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Iran. Seggi aperti, riformisti sperano ma nessun favorito

I seggi per le votazioni in Iran. (foto) ndr.

di Redazione

TEHERAN, 14 GIU. (AGI) - Si sono aperti alle 8 di mattina ora locale (le 5:30 in Italia) i seggi in Iran: si sceglie tra sei candidati il nuovo presidente della Repubblica Islamica, in sostituzione di Mahmoud Ahmadinejad, a cui la Costituzione ha vietato ripresentarsi dopo due mandati. Piu' di 50 milioni di cittadini, due terzi della popolazione del Paese, sono convocati alle urne per le undicesime elezioni presidenziali nei 34 anni di vita della Repubblica Islamica e quarte elezioni municipali (che per la prima volta si svolgono insieme). Il leader supremo, l'ayatollah Ali Khamenei, ha fatto un appello al voto e lui stesso, che ha un potere assoluto nel regime teocratico sciita dell'Iran, ha gia' depositato la sua scheda nelle urne. Improbabile che il voto in Iran -le prime consultazioni elettorali dopo le presidenziali del 2009 che furono seguite da mesi di proteste dell''Onda verde' che contestava la rielezione di Ahmadinejad- porti un qualche cambiamento sostanziale anche nei rapporti tra l'Iran e l'Occidente. Tra i sei candidati che si contenderanno il voto, non c'e' nessun favorito. L'elezione oppone sostanzialmente Hassan Rohani, candidato unico dei moderati e riformisti dopo l'esclusione dell'ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, a tre conservatori: l'ex capo della diplomazia, Ali Akbar Velayati, il sindaco di Teheran, Mohammad Baqer Qalibaf, e i capo negoziatore sul nucleare, Said Jalili. Rohani spera di avere voti sufficienti per arrivare al secondo turno con uno degli ultraconservatori, che sono divisi, e il tecnocrate, Mohammed Gharazi. I sondaggi non ufficiali danno per favoriti proprio i conservatori. E dei tre, solo Jalili vuole mantenere la robusta politica intransigente dell'Iran sul nucleare, gli altri due -Velayati e Qalibaf- non hanno intenzione di tirarsi indietro dal programma che tanto preoccupa l'Occidente, ma hanno fortemente criticato l'inflessibile politica di Jalili. I seggi rimarranno aperti per 10 ore anche se il ministero dell'Interno potrebbe decidere di rinviare la chiusura fino a mezzanotte, a seconda dell'affluenza. Se nessuno dovesse ottenere il 50,1% dei voti si andra' -e tutti lo danno praticamente per scontato- a un secondo turno il 21 giugno; i primi risultati sono attesi per sabato.





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