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Roma. Marino vs Alemanno, no a Grillo, si agli astenuti

Alemanno e Marino. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 28 MAG. (AGI) - Dal primo turno di queste elezioni amministrative esce un solo vincitore: l'astensionismo. Quello del non voto e' infatti il primo 'partito' italiano, con l'affluenza in calo del 15 per cento rispetto alle precedenti amministrative. A Roma, per esempio, ha votato poco piu' di un cittadino su due (62,38%). E proprio nella Capitale e' gia' partita la caccia agli astenuti da parte di Gianni Alemanno e Ignazio Marino, che la prossima settimana si giocheranno tutto al ballottaggio. Il candidato del centrosinistra vince nettamente il primo turno con il 43% dei consensi, contro il sindaco uscente Gianni Alemanno si ferma al 31%, al di sotto della somma della sua coalizione. I due contendenti dovranno quindi cercare di recuperare voti in una citta' che ha perso meta' dell'elettorato. I dati delle comunali 2013 delineano un risultato disastroso di Beppe Grillo: il Movimento 5 Stelle ha di fatto dimezzato i consensi nel giro di tre mesi, e allo stato e' escluso da tutti i ballottaggi nei comuni capoluogo di provincia. A Roma il candidato grillino non ha preso neanche il 13 per cento dei voti. Basti pensare che nel 2012 Grillo conquisto' Parma, mentre pochi mesi fa il candidato alla Regione Lazio conquisto' oltre il 20 per cento dei consensi. Il Pdl e' fuori dal Consiglio regionale della Valle d'Aosta e, al momento, anche dal ballottaggio di Avellino dove ci sara' uno scontro fra i candidati di centrosinistra e Udc. Il centrosinistra potrebbe confermare al primo turno i sindaci di Vicenza, Pisa, Massa. In tutti gli altri comuni capoluogo il centrosinistra parte in vantaggio ai ballottaggi contro il centrodestra. Solo a Brescia si registra una sostanziale parita': il candidato di Pd-civiche-Verdi ha il 38,2%, quello di Pdl-Lega-Fdi-Udc-civiche ha il 37,9%. Elezioni amare anche per la Lega Nord che registra una vera e propria debacle in Veneto, un terremoto in una delle roccaforti del Carroccio. Il movimento fondato da Umberto Bossi, dopo il risultato deludente delle scorse politiche e dopo gli scontri interni dei mesi passati, conditi da espulsioni e contestazioni anche 'cruente', rischia, in questa tornata di comunali, di perdere al secondo turno Treviso, una delle culle del movimento. La cittadina veneta, infatti, e' retta da 20 anni da sindaci leghisti: a Ca' Sugana si sono passati il testimone lo 'sceriffo' Giancarlo Gentilini e l'ex segretario nazionale Gian Paolo Gobbo. Proprio il primo e' svantaggiato nel ballottaggio e parte quasi 10 punti sotto allo sfidante Giovanni Manildo, espressione del centrosinistra.





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