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America oggi (Usa). Conservatori contrari alla riforma dell'immigrazione

La Camera USA. (foto) ndr.

di Domenico Maceri

NEW YORK, 26 GIU. (AISE)  - ""Questo rapporto consiste di un immenso slancio per la riforma sull'immigrazione". Parla Charles Schumer, il senatore democratico dello Stato di New York, mentre commenta il recente resoconto del Congressional Budget Office (Cbo), agenzia nonpartisan del governo, secondo il quale gli eventuali nuovi cittadini creati dalla riforma avrebbero un impatto positivo sull'economia statunitense. Non si tratta solo di coprire le nuove spese ma si calcola che una volta completata la riforma gli effetti positivi si tradurrebbero in una riduzione del deficit di 197 miliardi in dieci anni". Docente di lingue all'Allan Hancock College (Santa Maria, California), Domenico Maceri illustra la riforma dei democratici sulle pagine di "America oggi", quotidiano diretto a New York da Andrea Mantineo. "Il rapporto del Cbo non assicura che il disegno di legge preparato dalla "Gang of 8", il gruppo di otto senatori, quattro democratici e quattro repubblicani, diverrà legge ma certo offre buoni indizi dato che elimina una delle obiezioni degli ultra conservatori al Senato, ma specialmente alla Camera, che cercheranno di opporsi alla riforma sull'immigrazione. Il nuovo disegno di legge aprirebbe le porte agli 11 milioni di clandestini di regolarizzare la loro situazione ma allo stesso tempo cercherebbe di chiudere la frontiera col Messico onde impedire le entrate illegali. Il percorso alla cittadinanza non sarebbe né breve né facile. Prevede uno status temporaneo di sei mesi, seguito da dieci anni con permesso legale (il notissimo cartellino verde), e poi altri tre anni per la cittadinanza. Il disegno di legge include anche spese di 6,5 miliardi per impedire le entrate illegali dalla frontiera Sud con il Messico. Inoltre si amplierebbero gli ingressi di "guest workers", lavoratori legali a tempo determinato per i lavori più umili ma anche per quelli che richiedono grande preparazione tecnica. Ci sono buone speranze che questa volta si faccia qualcosa per permettere ai milioni di clandestini di uscire dall'ombra e venire fuori alla luce del sole. Ciononostante non sarà facile specialmente per gli ostacoli che il disegno di legge dovrà superare alla Camera dominata dai repubblicani ma anche al Senato dominato dai democratici. Qui sembra che il cammino sia spianato come rivela il voto di 82 a 13 per permettere al disegno di legge di essere discusso. Ciò rivela che i repubblicani contrari non sono riusciti a bloccare l'iniziativa mediante il loro solito trucco del filibuster, i quarantuno voti necessari per bloccare l'iniziativa. Ciò non garantisce che il disegno di legge non venga ostacolato in altri modi. I repubblicani hanno già iniziato a presentare i loro emendamenti per spingerlo nella loro direzione e modificarlo abbastanza onde ampliare l'erosione del supporto alla proposta. Spiccano fra queste obiezioni la richiesta di alcuni repubblicani di una garanzia che non vi saranno più entrate illegali prima di mettere in atto i provvedimenti della nuova proposta. L'idea sarebbe di evitare un'altra ondata di entrate illegali ed essere costretti a ricominciare daccapo nel vicino futuro. In effetti, questo ragionamento si rifà alla sanatoria dei clandestini approvata da Ronald Reagan nel 1986. L'opposizione alla riforma diverrà molto più difficile da superare alla Camera perché i repubblicani decidono se il disegno di legge approvato al Senato verrà votato o no. John Boehner, il leader della Camera, ha esitato a chiarire se permetterà ai parlamentari di votare l'eventuale disegno di legge che il Senato approverà. Si crede però che se la Camera alta lo approverà in modo schiacciante, Boehner non avrà altra scelta che dare l'opportunità di votarlo. La storia recente ci dice che Boehner ha permesso voti alla Camera solo quando la maggioranza repubblicana li ha voluti anche se vi è stata qualche eccezione. In linee generali i repubblicani sono contrari alla riforma sull'immigrazione per soddisfare la loro base che non vede oltre l'atto illegale dei clandestini. Jeff Sessions, senatore repubblicano dell'Alabama, rappresenta per eccellenza questo punto di vista. Nel 2007 Sessions riuscì a deragliare gli sforzi per la riforma e anche questa volta è tra i parlamentari contrari alla riforma. Non ha molto da perdere perché il voto latino in Alabama interessa poco ricordando specialmente le dure leggi anti-immigranti approvate dalla legislatura statale, alcune delle quali sono state dichiarate illegali dalla Corte Suprema. Ma al livello nazionale il numero crescente degli elettori ispanici e la loro forza politica costringerà i repubblicani a cedere. In un'intervista a Meet the Press, programma domenicale della Nbc, il senatore Lindsey Graham, repubblicano della South Carolina, ha detto che "se non si risolverà la questione dell'immigrazione in un modo ragionevole e pratico, poco importa chi sarà il candidato presidenziale nel 2016". Parole sincere che tradiscono la realpolitik del Partito Repubblicano".





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