Spazio pubblicità disponibile

Ultim'Ora

Crisi. Crollano le vendite al dettaglio, -4,8% a febbraio

I carreli vuoti delle famiglie italiane. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 24 Apr. (AGI) - Crollano le vendite al dettaglio: a febbraio hanno segnato una flessione tendenziale del 4,8%, il dato peggiore da aprile del 2012. E cattive notizie arrivano anche sul fronte dell'occupazione: dal 1977 i disoccupati aumentano di un milione e mezzo. E a pagare di piu' sono le giovani generazioni. Secondo i dati Istat l'indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio a febbraio scorso diminuisce dello 0,2% su base congiunturale. Nella media del trimestre dicembre 2012-febbraio 2013 l'indice registra una flessione dello 0,7% rispetto ai tre mesi precedenti. Nel confronto con gennaio 2013, aumentano le vendite di prodotti alimentari (+0,2%) e diminuiscono quelle di prodotti non alimentari (-0,3%). Rispetto a febbraio 2012, l'indice grezzo del totale delle vendite segna una diminuzione del 4,8%, sintesi di un calo del 4,0% delle vendite di prodotti alimentari e del 5,3% di quelle di prodotti non alimentari. Dati che preoccupano le associazioni dei commercianti. Per Confcommercio "il nono calo consecutivo, in termini congiunturali, registrato oggi segnala il permanere di una situazione di estrema criticita' dei consumi delle famiglie confermando il perdurare della fase di eccezionale calo della domanda interna avviatasi nella seconda parte del 2011 che coinvolge, ormai, in modo diffuso tutti i prodotti e tutte le tipologie distributive". Confesercenti denuncia: "nel terribile quinquennio 2007-2012, la crisi, assieme al balzo insopportabile della pressione fiscale ed al calo della occupazione, ha bruciato la cifra astronomica di 238 miliardi di reddito disponibile delle famiglie italiane". In piu' di 35 anni invece il numero dei disoccupati e' salito di quasi un milione e mezzo. In particolare, secondo le rilevazioni dell'Istituto di Statistica, il numero dei senza lavoro e' cresciuto da 1 milione 340 mila del 1977 a 2 milioni 744 mila del 2012. L'incremento ha interessato sia la componente maschile (+863 mila) sia quella femminile (+541 mila). E il mercato del lavoro si chiude sempre di piu' per i giovani. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni e' salito dal 21,7% del 1977 al 35,3% del 2012. L'aumento ha coinvolto sia gli uomini sia le donne: per i primi, il tasso e' cresciuto dal 18,1% al 33,7%, per le seconde dal 25,9% al 37,5%. La Cgil avverte: e' necessario "cambiare le scelte sbagliate che non hanno prodotto risultati positivi e dare centralita' a lavoro e imprese che sono l'assoluta priorita' per il Paese". Per il segretario confederale Serena Sorrentino, "Sud, giovani e settori industriali sono i segmenti su cui la crisi ha pesato di piu' in termini di calo dell'occupazione e crescita della disoccupazione". Per la Cisl l'Italia rischia la desertificazione industriale e di diventare un Paese che non da' piu' speranza ai giovani. "I dati Istat - commenta Luigi Sbarra, segretario confederale della Cisl - evidenziano come il settore industriale, il Mezzogiorno ed i giovani hanno pagato il prezzo piu' alto della crisi economica degli ultimi 5 anni". Infine il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy, torna a chiedere un intervento "immediato attraverso una radicale riduzione del peso fiscale sul lavoro dipendente, la valorizzazione della buona flessibilita' e investire nella formazione adeguata ai bisogni delle imprese".





Nessun commento