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Pietra (Fg). 125esimo pellegrinaggio in onore di Sant’Alberto

Una immagine della processione del grano. (foto) ndr.
Il 16 maggio si rinnova la tradizionale processione nel grano fino all’antico eremo 

di Redazione

PIETRAMONTECORVINO (FG), 10 MAG. - Il 16 maggio P.V, a Pietramontecorvino, si svolgerà il 125esimo pellegrinaggio-processione dal borgo al sito archeologico di Montecorvino, un tempo dimora di Sant’Alberto. In sette chilometri, si sviluppa un cammino di devozione la cui ricchezza va oltre il suo significato religioso. Sette chilometri per raggiungere la cosiddetta “sedia del diavolo”, la torre di Montecorvino, e il sito archeologico in cui si trovano i ruderi dell’antica cattedrale che fu dimora del Santo. Il legame tra cielo e terra, metafora e significazioni La processione del 16 maggio contiene molti elementi delle identità di Pietramontecorvino e, più in generale, del patrimonio della cultura contadina. Il pellegrinaggio a Montecorvino è un racconto che si rinnova anno dopo anno dal 1889. Da allora, l’evento non ha mai smarrito il filo conduttore che lo caratterizza dalle sue origini: il legame tra la terra e il cielo simboleggiato dai palii protesi verso l’alto. La natura e le sue manifestazioni, nella giornata del 16 maggio, sono metafora e significazione di quel legame, della tensione emotiva verso la speranza di avere un aiuto dal cielo per governare le difficoltà e le variabili legate al ciclo delle coltivazioni. L’origine del rito nel “patto” con Sant’Alberto Tutto nacque da un bisogno vitale, quello di vedere sconfitta la tremenda siccità che 125 anni fa mise a rischio il ciclo delle colture e, con esso, la possibilità delle famiglie di avere il necessario per sfamarsi. La leggenda vuole che Sant’Alberto Normanno apparve in sogno a due donne e disse loro che, per alleviare la sete dei campi, il popolo avrebbe dovuto compiere un pellegrinaggio penitenziale fino alla vicina Montecorvino. Al ritorno dal cammino di preghiera le nuvole riversarono sui campi la pioggia indispensabile al loro sostentamento. Alberto il Normanno aveva sconfitto la siccità e conquistato l’eterna devozione del suo popolo. La processione nel grano, carovana di colori La processione di Sant’Alberto si svolge il 16 maggio di ogni anno dal 1889. Dal borgo, di buona mattina, una lunga teoria di donne, uomini e bambini si mette in cammino. Centinaia di persone sono precedute da enormi palii. I fusti d’albero sono addobbati con fazzoletti variopinti e vengono portati a braccia, eretti, con l’aiuto di lunghe funi. Il pellegrinaggio diventa una carovana di colori che, grazie all’altezza e al corredo di scialli dei palii, rende visibile il suo procedere anche a molti chilometri di distanza. Nel mezzo, tra i palii e il popolo dei fedeli, c’è la statua del santo. La processione dei giovani e degli anziani I palii, che oggi sono molto numerosi e raggiungono in alcuni casi i 20 metri, permettevano a chi restava in paese e non poteva partecipare alla processione di individuare e di seguire la statua di Sant’Alberto a chilometri di distanza: in questo modo, sono soprattutto i più giovani a farsi carico dell’esigenza degli anziani e delle persone con difficoltà motorie che altrimenti non potrebbero partecipare in alcun modo al pellegrinaggio. Così, invece, tutti sono partecipi del lento incedere della processione.





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