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Calcio. Montemurro: “Abbiamo ancora un barlume di speranza, anche se dall’altra parte non ci sono le reali condizioni per poter comprare”

Una immagine della conferenza stampa. (foto) ndr.

Il duo formato dagli imprenditori Rapullino-Montemurro, rispondono ad Antonio Matarrese ed il suo legale. Ma sperano ancora in una riapertura della trattativa durata tre mesi 


di Marco Iusco

BARI, 26 LUG. - La contro risposta che si attendeva dall’altra parte, sponda Montemurro e Rapullino è arrivata, ma una conclusione effettiva della vicenda ancora non c’è realmente, in quanto i proprietari del Bari hanno ritenuto offensiva l’ultima bozza di preliminare, contrariamente ai possibili acquirenti i quali, hanno spiegato e fatto chiarezza sui punti ritenuti inaccettabili. A questo punto, è lecito attendersi un’ulteriore risposta o seppur remota ipotesi, una possibile riapertura della trattativa comunque più lunga in 36 anni dell’era Matarrese. Sempre presso l’Hotel Parco dei Principi di Palese, si è svolta la conferenza aperta alla stampa, ai tifosi e ad alcuni rappresentanti dello Tsunami Biancorosso, da parte del duo Rapullino-Montemurro. Paolo Montemurro, l’imprenditore pugliese ha subito esordito con una dichiarazione ad effetto ed inaspettata: “Noi non pensiamo ad altre società, perché vorrebbe dire un ripiegarsi su altro. Abbiamo ancora un barlume di speranza, se dall’altra parte che c’è stata sbattuta la porta in faccia, si rivedono le proprie posizione e si faccia chiarezza su quanto ci apprestiamo noi a spiegare che tutt’altro che offensivo, ma una bozza da preliminare che non si discostava dalla precedente offerta di 11,5 milioni”. Cronostoria della trattativa secondo il punto di vista di Rapullino. Luigi Rapullino ha preso subito parola e relazionato: “Sono state dette cose non vere nella precedente conferenza di due giorni fa dell’onorevole Matarrese ed il suo legale Biga. Noi non ci siamo mai occupati di calcio, ma siamo imprenditori anche noi, facciamo operazioni di questa entità, da diversi anni seppur in diversi settori. Non siamo canadesi e soprattutto non abbiamo bisogno di farci pubblicità alcuna. A Napoli neanche sanno che ho provato insieme al mio socio, a prelevare il Bari. Siamo andati avanti con determinazione e con la voglia di fare chiarezza sempre, senza scopo di lucro. Al primo appuntamento con la proprietà che vige da 36anni, abbiamo subito chiesto: ‘Quanto volete?’ma non avendo avuto risposta noi abbiamo proposto in maniera provocatoria che il Bari attualmente vale tra i 5 e 6 milioni’. E vi spiego più dettagliatamente – ha incalzato l’imprenditore di Acerra - Una società come il Bari vale 0 perché produce risultati negativi ogni anno e qualsiasi società che non crea ricchezza ha valore pari a zero! Per spingerci in questa impresa, che potrebbe essere da pazzi, ci vuole tanta passione e fede soprattutto di Montemurro ed un progetto di impresa che noi avevamo. La nostra seconda offerta e la terza non si è discostata da questa cifra è stata di 11,5 milioni più uno e mezzo come acconto, sottoscrivendo che se ci fosse qualcun altro con la nostra quota più un euro, ci saremmo tirati indietro. A quel punto sembrava realmente fatta e ci siamo stretti anche la mano. Nel nuovo incontro si è aperto un nuovo scenario ed il dottor Giura ci dice che hanno un’altra offerta pari a 15 milioni e noi abbiamo detto ‘Vendete’ perché non proporremo di più di quanto offerto e nella stessa giornata fu venduto Bellomo senza che nessuno ci comunicasse nulla. Alle dieci ci chiamano gli avvocati per proporre un comunicato stampa congiunto sulla base delle nostre mancate garanzie, cosa non veritiera e alle undici il comunicato che parlava di trattativa congelata. Viene dichiarato ad Antonio Matarrese che non ci sentiamo da tempo, quando i nostri legali sono sempre stati in costante contatto Colgo anche l’occasione di ringraziare l’onorevole per averci ospitato presso casa sua, ma anche noi avevamo contraccambiato solo che non hanno voluto accettare”. Sulla questione confronto pubblico, Rapullino è stato chiaro: “Il confronto? A noi ci hanno risposto che loro hanno 36 anni di storia e che non avrebbero accettato. In un confronto sarebbe stato meglio, perché ognuno avrebbe detto la sua, confrontandosi all’americana. Svelati scenari della trattativa. Paolo Montemurro ha poi sviscerato la loro proposta, risposto al fatto di sognare di rilanciare il Bari se ne avesse avuto mai opportunità, oltre a parlare anche lui di come ha vissuto la trattativa, fugando altre storie emerse durante essa: “Innanzitutto grazie a tutti i tifosi per averci seguito, ringrazio i giornalisti con il quale mi sono confrontato e parlato serenamente. Siamo pronti a rispondere a tutte le domande che volete, mettendo la nostra faccia. Siamo stati offesi, ma siamo convinti che chiunque anche con capacità maggiori alle nostre, non potrà mai acquistare il Bari a determinate condizioni. Se vendessimo prodotti di consumo giornaliero, forse sarebbe pensabile che volessimo farci pubblicità, ma non è così! Abbiamo parlato solo di programma triennale e di possibile riuscita: primo anno di assestamento, poi avremmo puntato ai playoff e poi alla promozione diretta. Non abbiamo illuso i tifosi. Abbiamo fatto ciò che potevamo anche accettando la strada difficile della cogestione. Per quanto concerne Torrente, c’è stato un invito e ci siamo visti, alla presenza anche di un giornalista. Con Torrente in quel momento parlava anche la Reggina, Cremonese e Pescara, ma abbiamo parlato soltanto di calcio e nulla è stato detto su Matarrese. Anzi dopo l’incontro ho chiamato Matarrese per chiarire che è stato solamente un incontro di conoscenza senza pronunciare frase mai detto contro la proprietà che sta da 36 anni con una sua storia. Un confronto sarebbe stata un’occasione utile, non una sfida. Aggiungo altri particolari, Matarrese parlava anche di uno sconto, ma noi non siamo mai stati al corrente di tutto ciò. Avevamo un programma anche per rilanciare il calcio giovanile che sopisce da anni: volevamo creare a Palese un centro sportivo. Il progetto ambizioso era quello di trasferire il calcio in provincia ed il sindaco di Gioia del Colle, aveva dato già la disponibilità a darci una struttura sportiva che consentisse di giocare dalla categoria dei giovanissimi alla Primavera, con l’obiettivo di portare in prima squadra almeno due giocatori del vivaio; inoltre, far disputare alla squadra le amichevoli infrasettimanali nella provincia, affinché tutti i tifosi abbiano il contatto con i propri beniamini. Con i giocatori in prestito e che arrivano dichiarando che Bari è un trampolino di lancio, non può esserci programmazione a lungo termine. Infine avremmo voluto avviare un discorso ampio di marketing e sponsorizzazioni. Ma abbiamo avuto i documenti incompleti e non avremmo mai capito a cosa andassimo incontro, comprando una scatola chiusa”. Polemica a distanza con il legale Biga. Rapullino, tuttavia, non ha risparmiato qualche frecciatina ad uno dei legali del Bari, Biga e confermato la reale presenza della partenership venezuelana che eventualmente gli avrebbe affiancati: “Invidio a Biga il tempo che passa sui Social Network, io non ho il tempo di leggere i giornali. Ma vorrei precisare ad onore del vero, che i 6 milioni di utili nelle casse fanno parte dei bilanci di una società che vanno analizzati complessivamente con le perdite. I venezuelani? Esistono e chi di competenza, avrà fatto le proprie verifiche. Sono una nostra partnership importantissima per il Sudamerica. Hanno potenzialità enormi però loro ci hanno subito detto: ‘Prendetela e una volta ripulita dai debiti, entriamo’ per poi dividere le quote al 33%”. Sui fornitori e le dovute garanzie, sempre Rapullino, ha ribadito: “Le nostre banche e fornitori sono sintomo di garanzia”. I tecnici. Tra i legali presenti, De Nunzio e Pistone ed il commercialista La Casella hanno spiegato altri punti: “Nella bozza pervenutaci, si sosteneva che nel Cda, i giocatori e l’allenatori sarebbero stati ceduti all’unanimità, generando per noi una situazione di immobilità. La caparra? Noi abbiamo scelto per questa, con importo da definire, anche se inizialmente l’avevamo proposto di un milione e mezzo. Per quanto il risarcimento in caso di retrocessione, c’è stato un fraintendimento: nella bozza di preliminare c’è scritto che qualunque decisione avessero preso, non avrebbe pregiudicato il mantenimento della categoria, salvo il mancato pagamento dei debiti, per i quali non hanno offerto loro le debite garanzie di assolverli. Noi volevamo correre il rischio di appartenere alla Lega in un determinato momento”. Ed a tal proposito Paolo Montemurro: “Io da tifoso del Bari, non mi sarei più guardato allo specchio, oltre a dover fuggire con moglie e figli, dall’Italia per la nostra incolumità. Dai non scherziamo!”. Parola a Paolo Montemurro. Montemurro ha concluso la conferenza, prima di concedersi alle domande dei giornalisti e domande supplementari post-conferenza: “Questa trattativa è stata soprattutto mediatica. Perché i problemi li affrontano i tecnici, ma noi e Matarrese avremmo dovuto parlare di quelli economici, ed invece non è stato così. Abbiamo ricevuto una porta in faccia e dato rispetto senza incassarne. La soluzione migliore sarebbe quella che i Matarrese ripulissero dai debiti per poi vendere la società a chiunque ne avesse intenzione. Noi siamo la diciottesima trattativa fallita. Sono tutti bluff compresi noi? Ci sarà un motivo se non è stata acquistata sinora”. Al termine dell'incontro le società Sideralba e Nuova Meridionale Grigliati hanno comunicato che metteranno a disposizione 20 borse di studio del valore di 2500 euro (tot. 50mila euro) cadauno da destinare agli studenti degli istituti baresi appartenenti a famiglie in difficoltà economiche ed il tutto sarà gestito dal presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia. MERCATO BARI, PRESO FOSSATI. Intanto, il Bari ha preso con la formula del prestito con diritto di riscatto e contro riscatto dal Milan il centrocampista Marco Ezio Fossati (classe 1992). Nella passata stagione il calciatore ha vestito la maglia del'Ascoli disputando 34 gare e facendo 4 reti. Il calciatore si è unito al resto del gruppo in ritiro a Cavedago già nel pomeriggio di giovedì.





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