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Liomatic Group Cus Bari. Il presidente Laforgia: "Non esiste solo il calcio. Città, istituzioni e aziende locali ci diano una mano o la LegaDue diventa un miraggio"

Il Presidente Laforgia. (foto) ndr.

di Redazione

BARI, 26 GIU. - La stagione della Liomatic Group Cus Bari è finita ormai da tempo con la bella salvezza conquistata in terra pontina. Una salvezza che profuma di promozione per effetto della nuova riforma dei campionati che porterà i baresi a disputare la LegaDue Silver. Un torneo con vista direttamente sulla massima serie, ma soprattutto un torneo che oltre a portare le squadre in giro per tutta la penisola, si propone per la prima volta come serie professionistica in cui sarà possibile schierare due extracomunitari (americani et similia), un comunitario e - in caso di particolare disponibilità finanziaria - rinunciare eventualmente agli under, in cambio del pagamento di una penale. La società cussina questo problema - gli under - non se lo pone neanche, sia perchè in più di un'occasione ha dimostrato di voler puntare con decisione sul lancio di giovani e sulla costruzione dei talenti in casa, sia perchè in questo momento i problemi sono altri. E' direttamente il presidente del Centro Universitario Sportivo barese, Renato Laforgia, a delineare la situazione. "In questi due anni il nostro Centro, con il supporto degli sponsor cui va ancora una volta tutta la nostra gratitudine, ha compiuto sforzi incredibili sotto il profilo finanziario e non, per permettere alla città di Bari di vivere l'esperienza di un campionato bello, spettacolare e di richiamo nazionale. Abbiamo portato sul nostro parquet alcuni tra i giocatori più in vista per la categoria e anche per le serie superiori, ci siamo appassionati, abbiamo fatto appassionare una città intera sino a vedere il PalaFlorio gremito e ci siamo anche divertiti a lanciare talenti che quest'estate stanno vestendo la maglia azzurra. Ora, però, arriva la parte difficile: anche se riuscissimo a confermare le condizioni economiche dell'ultimo anno - e non è detto che ciò accada - non saremmo in grado di sostenere un campionato che si prospetta estremamente dispensioso. Siamo in difficoltà, lo ammettiamo candidamente e siamo qui a chiedere un supporto concreto che ci aiuti a portare avanti la nostra progettualità. In città in questi giorni si sente parlare solo di calcio e sorrido amaramente nel pensare che basterebbe forse il 20% delle cifre che si sentono circolare per poter avere una squadra stabilmente nella massima serie con una società sana, senza situazioni debitorie pregresse e con alle spalle una struttura come il Centro Universitario Sportivo. Il nostro - lo abbiamo dimostrato in più occasioni - è un progetto poggiato su solide basi, con professionalità all'altezza della situazione e ambizioni. Per essere ambiziosi, però, serve una città, istituzioni e aziende locali che abbiano a cuore anche il nostro movimento. Non serve stia qui ad elencare i numeri del nostro settore giovanile e il progetto giovani che ha portato alla costituzione di un'associazione composta da tutte le realtà cestistiche cittadine. L'attività è sotto gli occhi di tutti e dimostra, ancora una volta, il nostro impegno a più livelli. Ora mi chiedo: è possibile che ci si possa mobilitare solo per il calcio, ignorando la possibilità di continuare a scrivere pagine importanti per la crescita della nostra città? Possibile non ci sia un imprenditore disposto a legare il suo nome a quanto di buono abbiamo fatto nella ultracinquantenaria storia del Cus?".





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