Sanità. Damone: “Confronto e non polemiche per dare risposte concrete e responsabili”
Francesco Damone. (foto) ndr. |
di Redazione
BARI, 10 MAG. - Una nota del consigliere Francesco Damone (Misto)
Le notizie di stampa che da diverso tempo pongono
all’attenzione della pubblica opinione la contrapposizione tra gli
ospedali di San Severo e di Lucera obbediscono ad una logica di
campanile che non ha ragione alcuna di essere, in quanto lontana dai
temi da porre nelle agende delle rispettive amministrazioni locali:
rivendicare la struttura per meri interessi egoistici, ignorando
completamente la qualità, non costituisce il tema principale di una
disputa assurda.
D’altra parte le scarse risorse finanziarie oggi obbligano ad una
scelta di campo assoluta che riguarda la decisione di mutare
radicalmente prospettiva sulla inusitata e costosa prassi del ricovero a
tutti i costi: l’utenza deve ottenere il massimo di assistenza e cure
cercando di evitare in maniera prioritaria la costosa consuetudine del
ricovero in ospedale!
In tale nuova ed improrogabile visione, con il coinvolgimento di
soggetti altamente qualificati, è stata predisposta una ipotesi di
revisione in radice del sistema sanitario attuale, prevedendo (oserei
dire finalmente), quale figura centrale quella del medico di base,
risorsa da sempre male utilizzata e spesso inspiegabilmente frustrata.
Oggi è assolutamente indilazionabile privilegiare il medico di
famiglia, il quale assolve non solo al ruolo di elemento indispensabile
(“di base”, appunto) del sistema sanità, ma rappresenta - per gli
assistiti - l’amico, il fiduciario e il consulente di famiglia per tutte
le problematiche che riguardano le questioni mediche: la funzione del
medico di base deve essere rivalutata ed incoraggiata in tutti i modi e
in tutte le sedi, perché soggetto utile ed irrinunciabile per operare
una vera e significativa revisione dell’intero sistema.
Tale concetto consente di evitare che si continui con
rivendicazioni di presenze territoriali, dovendo mirare invece alla
creazione di veri centri di eccellenza, sostenendo e rilanciando quelli
che pure esistono nel nostro territorio: per questo motivo, non
certamente per sterile campanilismo, il reparto di eccellenza
rappresentato dalla cardiologia di San Severo deve essere potenziato ed
accentrato, per continuare ad essere riferimento delle popolazioni del
nord tavoliere.
In tal modo la celerità dell’intervento, l’eccellenza del servizio e
la polivalenza del reparto permetterebbe anche al 118 di poter
veicolare l’utenza presso un reparto assolutamente pronto ad affrontare
ogni emergenza grazie a personale e macchinari di indiscutibile livello.
Il trasferimento del poliambulatorio nel presidio di Lucera (cosa
già avvenuta con il trasferimento del poliambulatorio nell’ospedale di
San Severo), inoltre, comporta solo vantaggi per gli assistiti e per i
soggetti bisognosi, con evidente razionalizzazione dei servizi,
abbattimento della spesa, minori disagi per gli utenti.
L’ammalato, il bisognoso, il sofferente e le famiglie di chi vive
situazioni di disagio non può più essere visto come mezzo, ma deve
diventare il fine ultimo del sistema, garantendo non interessi economici
specifici e personali che nulla hanno in comune con la salute del
cittadino.
D’altra parte, a breve, con questo nuovo tipo di sanità del
territorio anche gli altri ospedali territoriali sono destinati ad
essere riconvertiti perché l’obiettivo è quello – come detto - di
limitare i ricoveri ospedalieri e garantire il benessere del malato: la
presenza dell’ospedale sotto casa non è più tollerabile perché gli
sprechi del passato hanno contribuito a causare il disastro finanziario
dell’Italia.
D’altra parte non va dimenticato il fatto che le rivendicazioni
campanilistiche decadono immediatamente quando il cittadino è costretto a
raggiungere presidi fuori regione per la tutela e la salvaguardia della
propria salute: invece di continuare a litigare in maniera sterile
sulla presenza della struttura, è auspicabile una interconnessione di
tutto il personale medico mirato ad assicurare un’assistenza altamente
qualificata ed urgente.
Un invito finale riviene dalla volontà di non spaventare l’utenza,
criminalizzare le istituzioni, aggredire i consiglieri regionali, ma di
offrire la speranza ai cittadini che la classe politica dia concreta
testimonianza di responsabilità: una classe dirigente non litiga per
esigenze territoriali o di interessi specifici, ma – collaborando per il
bene comune – trova le soluzioni per invertire la tendenza che ci ha
portati sull’orlo del baratro, assicurando alla gente assistenza vera,
qualificata e non da terzo mondo, azzerando le code interminabili per
pagare il ticket o prenotare una visita.
Fatti, scelte e non polemiche per dare risposte concrete e responsabili.
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