e ha fatto sapere di essersi messo in contatto con le autorita' turche. (AGI) Red/Pdo Zec/Pdo.



Nessun commento