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Laura Puppato. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 25 Apr. (AGI) - Gli effetti della debacle sull'elezione del Presidente della Repubblica continuano a farsi sentire, fortissimi, in un Partito Democratico che stenta a rientrare in carreggiata nonostante il suo vicesegretario sia ad un passo dall'arrivare a Palazzo Chigi. Anzi, il motivo delle nuove spaccature e' proprio la fiducia ad un governo Letta che nascerebbe con il marchio di una forte ed altolocata presenza di elementi del Pdl. Cosi' i democratici tornano a spaccarsi esattamente come nel giorno del siluramento di Franco Marini, anch'egli indicato come emblema vivente dell'inciucissimo.
Una differenza, comunque, c'e', e si chiama Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze sembra ritagliarsi il ruolo del pompiere, dicendosi "convinto che Enrico, che e' una persona capace, abbia tutti i numeri per farcela. Chi sta in Parlamento spero non faccia mancare la fiducia". Ma Laura Puppato, emergente all'interno del partito da quando ha partecipato alle primarie, avvrte: "Se ci sono Alfano e Schifani, allora non posso dare la fiducia. Diventa un problema di coscienza".
Quanto basta per far scattare la reazione di un lettiano di ferro come Francesco Boccia, che agita lo spettro dell'espulsione nei confronti degli eventuali dissidenti. "Nessuna minaccia ai colleghi", premette, "ma ci sono delle regole che vanno rispettate ed e' chiaro che chi non dovesse votare la fiducia al governo sarebbe fuori dal partito".
Ma "il principale azionista del governo e' Berlusconi", gli replica Pippo Civati, chiedendo che almeno il 25 aprile non si parli di epurazioni.
Filtra nel frattempo l'ipotesi che il nuovo governo si presenti lunedi' prossimo alla Camera e martedi' al Senato.
"Se Letta fallisce credo non ci sia altro che il voto", dice esplicita il neopresidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani. La resa dei conti e' per l'inizio della prossima settimana. Poi, se la situazione precipitasse, il Pd rischierebbe di andare incontro alle urne nel peggiore dei modi.
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