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Metodo stamina. Tg5 puntonotte, fazioso e senza controparte. Antinori & co. Antepongono gli interessi delle lobby alla vita dei malati

Il logo del P.A.E. (foto) ndr.

di Redazione

BARI, 7 LUG. - Nel corso del servizio di TG5 Puntonotte trasmesso il 4 luglio intitolato " Il controverso metodo Stamina" tutti i ricercatori scientifici invitati, i professori Severino Antinori, Giuseppe Novelli ed Angelo Vescovi hanno sistematicamente contestato il metodo del prof. Vannoni adducendo, consapevolmente, argomentazioni che, sebbene in linea con la normativa e la farmacopea internazionale, sono ad esclusivo vantaggio delle lobby farmaceutiche anteponendo il profitto alla salute del malato. Gli ospiti accusano in assenza della controparte. Il successo della sperimentazione di terapie avanzate a base di cellule staminali mesenchimali con il metodo Stamina del Prof. Vannoni sancisce il fallimento dei metodi tradizionali ed è per questo che un nutrito gruppo di associazioni scientifiche contesta e denigra tale metodo. La terapia di Vannoni, afferma Massimo Dominici responsabile del Laboratorio di Biologia cellulare dell'Università di Modena e Reggio Emilia che ha presieduto la commissione di esperti sulle staminali, "non viene prima sperimentata sugli animali. Stamina Foundation sperimenta direttamente su esseri umani» pertanto è vietato passare alla produzione di una terapia cellulare in serie. Di fatto la terapia Vannoni non può essere autorizzata per legge perché non testata sugli animali e quindi non sicura per il genere umano, si preferisce, quindi, lasciar morire i pazienti affetti da malattie incurabili per la medicina tradizionale piuttosto che consentire la cura compassionevole. Soltanto l'ingerenza della Magistratura che con circa 200 ordìnanze emanate da divresi Tribunali ha autorizzato i trattamenti sui pazienti che ne avevano fatto ricorso. Nella controversa questione del metodo Stamina il Senato ha convertito in legge il decreto sulle terapie a base di cellule staminali derogando sull'obbligatorietà della fase preclinica, che tradotto vuole dire testare direttamente sull'uomo escludendo la sperimentazione sugli animali. La senatrice Eugenia Roccella, nel suo intervento sul programma in oggetto, afferma che " Questo metodo che ha suscitato tante speranze dobbiamo sapere se funziona o non funziona e l'unico modo è che si effettui la sperimentazione direttamente sulle persone gravemente malate" . Lo stesso prof. Vannoni interloquendo con il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli, ha confermato che il metodo Stamina non testa su animali, riconoscendo la non predittività e quindi il fallimento e l'inutilità della sperimentazione animale. Il Ministero (Iss ed Aifa), l'Università e la comunità scientifica. non possono ignorare, fatto grave, che l’ipotesi di predittività del modello animale nello studio delle malattie umane, reazioni a farmaci, vaccini o sostanze destinati all’uomo non è mai stata verificata e rimane attualmente un fatto controverso. Non è infatti possibile reperire in letteratura alcuno studio di predittività/validazione del modello animale, seppure quest’ultimo sia notoriamente acclamato quale predittivo ed universalmente accettato come standard aureo. Ormai i ricercatori scientifici sono consapevoli che la prova sull'animale è il miglior strumento per costruire curriculum e pubblicazioni "scientifiche", ma è soprattutto utile per fornire la risposta più favorevole agli interessi delle aziende produttrici: 1) la sperimentazione animale è l'alibi per una sperimentazione sull'uomo senza adeguate garanzie (è l'uomo la vera cavia per ogni nuovo prodotto immesso sul mercato); 2) la sperimentazione animale consente ai produttori di predeterminare la risposta di qualsiasi test (basta variare la specie animale usata); 3) la sperimentazione animale fornisce alle aziende produttrici “l’incertezza della prova”: consente di affermare, prima delle prove cliniche sull’uomo, che “non vi è pericolo” in quanto “tutti i test su animali sono stati fatti” . Come pure di affermare, una volta avvenuto il disastro farmacologico, che le prove su animali non sono predittive, permettendo alle aziende di aggirare le responsabilità penali, civili e il pagamento dei danni causati. "Più volte abbiamo richiesto un formale e pubblico contraddittorio nelle autorevoli sedi preposte ma i ricercatori hanno sempre declinato l'invito, l'ultimo a sottrarsi è il prof. Rodolfo Nello Lorenzini direttore del Servizio biologico dell' Istituto Superiore Sanità, adducendo motivazioni soltanto pretestuose." - conclude il presidente del Partito Animalista Europeo, Stefano Fuccelli.





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