Commissariamento Ilva. Vendola in aula: "formula giusta persona sbagliata"
Gli stabilimenti dell'Ilva. (foto) ndr. |
di Redazione
BARI, 11 GIU. - “Intendo continuare a chiedere al Parlamento, dopo averlo chiesto
al governo, che nella conversione in legge del decreto, si porti a
compimento la rivoluzione iniziata con il commissariamento: la formula è
giusta, la persona è sbagliata". Lo ha detto il presidente della
Regione Puglia, Nichi Vendola, nel corso delle comunicazioni sulla
vicenda dell'Ilva di Taranto, in aula consiliare.
"Non è un giudizio sulla persona di Bondi. E' che al governo è
mancato un ultimo pezzo di coraggio. Ha percorso tutta la strada tranne
l'ultimo metro. Nominare commissario chi ha avuto incarico di
amministratore delegato dell'Ilva è incomprensibile e deprimente".
"Il decreto - secondo Vendola - segna comunque un punto di
cambiamento reale: per la prima volta l'autorità di governo si confronta
con le decisioni dell'autorità giudiziaria senza percepirle come
un'invasione di campo. Si è capito che la famiglia Riva non è affidabile
dal punto di vista del calendario degli interventi di
ambientalizzazione e del rispetto delle prescrizioni dell'Aia".
"Il commissariamento - ha aggiunto Vendola - non è un esproprio ma
l'estromissione della proprietà nella gestione attuale. Siamo grati a
chi rompe una storia che talvolta è stata di omertà istituzionale. Ora
si specifichi bene che va affermato il primato del diritto alla salute, è
alla luce di questo primato che può essere salvata Ilva. Taranto dopo
aver subito uno stupro ecologico dal dopoguerra ad oggi affronta una
questione economica-sociale che rischia di esplodere. Auspico che la
Puglia possa ritrovare una posizione unitaria: mi è dispiaciuto molto
l'assenza dei consiglieri regionali di centrodestra alla riunione
presieduta da me al Cineporto. Possiamo archiviarlo come equivoco ed
incomprensione tra di noi. Non si apra un conflitto. L'argomento merita
attenzione e considerazione non avvelenate. Puglia può rivendicare la
credibilità di un'operazione trasparenza".
È giunto il momento, secondo il Presidente della Regione Puglia
“nel quale tutta la politica e tutte le articolazioni dello Stato
prendano atto di quello che è accaduto e cambino l’approccio al problema
Ilva. Per salvare l’azienda bisogna, dal mio punto di vista, rispettare
due condizioni: la prima è che l’esercizio della vita di fabbrica sia
condizionato al pieno rispetto del diritto alla salute. Non si tratta di
costruire strani equilibri astratti, ma di dire che la fabbrica, per
produrre, non deve nuocere alla salute dei tarantini”.
“Per l’Ilva – ha proseguito Vendola – c’è stata in questi anni solo
una cattiva governance che ha mirato a nascondere la polvere sotto al
tappeto. Questa governance oggi si è ulteriormente indebolita. Siamo a
una deriva. Per questo, credo che la governance non debba essere più
riferita ai vecchi proprietari. Per questo ritengo la figura di Bondi
inadeguata allo svolgimento della funzione di commissario, perché
rappresenta la continuità rispetto al passato”.
Vendola ha aggiunto che “tutti gli investimenti pubblici regionali
sul futuro e sul presente, a partire dalle bonifiche, sono fatte con un
quadro economico-finanziario che è ipotecato dai vincoli del Patto di
Stabilità : ci sono centinaia di milioni di euro che potrebbero subito
essere trasformati in cantieri per le bonifiche, ma che sono bloccati
dal Patto. Questo è il messaggio che io voglio lanciare all’intera
deputazione parlamentare: sbloccate il Patto di stabilità . È inutile ora
parlare, cerchiamo di operare con concretezza e rapidità ”.
Il presidente ha sottolineato quanto sia importante per il futuro
della città di Taranto, per la Puglia in generale coniugare in perfetta
armonia il diritto alla salute con quello al lavoro.
L’operazione del Commissariamento che ritengo sacrosanta – ha detto
Vendola – serve proprio a salvare la fabbrica a difendere il diritto di
produrre nel rispetto delle prescrizioni Aia.
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