Carburanti. Con l'aumento di iva e accise rincari fino a 388 euro
La crisi dei carburanti in Italia. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 22 GIU. (AGI) - Con l'aumento dell'Iva e il ritocco delle accise, i prezzi dei carburanti aumenteranno fino a 388 euro. Lo sostiene la Cgia di Mestre. Calcolando che dal 2011 ad oggi abbiamo subito ben 7 aumenti delle accise sui carburanti ed un incremento dell'Iva, "se dal prossimo primo luglio non sara' scongiurato il ritocco all'insu' di un punto dell'aliquota ordinaria attualmente al 21%, gli aumenti subiti dall'imposta sul valore aggiunto in questi ultimi 3 anni saranno 2". Secondo l'elaborazione effettuata dall'Ufficio studi della CGIA di Mestre, tutto cio' ha avuto degli effetti pesantissimi sulle tasche degli automobilisti italiani: rispetto al 2010, una famiglia media italiana con un auto alimentata a benzina che, secondo i consumi medi rilevati dall'Istat, percorre circa 15.000 chilometri all'anno con un consumo di circa 900 litri di carburante, ha subito un rincaro di 217 euro. Se tra una decina di giorni l'aumento dell'Iva verra' confermato, per l'anno in cors Molto peggio sono andate le cose per chi dispone di un'autovettura di media cilindrata alimentata a gasolio. A fronte di una percorrenza media annua rilevata dall'Istat pari a 25.000 chilometri all'anno che da' luogo ad un consumo annuo di circa 1.300 litri di gasolio, il rincaro subito nelle aree di servizio a seguito degli aumenti delle accise e dell'Iva avvenuti negli ultimi 3 anni e' stato di 379 euro. Se dal prossimo primo luglio l'aumento dell'Iva verra' confermato, per il 2013 l'aggravio salira' a 388 euro e nel 2014 tocchera' i 397 euro. Una vera e propria stangata, per la Cgia di Mestre.
Per il Segretario della CGIA di Mestre corriamo dei grossi pericoli: "I risultati emersi da questa elaborazione ci devono servire da monito. Ricordo che l'80% circa delle merci in Italia viaggia su gomma. Se l'aumento dell'Iva non verra' bloccato, quasi sicuramente registreremo un rincaro generalizzato dei prezzi di tutti i beni che quotidianamente troviamo sugli scaffali dei negozi o dei supermercati. Non dobbiamo scordare che dall'inizio della crisi alla fine del 2012, il Pil nazionale e' diminuito di 7 punti percentuali e la spesa delle famiglie di 5. Questa caduta di 5 punti corrisponde, in termini assoluti, ad una diminuzione media della spesa pari a circa 3.700 euro a famiglia. Se non scongiuriamo il ritocco dell'Iva corriamo il pericolo di penalizzare ulteriormente la domanda peggiorando la situazione economica delle famiglie e quella delle piccole imprese e dei lavoratori autonomi che vivono quasi esclusivamente di consumi interni".
Nessun commento