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Il governo prepara il decreto del 'fare'. Verso stop aumento Iva

I calcoli fiscali. (foto) ndr.

di Redazione

ROMA, 11 GIU. (AGI) - Prima del vertice europeo del 27-28 giugno il governo varera' un 'decreto fare' incentrato su lavoro, semplificazioni, lavoro e interventi fiscali. Lo ha riferito il ministro per i Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini al termine del vertice di maggioranza a palazzo Chigi. Si apre cosi' la giornata politica che si colora comunque di un acceso confronto sui contenuti del decreto. "Nel dl si trattera' la materia fiscale ma non e' stato indicato il punto sull'Iva durante il vertice", chiarisce il capogruppo Pd al Senato, Luigi Zanda. "L'orientamento della maggioranza e' di bloccare l'aumento dell'Iva", controbatte invece il capogruppo Pdl alla Camera, Renato Brunetta, che chiede "un segnale forte, per questo riteniamo che il rinvio dell'aumento dell'Iva e' inutile, perche' provocherebbe un aumento dei risparmi dei cittadini" che quindi non spenderebbero. Ma Palazzo Chigi accelera anche sul fronte delle riforme. Governo e maggioranza hanno infatti deciso, sempre nel vertice di oggi, di velocizzare l'iter che da l'avvio alle riforme costituzionali. Durante il vertice a palazzo Chigi, infatti, si e' convenuto di arrivare al via libera in prima lettura in entrambi i rami del parlamento del ddl costituzionale entro luglio. E di riforme, soprattutto in ambito giudiziario, torna a parlare Giorgio Napolitano ricordando che il processo riformatore della seconda parte della Costituzione e' "ineludibile". E' necessario "spirito di reciproco rispetto, di leale collaborazione e di riconoscimento verso il giudice delle leggi, la Corte Costituzionale, chiamata ad arbitrare anche il conflitto di poteri dello Stato", dice incontrando i 630 magistrati ordinari in tirocinio. "Indipendenza, imparzialita' ed equilibrio nell'amministrazione della giustizia sono piu' che mai indispensabili in un contesto di persistenti tensioni e difficili equilibri sul piano politico e istituzionale", avverte il Capo dello Stato. Intanto, in casa M5S, Nicola Morra e' il nuovo capogruppo 5 stelle al Senato. Il ballottaggio in streaming tra lui e Luis Orellana si e' chiuso con 24 voti per l'ortodosso Morra contro i 22 del 'dialogante' Orellana. Etichette sulle quali i due esponenti grillini giocano su, resta pero' il fatto della spaccatura nell'urna, che ripropone il confronto tra le due diverse 'anime' del Movimento. Confronto che viene alimentato anche da chi i grillini li ha gia' lasciati. Grillo interviene via blog e, da uomo di spettacolo prestato alla politica, liquida il flop M5S alle amministrative dicendo che "lo spettacolo in se' osceno e inquietante attrae sempre meno spettatori, la gggente non ha piu' voglia di pagare il biglietto, di votare. Questo o quello pari sono". Ma non cade nel vuoto l'ennesimo 'fuoco amico' verso il Capo. Alla senatrice Gambaro che lo identifica come punto debole del Movimento, Grillo replica sollecitando la Rete a una sorta di plebiscito su se stesso: "Davvero sono io il problema?".





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