Istat. Stipendi fermi a maggio, sei milioni senza nuovo contratto
Gli italiani calcolatrice per conti alla mano. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 21 GIU. (AGI) - Stipendi fermi a maggio. L'indice orario delle retribuzioni contrattuali calcolato dall'Istat e' rimasto invariato rispetto ad aprile, per un aumento tendenziale dell'1,4%. Complessivamente, nei primi cinque mesi del 2013, la retribuzione oraria media e' cresciuta dell'1,4% rispetto al corrispondente periodo del 2012.
A maggio l''inflazione e' risultata pari al'1,1% su base annua. ( Con riferimento ai principali macrosettori, a maggio le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento tendenziale dell'1,9% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che a maggio presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: alimentari bevande e tabacco (5,8%); pubblici esercizi e alberghi (2,9%); legno carta e stampa e telecomunicazioni (2,5%). Si registrano, invece, variazioni nulle in tutti i comparti della pubblica amministrazione.
CONTRATTI: ISTAT, 6,7 MILIONI DIPENDENTI IN ATTESA RINNOVO
A maggio sono 6,7 milioni, di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego, i dipendenti in attesa di rinnovo di contratto. Lo rende noto l'Istat. I contratti in attesa di rinnovo sono 52 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione).
Alla fine di maggio la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo e' del 52,3% nel totale dell'economia e del 38,4% nel settore privato. L'attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto e' in media di 24,1 mesi per l'insieme degli occupati e di 11,2 mesi per quelli del settore privato. Tra i contratti monitorati dall'indagine ne risultano in vigore 22, come sintesi del recepimento di un accordo (lapidei) e della scadenza di due (pubblici esercizi e alberghi e pulizia locali).
Alla fine del mese, i contratti in vigore regolano il trattamento economico di circa 6,1 milioni di dipendenti che rappresentano il 46,3% del monte retributivo complessivo. Nel settore privato l'incidenza e' pari al 63,5%, con quote differenziate per attivita' economica: la copertura e' totale nel settore agricolo, mentre e' del 67,6% nell'industria e del 58% nei servizi privati.
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