Insulti a Kyenge. Napolitano: "sono colpito e indignato"
Calderoli e Kyenge. (foto) ndr. |
di Redazione
ROMA, 14 LUG. (AGI) - E' bufera sul vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, che ieri aveva insultato il ministro dell'Integrazione di origine congolese, Cecile Kyenge affermando: "Quando la vedo non posso non pensare ad un orango". Giorgio Napolitano e' "colpito e indignato" per i gravi episodi di questi giorni, dalle minacce a Mara Carfagna, agli insulti al ministro Cecile Kyenge al rogo che ha incendiato il liceo Socrate a Roma. Interpellate sui diversi episodi, fonti del Quirinale spiegano che il capo dello Stato e' "colpito e indignato per i tre casi che dimostrano tendenza all'imbarbarimento delle vita civile e affrontera' il tema nell'incontro con la stampa del 18 luglio". Su Calderoli si scagliano tutti i vertici delle istituzioni, dal Presidente del Consiglio ai presidenti delle Camere, mentre il Partito democratico ne chiede le dimissioni dalla vicepresidenza di Palazzo Madama. Per il vicepremier Angelino Alfano "nulla giustifica simili ingiurie" La diretta interessata, interpellata dall'Agi, commenta: "Non si tratta di una battuta infelice ma di come chi siede nelle istituzioni deve curare il linguaggio". Sulla richiesta di dimissioni, avanzata da alcuni parlamentari, Kyenge risponde: "Non mi esprimo su questo, chiedo solo che tragga da solo, con il suo partito, le conseguenze". Dopo quanto accaduto, "chiedo una riflessione a chi siede nelle istituzioni - afferma Kyenge - per capire come vada utilizzata la propria visibilita', con quale linguaggio, se basato sulle offese o sui contenuti". Secondo il ministro dell'Integrazione si tratta di "una riflessione legittima" che dovrebbe fare tanto l'esponente leghista quanto il suo partito: "Non mi indirizzo a Calderoli come persona - aggiunge - ma come rappresentante di un'istituzione: riflettere su cosa si vuole rappresentare attraverso il messaggio". LE REAZIONI DELLE ISTITUZIONI E DEL MONDO POLITICO "Le parole riportate oggi da organi di stampa e attribuite al senatore Calderoli nei confronti di Cecile Kyenge sono inaccettabili. Oltre ogni limite", ha dichiarato il premier, Enrico Letta. "Piena solidarieta' e sostegno a Cecile. Avanti col tuo e col nostro lavoro", ha aggiunto Letta.
Per il Presidente del senato, Pietro Grasso, "non ci sono giustificazioni possibili alle offese che il vicepresidente del Senato Calderoli ha rivolto al ministro Cecile Kyenge. Come presidente del Senato mi auguro che il vicepresidente Calderoli si scusi ufficialmente e pubblicamente con il ministro Kyenge al piu' presto. A lei - aggiunge Grasso - va tutta la mia solidarieta' e l'invito a proseguire nel suo eccellente lavoro con rinnovato entusiasmo. Gia' troppe volte - rileva il presidente del Senato - il ministro e' stato attaccato sul piano personale per la sua provenienza e per il colore della sua pelle, offese inaccettabili in un paese che si vuole moderno, democratico e civile. Chi rappresenta le istituzioni - rimarca - ha il dovere di farlo mostrando rispetto e decoro in ogni occasione, anche agli incontri di partito, di dare l'esempio e dimostrare che la politica puo' e deve indicare la strada verso il futuro, non rivangare i piu' riprovevoli rigurgiti razzisti che speravamo fossero ormai alle nostre spalle". "La quantita' di messaggi che mi stanno arrivando in queste ore - conclude il Presidente Grasso - mi danno pero' la felice certezza che i cittadini del nostro Paese rifiutano questi comportamenti in modo netto e totale". Anche il presidente della Camera Laura Boldrini esprime "solidarieta' alla ministra #Kyenge. Dal vicepresidente del Senato #Calderoli - scrive su Twitter - parole volgari e incivili, indegne per le istituzioni" Il Partito Democratico ne chiede le dimissioni da vicepresidente del senato: "Le parole del vicepresidente del Senato Calderoli rivolte al ministro Kyenge sono inaccettabili", ha dichiarato Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato. "Non e' possibile e non e' degno che un importante rappresentante delle nostre istituzioni insulti, con parole volgari e offensive e razziste una cittadina italiana e ancora di piu' una donna che oggi, da ministro, rappresenta il nostro Paese", ha proseguito. "Domani il Pd in aula a Palazzo Madama chiedera' conto a Calderoli delle sue affermazioni. Nel frattempo mi auguro che il vice presidente del Senato trovi la dignita' di spiegare e di scusarsi con il ministro Kyenge", ha chiesto. "Le affermazioni del vice presidente del Senato Calderoli rivolte al ministro Kyenge sono non degne per un uomo che rappresenta le nostre istituzioni", ha invece assicurato Gianni Cuperlo, deputato del Pd e candidato a segretario del partito.
"L'esponente leghista dimostra, e non e' la prima volta, di non essere all'altezza del ruolo che ricopre. Io penso che dopo quanto accaduto Calderoli dovrebbe trarne le conseguenze e dimettersi", ha aggiunto. "In ogni caso domani il Pd chiedera' conto al vice presidente del Senato delle sue parole che non possono essere rivolte a nessuna cittadina e a nessun cittadino e, tanto meno, a un ministro della nostra Repubblica", ha insistito. Nichi Vendola ha duramente criticato Roberto Calderoli.
"L'autore della porcata del Porcellum, l'autore della scellerata maglietta con gli insulti anti-islam, si scatena ora con parole vergognose verso il ministro Kyenge, ha scritto il leader di Sel su Twitter.
"E' chiaro ed evidente che Calderoli non puo' rappresentare degnamente il vertice del Senato", ha sottolineato. "Noi invece, siamo davvero onorati di poter ospitare ministro Kyenge alla festa nazionale di Sel a Milano il 27 luglio insieme a Laura Boldrini", ha aggiunto. I l vicepremier e ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha chiamato il ministro Cecile Kyenge per esprimere piena solidarieta' e forte vicinanza, da parte dei colleghi di governo del Popolo della Liberta' e dell'intero partito, per le ingiuriose parole ricevute. "Nessuna differenza politica ne' di opinione su singoli argomenti - ha affermato il vicepremier - puo' mai giustificare quello che e' accaduto".
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