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'La Buona Politica' - John Fitzgerald kennedy: vita amore e coerenza del Presidente più amato degli Stati Uniti

Il Presidente John Fitzgerald Kennedy. (foto com.) ndr.

di Cosimo Imbimbo 

BARI, 24 GIU. - John Fitzgerald Kennedy, comunemente chiamato John F. Kennedy, John Kennedy o solo JFK, (Brookline, 29 maggio 1917 – Dallas, 22 novembre 1963), è stato un politico statunitense, 35º Presidente degli Stati Uniti. E' stato eletto Presidente nel 1960 e si è insediato nella Casa Bianca il 20 gennaio 1961. La sua tragica morte ha sconvolto la vita di molti americani, tanto che nei decenni successivi alla tragedia la domanda ricorrente era "Dove ti trovavi quando hanno sparato a Kennedy?". 

I colpi d'arma da fuoco che hanno posto fine alla sua vita hanno spento anche le numerose speranze che la sua opera instancabile aveva fatto sorgere nel cuore di molti, ma lo hanno trasformato in un simbolo ed un mito. La sua morte ha infatti lasciato un grande rimpianto in tutto il mondo, proprio per le grandi speranze di rinnovamento che le sue idee politiche avevano suscitato. In politica estera e specificatamente verso l'Urss Kennedy alternò fermezza e disponibilità alla distensione. Promosse il rafforzamento della potenza offensiva statunitense, intensificando ed estendendo il programma missilistico, potenziò le forze armate tradizionali, l'aviazione e la marina e approvò un forte aumento degli investimenti riguardanti la ricerca spaziale con il varo del piano "Apollo". Dopo il fallito tentativo dell'invasione di Cuba alla baia dei porci e il conseguente avviò da parte dell'Urss della costruzione delle basi missilistiche sull'isola (crisi dei missili), decretò il blocco navale dei rifornimenti stranieri a Cuba. D'altra parte partecipò ai colloqui di Berlino con Chruscëv (1962), realizzò il primo accordo per la vendita delle eccedenze di grano all'Urss, istituì la "linea rossa" per il collegamento diretto fra i vertici delle due superpotenze, favorì l'accordo di Ginevra fra le fazioni che si contendevano il potere nel Laos, negoziò e ratificò il trattato contro gli esperimenti nucleari nell'atmosfera (1963), ma decise anche la presenza di "consiglieri militari" a sostegno del Vietnam del sud contro la guerriglia vietcong, primo passo del tragico coinvolgimento Usa nella "sporca guerra". 

Sul versante interno Kennedy varò programmi di assistenza sociale e per i diritti civili dei neri, di cui fece approvare l'integrazione in campo scolastico negli stati segregazionisti del sud. Il suo attivismo e la sua energia innovativa gli attirarono l'ostilità delle forze oscure, militariste e retrive degli Stati Uniti: fu assassinato il 22 novembre 1963 da Harry Lee Oswald, in circostanze mai del tutto chiarite, sollevando una commozione senza precedenti in tutto il mondo. Nel 1962 ottenne dal Congresso i poteri necessari per una nuova serie di negoziati internazionali destinati ad abbassare le tariffe doganali al fine di integrare le esigenze e le aspirazioni degli altri Paesi con quelle degli USA (il cosiddetto Kennedy round nell’ambito del GATT, General agreement on tariffs and trade), creando la piattaforma economica della nuova partnership atlantica e cercando di favorire lo sviluppo dei Paesi arretrati. Sul fronte interno si acuì la questione razziale: l’agitazione di pochi all’epoca di Eisenhower divenne movimento di massa per la conquista dell’uguaglianza dei diritti. Alle dimostrazioni sempre più numerose contro le discriminazioni si opposero brutali interventi polizieschi, di singoli e di società segregazioniste, con episodi di violenza che indussero K. nel giugno 1963 a presentare al Congresso una legge molto complessa per garantire il diritto di voto ai neri e assicurare loro la parità con i bianchi nei servizi pubblici e privati. 

In quest’atmosfera di violenza e intransigenza razzista maturò l’assassinio di K., avvenuto il 22 novembre 1963, in circostanze mai del tutto chiarite, durante un giro di propaganda elettorale nel Texas, in vista della sua rielezione per un secondo quadriennio. Gli successe il vicepresidente L. Johnson. Nella speranza che tale martirio non resti relegato nell'indifferenza del fare quotidiano è più che doveroso far ricorso ad un pizzico di sensibilità e di coraggio nel ricordare a quanti si adoperano nell'esercizio del potere che fare politica non significa necessariamente uso e abuso di danari pubblici bensì impegno e amore per il prossimo.





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