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Ciad. Completato il reinsediamento dei rifugiati del Darfur

Il logo dell' UNHCR. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 14 GIU. - Nel Ciad sud orientale, l’UNHCR ha terminato le operazioni di spostamento dei rifugiati del Darfur provenienti dall’area di confine di Tissi nel nuovo campo di Ab Gadam, che ora ospita 10.247 persone. Oltre alla necessità di spostare i rifugiati per motivi di sicurezza, Tissi è anche soggetta al cattivo tempo. Le prime tempeste e i venti forti hanno già colpito la regione, che è attraversata dai wadis che soffiano nella stagione delle piogge e rendono la strada impossibile da percorrere dai convogli umanitari. L’ultimo convoglio ha lasciato Tissi tre giorni fa. In totale, l’UNHCR e i partner hanno spostato 7.161 persone negli ultimi mesi – la maggior parte donne, bambini e anziani. Altri 23.086 rifugiati hanno raggiunto Ad Gadam a piedi o a dorso di un asino. Ora l’UNHCR sta volgendo la sua attenzione agli altri rifugiati del Darfur sparsi tra 18 zone remote nell’area di confine. Un primo convoglio è partito dal villaggio di Haraza ieri con 270 rifugiati. L’obiettivo è di completare tutti i trasferimenti prima dell’arrivo dei venti. I rifugiati di queste zone hanno vissuto in ripari improvvisati quasi senza alcuna protezione dal sole e dalla pioggia. La popolazione locale sta condividendo le poche risorse a disposizione con loro. Con le piogge i ripari dei rifugiati saranno completamente isolati e fornire assistenza a queste persone sarà estremamente difficile. In Ciad la stagione delle piogge dura dalla fine di maggio a novembre. L’UNHCR e i partner stanno anche organizzando il nuovo campo di Ab Gadam per l’arrivo delle piogge. L’UNHCR sta distribuendo cibo ed altri generi di prima necessità e sta disponendo i mezzi di soccorso. Lo scorso fine settimana lo stesso ufficio UNHCR è stato spostato da Tissi a Bir Nahal, a circa 12 chilometri dal campo. Essere vicino al campo permetterà all’UNCHR di manetenere la consegna di aiuti ai rifugiati nel corso della stagione delle piogge e di rispondere alle crescenti necessità. Due postazioni mediche sono state costruite e i partner che si occupano di soccorso medico inizieranno ad operare in loco. Prima dello spostamento, i rifugiati che necessitavano di particolari trattamenti sono stati trasportati nella postazione medica di Tissi, quasi 29 chilometri oltre, con il rischio che la strada venisse interrotta dalle piogge. Per quanto Ab Gadam offra ai rifugiati la possibilità di ricevere migliore protezione e assistenza, parti del campo tendono ad allagarsi. Di conseguenza, i rifugiati vengono invitati ad occupare solo specifiche aree del campo e coloro i quali vogliono occupare le zone a rischio vengono re-indirizzati in zone più sicure. Nel frattempo, l’UNHCR continua il suo lavoro con i partner per fornire sufficiente acqua potabile per tutti i rifugiati del campo di Ab Gadam. Fino alla scorsa settimana, le agenzie umanitarie hanno dovuto trasportare acqua dal fiume e renderla adatta al consumo, dal momento che gli scavi effettuati non hanno rilevato nessuna falda acquifera. L’UNHCR ha quindi iniziato a trasportare acqua dal lago Tira, a nove chilometri dal campo. È stato stimato che da gennaio 30.000 rifugiati provenienti dal Darfur hanno raggiunto il Ciad sud orientale. La prima ondata di rifugiati è fuggita dal conflitto per le miniere di oro nel nord del Darfur tra la tribù dei Binheissin e quella dei Rizeigat, mentre gli ultimi rifugiati sono scappati a causa delle violenze locali tra le tribù di Salamat e di Misseriya in Um Dunkhun, un’area del Darfur occidentale a soli sette chilometri a nord di Tissi. I rifugiati raccontano di continui conflitti all’interno del Sudan. L’UNHCR continuerà il monitoraggio dei confini per registrare e supportare i nuovi arrivati.





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