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Governo. Oggi l'incarico. "Veto" di Berlusconi per Renzi

Giuliano Amato. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 24 Apr. (AGI) - Due nomi in lizza, Giuliano Amato ed Enrico Letta ma con il primo piu' probabile dopo le consultazioni di ieri, piu' qualche possibile outsider. La decisione non verra' annunciata prima delle 10,30 (il calcolo potrebbe essere ottimistico), dopo che Giorgio Napolitano avra' reso omaggio ad uno dei piu' grandi commis della Repubblica, quell'Antonio Maccanico che e' stato, tra le altri cose, segretario generale della Presidenza della Repubblica ai tempi dei fasti di Sandro Pertini. Renzi: io premier? E' Berlusconi che non mi ha voluto Giornata - quella di ieri - che pareva aver preso una piega quasi in discesa, all'inizio, ma che in serata ha registrato un certo rallentamento. Prima di pranzo un Pino Pisicchio in vena di confidenze diceva al microfono: "Incarico tra pochissime ore". Alle 20 la certezza non c'era piu'. A dimostrazione del fatto che qualcosa si era inceppato, la lunghezza fuori programma dell'incontro con la delegazione del Pd, reduce da una difficile riunione della direzione. "Servono nuovi approfondimenti", sussurra ai suoi collaboratori un Giorgio Napolitano stanco dopo l'ennesima, intensa giornata di lavoro. I nomi in ballo sono i due che circolano dalla mattina: Giuliano Amato e proprio quell'Enrico Letta che guida, da vicesegretario, la delegazione del Partito Democratico. Poi, magari per un colpo a sorpresa, qualcuno pensa al presidente dell'Istat Enrico Giovannini, uno dei dieci saggi che hanno redatto i documenti destinati, nel volere del Colle, a fare da struttura per l'azione del prossimo governo. Ma Giovannini e' un tecnico, e contro questa ipotesi si sarebbe detto il Pdl, oltre a meta' del Pd. Cosi' come dopo aver preso forma e volume nel corso della giornata, si sgonfia anche l'idea di chiamare Matteo Renzi ad un grande salto di qualita'. Forse un salto troppo grande, fa osservare qualcuno, dal momento che in questa stagione la novita e' benvenuta, ma ci vuole anche una qual certa caratura internazionale che non e' garantita dalla sola carica di sindaco di Firenze, dato che sono alle viste trattative serrate con la Ue sul bilancio dell'Italia e la presidenza di turno del semestre Ue tra un anno. Una caratteristica, quella dello standing internazionale, che accomuna i due principali contendenti, insieme alla fiducia da entrambi guadagnata presso il presidente. L'uno piace abbastanza al Pd, ma non abbastanza al Pdl. L'altro all'inverso, ma gode di una consuetudine politica e personale con il Capo dello Stato che sarebbe garanzia di legame rodato per i procellosi mesi a venire. Stando ai resoconti dei partiti, il Pdl avrebbe proposto il solo nome di Amato, mentre dal Pd, come deciso dalla direzione, non sarebbero giunte candidature ma la disponibilita' a dar vita al governo. La somma algebrica delle due consultazioni darebbe in pole position l'ex premier, ma c'e' da registrare l'ostilita' della Lega e lo scarso entusiasmo del Pd. Poi ci sono anche da considerare le tensioni persistenti in un Pd allo sbando, che anche ieri ha oscillato tra si' e no al governo di larghe intese e sostenitori piu' o meno tiepidi di una forte caratura politica dei possibili ministri. Insomma, un rebus, ancora da sbrogliare. Con il Pd che rischia di implodere e di non reggere al voto di fiducia senza perdere deputati e senatori per strada. Certo non si puo' rischiare la figura di bruciare un premier incaricato mandandolo alle Camere senza la certezza di una conferma. Anche perche' Napolitano. in questo caso, ha gia' preannunciato in Parlamento serie conseguenze che da tutti vengono lette come la minaccia di sciogliere le Camere e poi dimettersi, esponendo i partiti a una figuraccia agli occhi del Paese e del mondo.





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