Berlusconi rilancia Forza Italia, "io resto il numero uno"
Silvio Berlusocni. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 29 GIU. (AGI) - Silvio Berlusconi, dopo giorni di silenzio e di lontananza dai riflettori, sceglie il telegiornale della rete ammiraglia Rai per confermare quanto gia' detto in privato a Enrico Letta e Giorgio Napolitano: "Dal Pdl viene un sostegno leale e convinto al governo". Non solo. L'ex premier fuga ogni dubbio sul suo futuro, dopo le indiscrezioni - sebbene smentite - di un passaggio del testimone con sua figlia Marina. Niente di tutto cio', almeno per ora. Nessun passo indietro, al contrario Berlusconi chiarisce subito che lui e' e sara' ancora "il numero uno". E sara' "nuovamente alla guida" della rediviva "Forza Italia".
Il Pdl non scomparira' del tutto, spiega il Cavaliere, ma sara' "la coalizione di centrodestra, di cui Fi fara' parte". Berlusconi mette anche in chiaro che non ci sono distinguo nel partito e derubrica a parole di "stimolo" le dichiarazioni fuori dal coro di "qualche esponente" pidiellino. Tuttavia, l'ex premier non smentisce affatto l'intenzione di tornare alla carica sulla riforma della giustizia, tema che solo ieri ha mandato in tilt la maggioranza. Anzi, Berlusconi conferma: "Se c'e' un settore nel nostro Paese che ha bisogno assolutamente di una profonda riforma e' quello della giustizia". Che il fronte giustizia sia il principale tema in cima ai pensieri del Cavaliere lo conferma lui stesso, parlando delle sue vicende processuali. Questa volta, pero', nessun attacco ai magistrati, se non indirettamente, quando l'ex premier parla di "guerra dei 20 anni" che le toghe "stanno cercando di portare a conclusione".
Una guerra, scandisce il Cavaliere, che vuole colpirlo "sul piano patrimoniale, dell'immagine e dei suoi diritti politici e addirittura sul piano della sua liberta'". Ne e' dimostrazione proprio la sentenza del processo Ruby, che definisce "grottesca: c'e' una concussione con un concusso che nega di averla subita, c'e' un'induzione alla prostituzione con una indotta che nega di aver avuto alcun rapporto, oltretutto per arrivare a quella sentenza il collegio ha dovuto invitare la procura a sottoporre ad indagine 32 testimoni a favore. Una cosa che davvero non si e' mai vista". Berlusconi parla anche del Lodo Mondadori, il cui processo in Cassazione e' iniziato proprio ieri: "il danno l'ho subito allora io, perche' per un intervento politico dovetti cedere a De Benedetti e compagnia bella la Repubblica, l'Espresso, 18 giornali e addirittura una cartiera che era della Mondadori".
"E in effetti quando fui costretto a sedermi al tavolo del lodo - ricorda Berlusconi - e a cedere queste testate della Mondadori io rimasi al tavolo addolorato e De Benedetti si alzo' felicissimo e soddisfatto, come dimostrano i filmati che ci sono in giro in questi giorni che mandano una intervista che lui rilascio'. Quanto all'entita' del danno, si chiede a noi un danno di 560 milioni contro un valore di 100 milioni di azioni Mondadori possedute da Fininvest, e' incredibile", conclude il Cavaliere.
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